A fine 2020 cerco colori, tra una restrizione e l’altra. Girovago nel mio quartiere per sgranchirmi le gambe e rifarmi gli occhi dai bianchi muri della mia casa.
Giornata di sole, fortunata. Tra le vie quasi deserte – ma poi trovo qualcuno che corre, tanti che portano a spasso il cane, ma è anche vero il contrario, genitori con i figli sulla piazza della scuola – mi attirano i colori accesi delle bacche, qualche rosa sbocciata, il geranio tutto appassito che dondola mosso da un leggero e freddo vento. In montagna ha nevicato.
Qui in pianura ha piovuto. Per uscire dal grigiore sto cercando dei colori nel mio quartiere. Cammino tra le strade con tante auto parcheggiate. Ferme ed immobili come mai le avevo viste. Altre bacche rosse, le foglie cadute sul piccolo parco del quartiere.
I palazzi che si riflettono sulla grande pozzanghera che si è formata ai piedi dell’albero sulla piccola piazzetta che divide tre bar e tre strade diversi. Riflesso nell’acqua che si è formata i rami spogli degli alberi, le stelle degli addobbi di Natale, il cielo azzurro e silenzioso di questa giornata che porterà alla fine dell’anno.

Mi rimetto in cammino cercando i colori che mancano in questi giorni d’inverno e di covid.
Ancora bacche rosse, scintillanti, e rose bianche, che ho dimenticato di potare…