Nella terra vangata, oltre alla malerba, è spuntata una faccia di una improbabile divinità.
L’avevo sepolta questa primavera, ma è resuscitata per chiedermi un perché di tanto cattivo gesto.
Come un ricordo che non vuole essere dimenticato rimarrà lì, nel campo, per tutto l’inverno.
Poi, forse, a primavera gli troverò una nuova dimora.