L”albero, di John Fowles

Lasciatemi qualche riga per sottolineare la cura e la bellezza di questa collana – Il bosco degli scrittori – della casa editrice Aboca (Sansepolcro, AR).

Questo perché non ho mai creduto che il digitale potesse soppiantare definitivamente il libro stampato, e sfogliare questo piccolo libriccino, rilegato in brossura a filo refe (144 pagine, 16,00 euro), è un piacere per i sensi. Un’impaginazione chiara e pulita che – oltre al contenuto – rende già di per sé la lettura piacevole.

E andiamo adesso a vedere di cosa parla questo libro – scritto e pubblicato per la prima volta nel 1979. 

John Fowles – famoso per il suo libro La donna del tenente francese (1969) – a partire da vicende autobiografiche della sua infanzia, sconfina in un saggio dagli ampi orizzonti. Piacevolissimo da leggere, offre degli stimolanti punti di riflessione tra l’essere umano e il suo rapporto con la natura.

L’approccio dell’autore verso la natura è artistico piuttosto che scientifico: il voler catalogare specie, famiglie di piante, sottospecie… in alcuni casi può essere abbandonato per un approccio più libero e introspettivo verso quel «caos verde», che potrebbe essere terrificante per alcuni… ma meraviglioso per altri. 

Anche i boschi più piccoli hanno i loro segreti e i loro nascondigli, i loro confini non tracciati […]. In quei luoghi, ci troviamo in mezzo a esseri infinitamente altri da noi […] e allo stesso tempo molto simili all’unica forma che un dio universale potrebbe plausibilmente assumere. (pagg. 91-92).

FOWLES, JOHN

L’albero

Aboca, Sansepolcro (AR) 2021

John Fowles, L'albero

Il giardino degli equivoci

Per chi ama o vuole approfondire la storia dei giardini, questo è un libro che vi consiglio vivamente. Come da sottotitolo, Il giardino degli equivoci è una controstoria del giardino da Babilonia alla Land art.

Guido Giubbini descrive con particolare arguzia e senso critico dodici equivoci sulla storia del giardino. Uno degli esempi è la classica quadripartizione (chahar bagh) del giardino persiano.

Cosa ci rimane dei giardini antichi e di quelli storici?

A volte una descrizione leggendaria, altre volte dei resti archeologici e una pianta architettonica, nei casi più fortunati – quelli più vicini a noi – delle fotografie, come quella di Claude Monet nel suo giardino di Ginervy. Ma dei fiori, delle specie di piante in questi giardini coltivati… a volte non sappiano niente. Con occhio attento e scrittura colta Guido Giubbini prova a ridisegnare questa forma simbolica – il giardino – fatta di verde, luce, acqua, colori, significati. 

Un libro che si legge tutto d’un fiato – sono 128 pagine, il costo è di 14,00 euro – ma che ci offre tantissimi spunti di riflessione e di approfondimento. Una base da cui ripartire per riguardare con senso critico la storia del giardino.

Guido Giubini è fondatore del Museo di Arte Contemporanea di Genova, e dal 1990 si interessa di storia del giardino. Ha fondato la rivista «Rosanova. Rivista di arte e storia del giardino» (2005).

GIUBBINI, GUIDO

Il giardino degli equivoci. Controstoria del giardino da Babilonia alla Land art

DeriveApprodi, Roma 2016

Il giardino degli equivoci

La ladra di frutta

Ero molto piccolo, non ricordo quanti anni avevo, ma la prima volta che sono stato in piscina per me è stato un trauma, e non tanto per l’acqua, quanto per il prato. 

Camminavo a piedi scalzi, quando sento sotto al piede una puntura, come uno spillo. Ma non era uno spillo, era un’ape, che mi aveva punto.

Anche il romanzo di Peter Handke, che qui vi suggerisco, inizia con una puntura sul piede. Che combinazione, direte voi. Ma può succedere…

Il caldo d’estate non è molto gradevole quando si va nell’orto a potare piante, estirpare erbacce, pacciamare, o sistemare i pali dei pomodoro. Poi si aggiungono anche le zanzare tigre. Così dopo una decina di minuti mi sento esausto, e ritorno nelle mie stanze. Cosa fare dunque quando il caldo e l’afa non permettono una piacevole permanenza nell’orto? Leggere un libro.

È il libro che vi suggerisco è La ladra di frutta, di Peter Hanke, per le edizioni Guanda. Quattrocentoventisei pagine, 20 euro, traduzione di Alessandra Iadicicco. Avevo già letto altri libri di questo scrittore e poeta – sono sue le poesie che accompagnano il film di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino. Ad essere sincero non l’ho ancora letto tutto, ma ve lo consiglio fin d’ora. Un’ottima compagnia nelle calde giornate d’estate. Buona lettura!

Ah scusatemi, avete forse bisogno di qualche intervento critico?

Eccoveli – dalla quarta di copertina:

“La forza di questo libro, come degli altri progetti epici di Peter Handke, è soprattutto nei passaggi in cui il narratore lascia la precedenza al suo doppio, all’autore di aforismi e al maestro della prosa dell’attimo.” (Suddeutsche Zeitung)

“È affascinante il modo in cui la ladra di frutta protagonista del racconto oscilla costantemente tra personaggio in carne e ossa e figura immaginaria.” (Frankfurter Allgemeine Zeitung)

La ladra di frutta

Qualche libro per le feste

Le feste sono vicine, e per alcuni anche le vacanze. E poi c’è l’inverno, e chi dedicava parte del suo tempo alla cura dell’orto in estate adesso ha quel tempo libero così libero che in qualche modo deve pur impiegarlo.

Non pensiate di guardare la TV, che tanto non fanno altro che pubblicità sulle feste, e sono pubblicità che mi rattristano… non pensate nemmeno di fare acquisti su Amazon, che in questo periodo i prezzi si sono alzati… piuttosto andatevi a fare una vacanza in luoghi sperduti e poco noti, lì troverete sempre un posto per voi. Ma ritorniamo al tema di questo post. Qualche consiglio di lettura sul tema. E cominciamo subito.

In prima posizione vi consiglio un libro di Darwin che potete trovare anche gratuitamente. Darwin, conosciuto per la sua teoria dell’evoluzione, era anche un conoscitore di botanica, e ha scritto questo libro: Il potere di movimento delle piante. Lo trovate a questo link.

Buona lettura.

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Seconda posizione. Carlo Tosco, Storia dei giardini. Dalla Bibbia al giardino all’italiana, edito da Il Mulino. Un libro per rilassarvi immaginando una vostra passeggiata in questi giardini, ma anche uno studio ben fatto, e la casa editrice del libro ne è già una garanzia. 248 pagine dove si ripercorre la storia del giardino, dall’Eden fino ai Campi Elisi.

Ve lo consiglio, il prezzo al pubblico (salvo sconti vari) è di 18,00 euro.

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Passiamo alla terza posizione, dove ho scelto un classico. La botanica del desiderio. Il mondo visto dalle piante, di Michael Pollan, di cui immagino già conosciate molto – per i suoi articoli Michael Pollan ha ricevuto, nel 2000, il premio Reuters-Iucn per il giornalismo ambientale. In questo libro Pollan indaga la strategia evolutiva di mela, tulipano, cannabis e patata. La botanica che si intreccia con l’economia. Un libro che consiglio a tutti chi vede nel suo orto una fonte di guadagno o di risparmio – ricordate la Guida all’autosufficienza di John Seymour?

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Quarta posizione. Per chi invece nel suo orto e nel suo giardino vede “la parte botanica”, o anche per i piccoli giardinieri minorenni o giù di lì, ho pensato al libro di Renato Bruni Le piante son brutte bestie. La scienza in giardino, edito da Codice, 18,00 euro. Diciamo che è un buon libro per iniziare degli studi di scienza e botanica. Il racconto è suddiviso nelle quattro stagioni e non manca una parte dedicata ai consigli eco-friendly – ma sì, chiamiamoli così. Alcuni abbastanza banali, ma si sa, se dovete regalare un libro ad un ragazzino/a, questo potrebbe essere un’ottima scelta.

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Sesta posizione. Finisco con un libro un po’ assurdo, o meglio un libro che la dice lunga su dove stiamo andando. L’autore è il giapponese Qing Li, e il libro si intitola: Shinrin-yoku. Immergersi nei boschi. Il metodo giapponese per coltivare la felicità e vivere più a lungo (Rizzoli editore). Lo Shinrin-yoku è la teoria giapponese del bagno nella foresta per ritrovare il proprio equilibrio (trovate anche il libro di Yoshifumi Miyazaki sullo stesso argomento.

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Dicevo che questo libro mostra implicitamente dove sta andando la società. Mi spiego. Passeggiare nei boschi è bellissimo, se hanno scritto un libro a proposito significa che molte persone hanno dimenticato quanto sia bello passeggiare nei boschi. Ma qui da noi, che si lavora anche di domenica e solitamente “non si trova mai il tempo di…”, questo rapporto con la Natura lo si sta perdendo pian piano. Tristezza natalizia. Ecco perché all’inizio del post dicevo che le pubblicità mi rattristano: sono rivolte solo ad un pubblico di persone e ci ripropongono quei miti di plastica che ormai da una decina d’anni hanno perso qualsiasi senso, che non sia quello prettamente economico. Come le macchine di grossa cilindrata, che “ruggiscono” della loro potenza di cavalli. Lo sviluppo adesso deve essere il meno-rumore, il silenzio delle ibride. Ma qui scivoliamo su un altro tema che non voglio toccare nel periodo natalizio.

Bene, spero che i miei suggerimenti vi siano piaciuti e, anche se leggerete altri libri diversi da questi, buona lettura!

Nell’Otello di Shakespeare…

“Dipende da noi essere in un modo piuttosto che in un altro. Il nostro corpo è un giardino, la volontà il giardiniere. Puoi piantare l’ortica o seminare la lattuga, mettere l’issopo ed estirpare il timo, far crescere una sola qualità di erba o svariate qualità, lasciare sterile il terreno per pigrizia o fecondarlo col lavoro. Il potere e l’autorità dipendono da noi.”

William Shakespeare

[…]

Immagine in evidenzaThe Chandos Portrait of William Shakespeare, 1600 ca., olio su tela, 55,2 x 43,8 cm, attribuito a John Taylor, National Portrait Gallery, Londra.

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Pelle di spine – romanzo manuale

Ci saranno giorni, lo so, durante i quali sarà difficile stare nel vaso. Altri invece saranno stupendi. Perfetti. Io sola nel mio vaso, con la mia terra intorno. E tutti gli altri fuori”.

Come spesso accade, il punto di partenza è un amore, un grande amore, quasi una mania, perché attendere anni per vedere un fiore spuntare da un mucchio di spine, sì, è un chiodo fisso, un’ossessione. Il punto di arrivo: un libro, una storia, una donna. Pelle di spine è un Romanzo Manuale, uno scritto appassionato che, pagina dopo pagina, svela come è possibile impostare la propria vita aspettando un evento incredibile: la fioritura di un cactus. E di come riempire il tempo negli anni della attesa.

La passione per le piante grasse è per la prima volta trattata in modo personale, non nozionistico né didascalico. Pelle di spine è un lavoro corale scritto a quattro mani e a sei occhi, quelli di Annarita Manera, Matteo Ragni e Saverio Chiappalone: è un Romanzo Manuale che mette al centro della storia, la biografia di un’imprenditrice, l’amore per le piante di uno scrittore e le immagini di un fotografo ignaro.

L’idea del libro è quella di intrattenere, educare e divertire gli appassionati di piante, così come tutte le persone che vogliono leggere ma che non lo fanno, perché i libri troppo scritti spaventano.

SINOSSI

L’argomento guida è come coltivare e usare le piante grasse. Nozioni e tecniche di coltivazione, manutenzione e di gestione delle piante. Pelle di spine – Romanzo Manuale rende accessibile a tutti il mondo delle piante, in particolare le piante grasse che sono una mania per molti appassionati. Raccontare di piante e di persone che vivono con le piante. Belle ed evocative immagini in bianco e nero completano il testo e anticipano il quarto capitolo, dedicato a delle pratiche schede tecniche corredate da fotografie a colori “rubate” dalla vita vera di un collezionista di piante grasse.

AUTORI

Matteo Ragni è un tecnico delle piante, uno scrittore di piante e nel suo blog si definisce “La voce delle piante”. Ha all’attivo più di 200 articoli sulla produzione e sulla commercializzazione delle piante. Ha un’insana passione per la scrittura e per le chiacchiere. Collabora con diverse aziende israeliane, olandesi e italiane per le quali si occupa di pianificazione della produzione e consulenza commerciale. matteoragni.eu

Annarita Manera è un’imprenditrice e una tennista che gestisce l’azienda Cactusmania. La sua grande passione e conoscenza l’hanno resa una delle principali produttrici europee di piante grasse e succulente. Il suo tempo libero lo dedica al tennis con lo stesso impegno che usa per gestire un’azienda agricola con 20 dipendenti. I risultati in entrambi gli ambiti non mancano. Gestisce la pagina Facebook aziendale e altri media con decine di migliaia di appassionati. cactusmania.it

Saverio Chiappalone è nato a Sanremo nel 1966, vive e lavora come fotografo a Ventimiglia. Ha all’attivo molte mostre e svariate collaborazioni nel mondo dell’arte, della moda e del giornalismo. saveriochiappalone.it

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Pelle di spine – Romanzo Manuale

di Matteo Ragni e Annarita Manera

Fotografie di Saverio Chiappalone

Prefazione Moritz Mantero, presidente Orticolario

Edizioni Laboratorio Verde, 160 pagine colori. 14,90€

Distribuito da EDIZIONI LABORATORIO VERDE S.R.L.S.

Via Pasubio 16, 21020 BREBBIA (VA)

Tel: 0332 98 92 11 Email: info@laboratorioverde.net

CALENDARIO MARZO MAGGIO 2018

Domenica 18 marzo alle 17.30 a Agricola in occasione di Varese Cactus 2018, via Pisna 1, Varese.

Mercoledì 4 aprile alle 18:00 a Rinascente Roma Tritone in occasione di The Green Life

Mercoledì 18 aprile alle 18:00 a Rinascente Milano in occasione di The Green Life

Lunedì 7 maggio presso Flo’ Fiori a Bologna

 

Il giardino dei fiori segreti

Cristina Caboni, autrice del bestseller Il sentiero dei profumi, ci regala un nuovo romanzo emozionante e avvincente, dove il giardino e i fiori sono la cornice del mistero che Iris e Viola devono riuscire a svelare.

Iris e Viola, due gemelle che sono state separate nella prima infanzia, per vent’anni non hanno saputo dell’esistenza l’una dell’altra. Tutte e due amano i fiori e il giardinaggio e, in una fiera vivaistica a Londra… si incontrano. Non si riconoscono subito, ma capiscono che quella loro somiglianza non è casuale, e che c’è qualcosa che va riportato alla luce. Nasce così un desiderio di conoscere meglio se stesse e il loro passato.

L’intreccio del romanzo è avvolgente e ricco di colpi di scena, di segreti e di forti sentimenti.
Il giardino della famiglia Donati, dove si svolge gran parte della storia, racchiude il segreto che deve essere svelato, perché è lo stesso giardino – che non regala più nessuna fioritura – a dover “guarire” grazie alle cure delle gemelle. Solo Iris e Viola possono salvarlo e allo stesso tempo capire il profondo di loro stesse.

Ogni capitolo si apre con la descrizione di una pianta o di un fiore e il giardino diventa il luogo magico dove curare l’anima. Il percorso narrativo ed emotivo che le due sorelle si apprestano ad intraprendere sarà difficile e faticoso, ma porterà ad una nuova consapevolezza di se stesse e del loro destino, perché “tra le spine ogni rosa cresce più forte”.

Vi consiglio di cuore questo appassionante racconto che ci mostra come la cura di fiori e piante non sia un semplice passatempo, ma possa diventare un modo per conoscere e riflettere su noi stessi e, insieme, un dialogo interiore tra noi e il mondo.

CABONI, CRISTINA, Il giardino dei fiori segreti, Garzanti, Milano 2016, pp. 360.

Il giardino dei fiori segreti

Aspetto… [1]

Cosa fa il giardiniere o l’ortolano a Gennaio?
Aspetta. Rileggendo il divertente e pungente “L’anno del giardiniere” di Karel Čapek, sposo in pieno la sua frase “[…] in gennaio il giardiniere soprattutto coltiva il tempo.”

È un libercolo, quello di Čapek, divertente e spiritoso: un giardiniere neofita alla prese con manuali di giardinaggio per riuscire a sistemare il suo giardino. Ma il libro è anche un’esperienza vissuta dallo stesso autore, che nel 1925 comperò assieme al fratello una casa alla periferia di Praga, con un ampio giardino. Un po’ di ironia ci vuole nella vita, e soprattutto per noi giardinieri alle prese con semi, piante, terreni, periodi di fioritura e di potatura. Avevo già parlato in questo blog di questo libercolo, e ve lo voglio consigliare ancora una volta. Qualche lettura, se avete tempo, è buona per coltivare i propri interessi oltre il giardino, per espandere i propri confini… aspettando la primavera.

L'anno del giardiniere

Peperoncini 32+1 varietà da scoprire

Vi piacciono i cibi piccanti? Questo libro fa per voi!
Tante ricette con tante diverse specie di peperoncini e, aggiungo, tanta acquolina in bocca!
Il libro è di Sandra Longinotti, food stylist, blogger e giornalista freelance – visitate il suo blog per scoprire tutta l’Arte della cucina!

Peperoncino

Un linguaggio chiaro ed essenziale e un libro pratico, da tenere in cucina e utilizzare per preparare piatti unici che desteranno l’ammirazione dei vostri ospiti – dagli stuzzichini, ai primi piatti, ai secondi, alle insalate, per finire con … tre dolci speciali.

Dopo alcune pagine di introduzione, nelle quali si parla della storia e delle proprietà dei peperoncini, della scala Scoville (che ritroverete nel libro sotto forma di fasce colorate per determinare il grado di piccantezza della ricetta), iniziano subito le ricette! Due pagine con descrizione della pianta e foto della specie del peperoncino (tra parentesi, foto bellissime del fotografo Marino Visiballi, uno dei maestri della fotografia food italiana), e altre due pagine con gli ingredienti e la ricetta – corredata da foto che ci mostra il piatto finito. Le bellissime foto sono di Marino Visigalli, uno dei maestri della fotografia food italiana.

Utilissimi, a fine libro, l’indice dei peperoncini e delle ricette, e gli indirizzi di vivai e mercatini dove potete trovare le varie specie di peperoncino presenti nel libro.

Quello che poi ho apprezzato di questo libro sono i suggerimenti pratici non solo su come scegliere le varie specie di peperoncino, ma su come coltivarlo e poi portarlo in cucina. Chi vive nel sud Italia ovviamente è avvantaggiato, ma non disperino gli orticoltori del freddo nord, perché vi posso garantire che anche nelle nostre regioni le piante di peperoncino possono crescere vigorose e darvi degli ottimi frutti… da usare in cucina!

LONGINOTTI, SANDRA, Peperoncini 32 + 1 varietà da scoprire, Nomos Edizioni, Varese 2015, pp. 166, ill. Euro 14,90

Peperoncini

Una seconda natura

Per dire tutta la verità, questo libro l’ho trovato un po’ difficile da leggere, e per essere sincero non l’ho letto tutto. L’ho letto a tratti, saltando di pagina in pagina. La prosa l’ho trovato un po’ pesante, non fluida come piace a me. Ma comunque è un libro che vi consiglio. Perché l’ho voluto leggere? Per avere l’opinione su orti e giardini da una persona che vive oltre l’Oceano, in America, e che considera il giardino (e l’orto) in modo diverso da noi europei. A cominciare dalla recinzione. Agli americani non piace l’hortus conclusus.

“Per i puritani , tutto il paesaggio americano era una terra promessa, uno spazio sacro, e tracciare confini intorno ad alcune sue parti equivaleva a mettere in discussione questa idea fondamentale.” (p. 57)

Il libro ruota attorno ai concetti di cultura e di natura. Essendo il giardino una seconda natura, creata dall’uomo ad emulare la Natura stessa (e il concetto che di questa abbiamo), il rapporto che viene a crearsi può essere di diversi tipi: di scontro, di emulazione, ideologico, o addirittura politico. L’ordine che vogliamo dare al nostro giardino è l’ordine della natura? O è un ordine creato dalla società, di cui rispecchia ideologie e valori?

Questo rapporto viene vissuto in prima persona dall’autore, che ha deciso di sistemare l’orto e il giardino nella sua proprietà nel New England. Le più belle intenzioni si scontrano con la forza stessa della natura – erbacce in primis che invadono orto e giardino – e gli ospiti che banchettano con le primizie dell’orto, delle testarde e combattive marmotte che devastano le colture appena piantate dal nostro autore. Orto e giardino diventano il pretesto per ripensare al rapporto uomo/natura, tanto da chiedersi se le erbacce siamo noi (Cfr. cap. VI). Le ideologie e i più buoni propositi cominciano a scontrarsi con la realtà delle cose, e ogni gesto del giardiniere diventa spunto per una riflessione teorica e filosofica, fino al punto in cui l’autore formula una ipotesi (quasi) definitiva:

“[..] d’ora in poi coltiverò carote bellissime senza un attimo di riflessione […]. Può darsi perciò che il pollice verde sia proprio questo, una forma particolare di memoria: un compendio di piccole storie, distillate fino al punto in cui il giardiniere può attingere i loro insegnamenti senza nemmeno pensarci.” (p. 149)

Per riassumere, un libro che vi consiglio a metà. Interessante per certi aspetti, poco o per nulla interessante per altri. Mi ha comunque fatto piacere avere letto anche un punto di vista da oltre Oceano 😉

POLLAN, MICHAEL, Una seconda natura, Adelphi, Milano 2016, pp. 309 (tit. orig. Second Nature. A Gardener’s Education, 1991.

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Il grattacielo verde di Milano

UN BOSCO VERTICALE: IL GRATTACIELO VERDE DI MILANO RACCONTATO DA STEFANO BOERI

Sabato 14 maggio, ore 17
Villa del Grumello – Como
Via per Cernobbio 11

Stefano Boeri dialoga con Michele Pierpaoli, Roberta Peverelli e Tommaso Sacchi
Coordina Salvatore Amura

Prosegue il cammino verso la sedicesima edizione di Parolario, la manifestazione dedicata ai libri e alla lettura che si terrà dal 16 al 25 giugno a Como: sabato 14 maggio alle 17 presso Villa del Grumello a Como Stefano Boeri presenterà “Un bosco verticale” (Corraini, 2015), libro dedicato al celebre grattacielo verde di Milano, riconosciuto a livello internazionale.
Durante l’incontro, organizzato da Parolario con l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli IED, l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Como e la collaborazione della Associazione Villa del Grumello, l’autore dialogherà con Michele Pierpaoli, presidente dell’Ordine, Roberta Peverelli, architetto e project manager di Peverelli srl e Tommaso Sacchi, consigliere del Comune di Firenze per gli eventi culturali e responsabile di Estate fiorentina. Coordinerà Salvatore Amura, presidente e amministratore unico di Accademia di Belle Arti Aldo Galli IED di Como.

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Il libro

“Un bosco verticale” è il libro in cui Stefano Boeri racconta il progetto di quello che è diventato, persino prima di essere terminato, uno degli edifici più emblematici di Milano; un tentativo di introdurre nell’architettura un concetto fino ad ora estraneo: la biodiversità. Il bosco verticale non è infatti un edificio pensato unicamente per essere abitato dagli uomini ma anche da altre specie (uccelli, insetti) che l’inarrestabile predominio del cemento ha allontanato dalle nostre città. Il libro è diviso in quattro parti: “Alberi e umani”, un testo che racconta la nascita e lo sviluppo del progetto; “Storie dal Bosco Verticale”, con alcuni piccoli racconti illustrati da Zosia Dzierżawska; il “Dizionario illustrato del Bosco Verticale in 100 voci”, che raccoglie i concetti chiave del progetto e infine “Bosco Verticale: Imparare dal I BV”, che modellizza l’esperienza per permettere la riproduzione altrove di progetti analoghi.

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Stefano Boeri
È architetto e Professore di Progettazione Urbanistica presso il Politecnico di Milano, dove dirige il laboratorio di ricerca multiplicity.lab. Dal 2004 al 2007 è stato direttore della rivista “Domus” e da settembre 2007 dirige la rivista “Abitare”. Lo studio Stefano Boeri Architetti si occupa di progettazione di edifici e spazi aperti in aree urbane europee da valorizzare o recuperare. Boeri ha fatto parte, insieme a Richard Burdett, Jacques Herzog e William MacDonough, della Consulta architettonica internazionale nominata per sviluppare il Concept Masterplan dell’Expo Milano 2015.

Ingresso libero.

Cuochi si diventa 2

Mangiare, mangiare, mangiare.
È il leitmotiv delle feste natalizie. Mangiare con i familiari, con gli amici, con gli amici degli amici. E uno dei discorsi preferiti da noi italiani, durante pranzi e cene, è il mangiare.
Difficile dire di no ad un invito a cena in questo periodo. Si può fare certo, ma è difficile. E così si mangia ancora, e ancora e ancora.
Vi sembrerò noioso, ma oggi voglio consigliarvi un libro che, come avrete capito dal titolo, riguarda proprio il cibo. L’autore, Allan Bay, è giornalista nel settore enogastronomico, e il mangiare e la cucina sono i suoi hobby prediletti.

Personalmente non sono un grande cuoco, né tantomeno un intenditore di vini – sono quasi mezzo astemio a dir la verità. Ma, ogni tanto, mi piace mettermi alla prova con pentole e fornelli, soprattutto se i prodotti sono quelli del mio orticello. Ecco perché ho scelto di leggere questo libro. Mi sono detto: “vediamo se riesco ad aggiungere qualche termine (leggi piatto) al mio vocabolario culinario”.

Il libro mi è piaciuto. Scritto in modo chiaro, ricco di consigli e ricette. Quello che ho apprezzato di più è il tono: Allan Bay suggerisce, ha le sue idee e i suoi gusti, ma non li fa diventare una religione alla quale non puoi trasgredire. Mi sono piaciuti molti i piccoli capitoletti che si rincorrono nel libro, tra una ricetta e l’altra, sul “Politicamente scorretto”, in particolare: “si può mangiare bene spendendo poco?” (pag. 206). La risposta è no, e ne sono convinto anch’io. Se la cucina la vuoi considerare un’arte, devi lasciare al cuoco la possibilità di utilizzare i migliori ingredienti, di avere personale qualificato e strumenti all’altezza del suo mestiere. E questo ha un costo!

“[…] altro è il nutrirsi […] dare al nostro corpo le calorie necessarie con una piacevolezza sufficiente, garantiti dal punto di vista sanitario, giustamente a un prezzo conveniente. […] Ma il mangiare bene, molto bene, è un’altra cosa.” (pag. 206)

Lo stesso concetto – qualità del lavoro e prezzo della prestazione – lo si dovrebbe applicare a tutti gli ambiti possibili nella nostra società. Vi faccio un esempio, che mi ha colpito. Qualche giorno fa, prima delle feste, gironzolo a ufo in un centro commerciale della mia città – qualche volta mi piace gironzolare a ufo nei centro commerciali, li considero dei musei d’arte contemporanea dove non paghi il biglietto d’ingresso, tutte quelle merci sugli scaffali sono opere d’arte!
Nel mio gironzolare vedo un nuovo negozio di abbigliamento. Grande e ben curato nell’allestimento. Butto un’occhiata e vedo i prezzi. Costa così poco un cappotto? Un giubbino con un prezzo ridicolo! È mai possibile? Entro. Gironzolo anche lì dentro. Prima guardo i vestiti, poi le etichette. Eccolo il trucco del cappotto. 5% di lana, 95% di poliestere! Scusatemi, ma questa roba per me è già spazzatura! E una bestemmia al lavoro e alla qualità. Preferisco comperarmi un cappotto uno ma fatto bene piuttosto che 3 di questi. Anche se lo pago di più. Anzi, sono contento di pagarlo di più, mi sento meglio con la mia coscienza… mio parere personale. E chiusa la parentesi sui cappotti.

Ritorniamo al libro. Bellissima l’apertura con dei brevi paragrafi titolati e dedicati ai tipi di olio – e anche qui un discorso sulla qualità oggettiva dell’olio buono e dell’olio meno buono, a prescindere dal tipo d’olio che poi una persona utilizza – e ai grassi usati in cucina – burro, margarina, panna e strutto.
E poi tante ricette. Dagli antipasti, al finger food, alla pasta, alle zuppe, alle carni, ai dolci…
Cosa ho scoperto di nuovo con questo libro per la mia cucina?
Le alghe. Devo assolutamente provarle!

BAY, ALLAN, Cuochi si diventa 2. Le ricette e i trucchi della buona cucina italiana di oggi, Feltrinelli, Milano 2004, pagg. 313.

Cuochi si diventa

Coltivare senz’acqua

Waterless Farming è il titolo del libro di Francis Freeman che ci spiega i metodi da lui utilizzati per coltivare senz’acqua, risparmiando soldi, tempo e fatica.
Con un linguaggio chiaro e una trattazione fluente, l’autore ci porta a conoscere varie tecniche che permettono la coltivazione con un utilizzo minimo e addirittura assente di acqua.

“I metodi proposti in questo libro sono tutti basati su sperimentazioni ed applicazioni pratiche compiute su terreni di mia proprietà, oltre che sulle esperienze personali di ormai sempre più agricoltori, in possesso di appezzamenti di terreno più o meno grandi, sparsi in ogni zona del mondo.” (dalla Prefazione, pag. 2)

I motivi che hanno spinto l’autore a sperimentare di prima persona queste tecniche sono essenzialmente cinque:
1) il costo economico dell’acqua;
2) la perdita di tempo dovuta all’irrigazione manuale;
3) lo spreco di risorse (economiche e di tempo) dei sistemi di irrigazione automatica;
4) la possibilità, con il Waterless Farming, di evitare alcune lavorazione del terreno;
5) il sapore più e il nutrimento che guadagnano le colture con la tecnica del Waterless Farming.

A questi motivi pratici si aggiunge anche una motivazione etica, che ci dovrebbe spingere alla salvaguardia di questo elemento prezioso che garantisce la vita nel nostro pianeta. Waterless Farming è un libro che vi consiglio perché sicuramente ne potrete trarre delle tecniche utili per il vostro orto – dalle tecniche avanzate di pacciamatura, al metodo di Jean Pain, etc.

“Le nuove tecniche proposte dall’autore sono di semplice applicazione per ogni tipo di terreno, garantendo al contempo una straordinaria efficacia. Il linguaggio adottato è facilmente comprensibile e privo di tecnicismi, prediligendo un approccio pratico e diretto, in grado di farci ottenere risultati ottimali fin da subito.”

FREEMAN, FRANCIS, Waterless Farming. La soluzione per coltivare senza acqua: risparmia anche tu soldi, tempo e fatica!, Ed. Youcanprint, 2015, pagg. 113, ill.

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