Piante spontanee dell’Appia Antica

Riscopriamo il piacere di andare in cerca di erbe alimentari spontanee, stare in contatto con la natura, fare salutari passeggiate e variare la dieta scoprendo nuovi sapori e alimenti che spesso possiedono anche composti importanti per il nostro organismo e per la nostra salute.

Si propone un percorso didattico che consentirà ai partecipanti di imparare non solo a riconoscere le piante spontanee, ma anche a raccoglierle nel periodo giusto e ad usarle in cucina nel corso della giornata di sabato 7 novembre, a cura di Giovanni Salerno, botanico, amico di Hortus Urbis.

Sede: Hortus Urbis, via Appia Antica 42/50, Roma
Iscrizioni: hortus.zappataromana@gmail.com, posti limitati. Iscrizioni aperte fino ad esaurimento posti
Costo: donazione suggerita per la lezione completa (mattina e pomeriggio) 30,00 euro a persona + 5,00 euro Carta Amici del Parco dell’Appia Antica, per la lezione parziale
(solo mattina o solo pomeriggio) 20,00 euro a persona + 5,00 euro Carta Amici del Parco dell’Appia Antica

Vedi la locandina e i dettagli del programma completo: www.hortusurbis.it
In caso di pioggia le attività saranno spostate ad altra data.
Si consiglia di portare un pranzo al sacco, scarpe comode.

PROGRAMMA – 7 novembre 2015

10 – 13 | Lezione pratica e teorica di riconoscimento delle specie alimentari e medicinali del Parco dell’Appia Antica, con esplorazione in prati e boschi parlando degli usi in cucina, in medicina e nell’artigianato delle specie osservate

14 – 17 | Laboratorio pratico per approfondire le tecniche di riproduzione e moltiplicazione delle piante e per acquisire nozioni e curiosità sul mondo vegetale, realizzando un’aiuola di piante spontanee dedicata a quelle già utilizzate in antichità

Contatti:

Email: hortus.zappataromana@gmail.com

Web: www.hortusurbis.it

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Non ho potuto fare a meno di fermarmi

Proprio non ho potuto.
E chi era con me, stupito, mi ha chiesto: «Ma perché ti fermi?»
«Devo fare una cosa, solo un attimo» perché se gli dicevo a questo mio vecchio amico che dovevo fare una cosa sicuramente mi avrebbe rotto in tutti i modi le scatole. Dopo avrebbe potuto farlo – come ha fatto 😉 Ma prima della foto no.
Così in velocità accosto a destra, scendo svelto dalla macchina, apro il portellone dietro, prendo in velocità la Nikon, cammino con passo svelto fino al punto giusto, lungo il ciglio della strada, inquadro e scatto. 1-2-3 foto. In velocità, appunto.
«Ma cosa hai fotografato?» mi fa quell’altro.
«Il caco» dico io.

Perché fotografo cachi?
Troppo belli. Non li mangio, non mi piacciono. Ma a fotografarli, con quei loro colori accesi. E questo poi? Davanti ad una casa di campagna abbandonata, in provincia di Treviso. Ricordi del passato. Un mondo scomparso, che si ritrova ogni tanto, nel percorso tra una tangenziale, una provinciale, e una strada di campagna.
I cachi una volta… erano cachi!

Anche oggi forse, ma… non so… sensazioni…

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I colori delle ortensie

Questi grandi fiori, che sfoggiano centinaia di fiorellini durante l’estate, in autunno si tingono di magnifici colori, e fanno la loro bella figura anche se stanno per lasciarci – con una adeguata potatura e un po’ di concime liquido torneranno splendide anche nella prossima calda stagione.

Ma a vederle così magnificamente appassite, in un vaso importante, con lo sfondo di una villa – villa Giovannina, a Villorba (TV), per la precisione – quasi quasi le preferisco al fiore fin troppo vistoso che domina giardini ed è molto amato dalle nonne.
Buona visione!

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Piantiamo i bulbi

Vi ho parlato dei gigli, ma ottobre (e anche novembre, leggete sul retro della confezione) è il mese più adatto per piantare le bulbose che a primavera ci regaleranno tanti colori e profumi nel nostro giardino. Tra le tante bulbose vi ricordo: bucaneve, tulipani, giacinti, muscari, narcisi. Potete anche piantarli in vaso o in cassetta.

Rispetto alla piantagione in piena terra, potete disporre i bulbi più vicini tra loro, evitando però il contatto tra un bulbo e l’altro che potrebbe causare umidità e marciume. Lasciate il vaso o la cassetta fuori casa, al freddo. Appena terminato il periodo di freddo, o appena vedete spuntare i primi germogli, portare le piante in casa.

Cambio dell’ora: favorevoli e contrari

Con il cambio dell’ora del 25 ottobre le lancette del nostro orologio vanno spostate di un’ora indietro. Se prima erano le 7.00 adesso saranno le 6.00. Se prima erano le 19.00, adesso saranno le 18.00. E sarà già buio.
La giustificazione del cambio dell’ora sta nel risparmio energetico dovuto ad un minore consumo elettrico. L’ora legale è entrata in vigore in Italia nel 1967, quando dominava la civiltà industriale e il nostro Paese galoppava verso il miracolo economico. Chi andava in fabbrica, a quel tempo, risparmiava al mattino sulla luce…

In autunno si anticipa l’ora, le famiglie che normalmente si svegliano presto hanno bisogno di un’ora meno di illuminazione, però l’oscurità arriva un’ora prima del normale e in questo modo si perde quella stessa ora di risparmio che si ottiene di mattina. Secondo il WWF l’ora legale “non ha nessun impatto sul risparmio o l’efficienza energetica”.

Personalmente non sono molto favorevole all’ora legale, forse andava bene una volta, ma oggi i sistemi per risparmiare energia sono ben altri: dagli elettrodomestici di classe A alle lampadine a Led, una grandissima invenzione del nostro secolo che, vi assicuro personalmente, vi abbassano di molto i consumi in energia elettrica. Non è un caso se il Nobel 2014 per la fisica sia stato dato a Isamu Akasaki e Hiroshi Amano della Nagoya University, e Shuji Nakamura dell’Università della California Santa Barbara, per le loro ricerche sulle lampadine a Led a basso consumo.

E voi, siete tra i contrari o tra i favorevoli dell’ora legale?
Mentre attendo la vostra risposta, porto indietro le lancette dell’orologio…

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Camminata campestre alla Cavetta di Cusago

Domenica 25 ottobre, in occasione della Festa dell’agricoltura, si svolgerà la Camminata Campestre attraverso la campagna cusaghese con partenza alle ore 15 da piazza del Castello e arrivo alla Cavetta nei pressi della cascina Naviglietto. Al termine della camminata, alle ore 17, dopo una merenda ristoratrice, si presenterà il progetto Natura fuori classe – laboratorio per la cura del verde naturalistico, con breve visita all’area oggetto dei lavori di valorizzazione.

L’idea alla base del progetto, avviato all’inizio del 2015 e promosso da Banca del Tempo di Cusago e Associazione Italia Nostra Onlus – Sezione Milano Nord con il Centro di riforestazione urbana – Boscoincittà e con il sostegno del Comune di Cusago, è quella di formare un gruppo stabile di volontari che con il tempo possa seguire in modo autonomo la manutenzione di questa splendida area verde nei pressi della Cascina Naviglietto, proprio nella parte finale di quel Naviglio fatto realizzare nel XV secolo da Filippo Maria Visconti e che, collegando Cusago al Naviglio Grande all’altezza di Gaggiano, permetteva di raggiungere da Milano il Castello cusaghese. Il laboratorio prevede degli incontri settimanali condotti dai giardinieri del Boscoincittà di Milano, ogni martedì dalle ore 9 alle ore 11, gratuiti e aperti a tutti gli amanti della natura, che possono unirsi stabilmente o in forma occasionale al gruppo di volontari che sta prendendo forma.

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I risultati della prima fase del lavoro sono già visibili: nelle complessive 308 ore dedicate al progetto tra i mesi di febbraio e giugno, le attività degli oltre 200 volontari coinvolti, che si sono alternati nel corso degli incontri periodici, si sono concentrate intorno al lago a sud dell’area, su una superficie circa di 5.000 mq. Sono state rimosse le gabbie non adatte al luogo, è stata fatta una attenta pulizia per facilitare e rendere accessibile il passaggio, è stato ricostruito e riaperto il sentiero perimetrale dell’area umida, è stato realizzato un ponticello in legno sopra la sorgente.

Il mese della zucca

Ottobre è il mese della zucca. Anche Settembre lo è. Ma Ottobre sembra concludere un ciclo, e il giorno di Ognissanti ne è la celebrazione. Avete presente Jack in “Nightmare before Christmas” (1993) di Tim Burton? Dove Jack Skeletron è il signore delle zucche?
Eccolo qui sotto, per chi non l’avesse mai visto – e ve lo consiglio vivamente!

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Ecco le nostre povere zucche della nostra civiltà contadina aver assunto la forma di frutti di paura! Un po’ maltrattate queste zucche. Da cibo dei poveri, snobbati dai nobili, alla loro celebrazione nel secondo Novecento, quando tutte le tradizioni rurali sono state riqualificate perché contrarie all’anonimato e all’alienazione della società industrializzata della catena di montaggio. Sta di fatto che non potevo non farvi partecipe di questo post, perché le zucche di cui vi parlo sono molto dolci – e già la zucca lo è di sua natura. Ma queste sono zucche dolcetti. Dolcetti o scherzetti? Dolcetti. E molto buoni! Potete vedere a destra la nostra amata zucca arancione, e a destra un fantasmino bianco che gli fa compagnia.
Non vi auguro un buon Halloween, ma un delizioso ottobre di cose dolci, dal cibo ai paesaggi autunnali, che sono cibo per gli occhi con i loro splendidi colori.

E per chi fosse interessato, se ancora non lo ha letto, vi faccio un dono di un ebook sfogliabile che racconta della zucca e dei suoi significati simbolici nell’Arte occidentale e orientale. Cliccate qui, se volete, e buona lettura!

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Terra tra le mani

Siamo lieti di invitarvi, Domenica 25 ottobre alle 11.00, alle attività autunnali all’aria aperta per grandi e piccini dell’Hortus Urbis, l’orto antico romano nel Parco dell’Appia Antica.

Alle 11.00 – TERRA TRA LE MANI | Laboratorio per bambini, a cura di Semi di Carta

Leggiamo la storia di Nadeema e del suo un incontro con un seme d’orzo da un libro che racconta dell’inaspettato germoglio del primo seme che ha portato alla nascita dell’agricoltura. Un modo per raccontare ai bambini come piccoli gesti possano dare vita a grandi cambiamenti. La lettura sarà accompagnata dalla mostra delle illustrazioni originali.
Ispirati dalla storia i bambini potranno poi sperimentare l’emozione della terra tra le mani: ognuno avrà il suo seme da piantare e lasciare lì a dormire, bisognerà attendere la primavera per tornare all’orto e vedere i loro semi germogliati e cresciuti.

Il laboratorio sarà tenuto dalle autrici del libro, Cristiana Pezzetta e Gioia Marchegiani, autrice e illustratrice dell’albo illustrato TERRA TRA LE MANI, edito da Anicia Editore

Da anni 6 in su
Quota di partecipazione: 8 euro a bambino, 6 euro con la Carta amici del Parco
Registrazione: 15 minuti prima dell’inizio del laboratorio
Durata: circa 60 minuti
Prenotazioni entro le ore 18 di venerdì 23 ottobre hortus.zappataromana@gmail.com, o in loco fino ad esaurimento dei posti
In caso di pioggia le attività saranno spostate ad altra data.
Vedi la locandina e i dettagli del programma completo: http://www.hortusurbis.it
L’area è dotata di zona pic nic per coloro che volessero trattenersi anche per il pranzo.

Contatti:

Email: hortus.zappataromana@gmail.com

Web: www.hortusurbis.it

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Prepariamo una bordura di gigli

Ottobre è il mese ideale per interrare bulbi di giglio (Lilium) e immaginarceli già colorati e sorridenti a primavera. Scomparirà la tristezza delle giornate sempre più corte, il freddo che ci costringe a stare in casa, l’orto e il giardino sempre più spogli – ma non dimentichiamo che ottobre ci regala degli incantevoli colori!
Ognuno sceglierà la varietà più consona ai suoi gusti, ma anche ai significati simbolici che questo fiore – che troviamo in tele e dipinti dal Quattrocento in poi – veicola.

Il cosiddetto giglio della Madonna potrebbe essere indicato per i più religiosi… o per chi ama il colore bianco. Questo tipo di giglio (il Lilium candidum), infatti, ha fiori bianchi con antere gialle e raggiunge l’altezza di un metro.
Di colore rosa, lilla o porpora sono invece i petali del Lilium Cernuum, che raggiunge un metro e venti di altezza.
Anche il Lilium monadelphum raggiunge il metro è venti, anch’esso specie rustica resistente a siccità, ha fiori più vistosi, gialli con maculature porpora.
Chi invece vuole altezza più modeste (intorno ai 70-80 centimetri) può scegliere tra Lilium leichtlinii (grandi fiori giallo-arancio con maculature porpora scuro) o il Lilium martagon (originario delle zone montane con corolle porpora e predilezione per la mezz’ombra).

E adesso qualche consiglio per preparare il terreno e interrare i vostri bulbi.
a. vangate e sminuzzate bene il terreno fino a 20 cm di profondità, togliendo eventuali detriti e malerbe;
b. interrate i bulbi a 10-12 cm (per il Lilium candidum bastano 3 centimentri) di profondità e a una distanza di circa 20 cm l’uno dall’altro;
c. posizionateli o tutti in fila, o a due file spaiate o, se desiderate, a cerchio… o scegliete voi il disegno che preferite;
d. aspettate la primavera! I vostri gigli fioriranno da maggio a giugno. Sono fiori bellissimi ed eleganti, e faranno la loro bella figura nel vostro giardino.

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Ultimi giorni per visitare i giardini di Villa della Pergola

Ultimi weekend da trascorrere al mare prima dell’inverno: fino a domenica 1 novembre, i Giardini di Villa della Pergola ad Alassio sono aperti per le visite guidate (in settimana solo per gruppi). I visitatori potranno passeggiare tra i viali immersi nella vegetazione tropicale e nella macchia mediterranea di pini marittimi, carrubi, ulivi, lecci e jacarande, strelitzie giganti sudafricane, eucaliptus australiani, banani e palme di tutti i tipi, aloe, agave, fichi d’india, cactacee provenienti da ogni latitudine.

I giardini ospitano alcune collezioni botaniche, come quella degli agrumi, ora al massimo del loro splendore, mentre in primavera – alla riapertura del parco che sarà il 19 marzo – sarà imperdibile vedere la profumatissima collezione di glicini (più di 28 varietà). Sempre in primavera ripartirà il progetto “Giardini in Villa”, con una serie di attività didattiche e di esperienze formative – i laboratori del fare – rivolti alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie.

Le visite guidate su prenotazione si tengono il sabato e la domenica con inizio alle 9.30, alle 11.30, alle 15.00 e alle 17.00. Durante la settimana è possibile prenotare visite solo per gruppi.
Prenotazioni: Tel +39 0182/646130 – Mail info@giardinidivilladellapergola.com.

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Sul grande terrazzo che si affaccia sul Golfo di Alassio è possibile pranzare e cenare al Ristorante di Villa della Pergola (aperto al pubblico tutti i giorni) un luogo di grande fascino e carico di atmosfera “fin de siècle”. Il ristorante propone piatti preparati con ingredienti legati al territorio e alla tradizione ligure, in parte rivisitati.

Immerse nei Giardini, Villa della Pergola, Villino della Pergola e Casa del Sole, sono un elegante capolavoro architettonico di fine ‘800, che si affacciano sull’incantevole Golfo di Alassio.
Oggi Villa della Pergola, il Villino e la Casa del Sole sono diventate raffinati relais dove è possibile soggiornare fino a fine ottobre. Le suite sono una diversa dall’altra e dedicate ognuna ai numerosi personaggi che in passato hanno soggiornato a Villa della Pergola o hanno fatto parte della colonia inglese di Alassio.
Le strutture vantano una storia unica strettamente legata a quella della comunità inglese che aveva eletto, tra il 1800 e il 1900, quest’angolo della Riviera tra le sue mete preferite di villeggiatura invernale.
Le due ville, riportate a nuovo da un attento restauro conservativo curato dall’architetto Ettore Mocchetti, replicano con originalità l’impostazione delle residenze inglesi di epoca vittoriana in India e Malesia, portando a rivivere, attraverso arredamenti minuziosamente studiati e una raffinata collezione di acquerelli e dipinti vittoriani ed edoardiani, il fine gusto e le atmosfere dell’epoca fin de siécle. Appartata in un angolo del rigoglioso giardino, la Casa del Sole deve il suo nome alla particolare posizione che la rende costantemente inondata di luce naturale. La Casa del Sole era luogo prediletto per il classico “tè delle cinque“ e per i momenti di ozio dei Dalrymple e poi degli Hanbury.

INFORMAZIONI SULLE VISITE
La visita si compie singolarmente e/o in piccoli gruppi. Durata 1,30 h circa.
Agibilità
I Giardini sono visitabili in gran parte anche da persone disabili. Solo alcune zone non sono accessibili a causa della morfologia del terreno e per la presenza di brevi scale in pietra.
Gli animali non possono entrare.
Biglietti
Il biglietto d’ingresso sarà acquistabile sul posto ed è comprensivo di accompagnamento guidato.
Singolo: 12 euro, Soci FAI: 10 euro
Gratuito per i bambini fino ai 6 anni accompagnati da un adulto.
Scolaresche (visita parco): 6 euro.

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L’eredità botanica dell’antica Roma

Mami Azuma apre una finestra temporale sulla conoscenza botanica dall’antica Roma ai giorni nostri, a partire dalla riflessione sulle specie arboree riprodotte nelle opere in mostra a Mito e Natura. Dalla Grecia a Pompei (Milano, Palazzo Reale, fino al 10 gennaio 2016) come nelle pitture di giardino della sala Il giardino incantato.

Il giardino delle ville romane, riparato dai venti a dalla curiosità dei vicini, era oggetto di una cura meticolosa. Crescevano con simmetria erbe e fiori: predominavano le rose, le viole, i gigli. Ovunque erano disseminate piccole opere d’arte, statue, colonne, lastre con rilievi. Il terreno intorno alla villa era adibito a hortus e si alternavano boschetti di piante di lusso, lauri, platani, pini, con aiuole e siepi tagliate geometricamente.

Attraverso l’osservazione del paesaggio, lo studio dei ritrovamenti negli scavi archeologici, l’esame delle opere d’arte, la fonti letterarie, la storia di popoli e di culture è stato possibile riconoscere i materiali botanici, forestali e agricoli conosciuti tra Roma e Pompei. Una particolare attenzione è dedicata alla storia delle specie vegetali: il pesco, il castagno e l’esemplare caso del cipresso, con un’indagine sui metodi di utilizzo dei boschi e del legno.

Il FuoriMostra di Mito e Natura è organizzato dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Comune di Milano ‐ Cultura, Palazzo Reale ed Electa. Inaugurato il 22 settembre propone 13 incontri dal titolo Dalla mostra alla città fino a dicembre 2015 aperti gratuitamente al pubblico.
Specialisti ed esperti archeologi, con il coordinamento di Gemma Sena Chiesa, dialogano con il pubblico sui temi dell’arte tra mito e natura nel mondo greco e romano e dell’eredità botanica dell’antica Roma nella natura che ci circonda.

Il progetto FuoriMostra si avvale anche di un canale di comunicazione web interamente animato da specializzandi in archeologia dell’Università Statale con la guida di Federica Giacobello: all’iniziativa collaborano sette archeo‐blogger che partendo dal loro lavoro e dalla passione che li motiva studiano con tenacia il passato guardando verso il futuro, divisi tra scavi archeologici e smartphone e tablet con cui raccontano la loro esperienza e la loro conoscenza professionale attraverso il blog (www.mostramitonatura.it/it/blog.html).

Eredità botanica dell'antica Roma

La strana coppia

Non so chi li abbia messi lì i ciclamini, ma entrando in casa ho subito notato la differenza di colore e portamento. Proprio una strana coppia, come quando si vede il marito magro e la moglie grassa (o il contrario) o un signore alto e il suo amico basso. E vanno perfettamente d’accordo, quasi che l’apparente disequilibrio porti in nuce un equilibrio più solido e duraturo.
Così anche il ciclamino e la Nepenthes si trovano bene assieme. Uno guarda l’altra, notano le differenze, ma invece di biasimarle le esaltano, e chiacchierano tra di loro con il linguaggio dei segnali chimici.

Quest’estate, scrutando tra le fessure delle sue trappole, ho visto dentro ben due api e una vespa. Un ottimo bottino per l’esotica carnivora, abituata ad altri climi e ad altri luoghi. Ma anche lei si è abituata qui al nord, e adesso chiacchiera allegramente anche con il ciclamino.

Questo è un elogio alla differenza 😉

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