A Collecchio sta nascendo il Bosco del Molino

Il Presidente Alberto Figna spiega com’è nato il progetto: «I 18mila alberi piantatinel terreno adiacente allo stabilimento di Collecchio, rappresentano il nostroatteggiamento virtuoso: i miei nonni mi hanno insegnato che l’azienda non è nostra,siamo semplici traghettatori che hanno il dovere morale e l’obbligo professionale dilasciare il Molino in condizioni migliori a chi, in futuro, se ne prenderà cura»

Un bosco che nasce dall’amore, dal rispetto per la terra, per la natura e dalla passione per il grano. Il Bosco del Molino è un ambizioso progetto visionario, scaturito dalla pulsione e dall’attenzione all’ambiente che i mugnai di Agugiaro&Figna Molini trasmettono da padre in figlio, da generazione in generazione. Il rispetto per la terra coltivabile e il suo utilizzo, rivestono una grande importanza per la storica azienda molitoria che trova le sue radici nell’impegno di salvaguardare l’ambiente attraverso una serie di atteggiamenti virtuosi. «Viviamo dei frutti della terra e per questo siamo ad essa riconoscenti», spiega Alberto Figna, Presidente dell’Azienda molitoria. «Nel DNA delle nostre famiglie (sia Agugiaro sia Figna, ndr) è insita l’attenzione profonda verso l’ambiente, la passione e una grande volontà di far bene il nostro lavoro puntando alla compatibilità fra lo sviluppo delle attività economiche e la salvaguardia del mondo agricolo». Una passione, quella di Alberto Figna, nata già nel periodo della sua infanzia quando le giornate si dividevano fra molino, i campi di grano e la casa paterna. «Il bosco rappresenta per me un rifugio – continua – È un luogo di rigenerazione: camminando in mezzo agli alberi trovo pace, benessere e giovamento; racchiude proprietà curative per la mente e ogni persona dovrebbe essere grata all’ambiente naturale che lo circonda. Ciascuno di noi dovrebbe prendere coscienza di ciò assumendo atteggiamenti più responsabili, limitando, il più possibile, l’impatto ambientale». Aumentare il senso di responsabilità verso ciascun individuo: anche questo è uno degli obiettivi de Il Bosco del Molino, 13 ettari di terreno che stanno dando dimora ad arbusti, alberi ed essenze officinali, in un habitat naturale per la biodiversità vegetale e ambientale. Il Bosco sta sorgendo nel terreno adiacente allo stabilimento aziendale di Collecchio (Parma) e nel concreto il nuovo polmone verde sarà in grado di assorbire tutta la CO2 emessa dagli impianti di Agugiaro & Figna Molini nello svolgimento del processo molitorio dei quattro stabilimenti (Curtarolo, Collecchio, Molini Fagioli a Magione e Rivolta D’adda a Cremona in Lombardia). L’iniziativa di riqualificazione ambientale, portata avanti e ideata da Agugiaro&Figna Molini attraverso la collaborazione con il CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali) è una delle tappe del viaggio dell’azienda per sostenere il territorio e la sua biodiversità, impegnandosi in scelte sempre più eco-sostenibili.

Bosco del Molino

L’inaugurazione è prevista il 21 novembre, in occasione della giornata nazionale dedicata agli alberi. È stata dello stesso Figna l’idea di acquistare, nel 2005, il grande terreno adiacente al Molino di Collecchio: «Non ho mai avuto grandi velleità – spiega il presidente – Quando mi affacciavo ad una delle finestre dello stabilimento e osservavo il terreno adiacente vuoto e spoglio, pensavo a quanto bello sarebbe stato lavorare accanto ad un bosco per lanciare un monito alle future generazioni: i miei nonni mi hanno insegnato che l’azienda non è nostra, siamo semplici traghettatori che hanno il dovere morale e l’obbligo professionale di lasciare il Molino in condizioni migliori a chi, in futuro, se ne prenderà cura». Il progetto del Bosco, in realtà, rappresenta soltanto uno dei principi perseguiti dall’azienda verso i lavoratori, l’ambiente e la collettività. L’impegno di Agugiaro&Figna all’assunzione di un atteggiamento responsabile non è volto soltanto direttamente all’ambiente, ma anche alle persone. Infatti, l’azienda ha ottenuto la certificazione etica attraverso la quale s’impegna al rispetto della persona e delle pari opportunità, all’imparzialità, alla trasparenza e correttezza delle informazioni, alla tutela della riservatezza anche nell’uso dei sistemi informatici e telematici, alla garanzia di una buona e corretta governance verso i dipendenti e la collettività. «Acquistiamo energia elettrica soltanto da fonti rinnovabili certificate, ad esclusione del fotovoltaico – continua Figna – Premesso che la sostenibilità bisogna farla, invece che parlarne soltanto, noi abbiamo acquistato il terreno adiacente allo stabilimento esattamente 16 anni fa; da allora abbiamo studiato accanto a professionisti, scienziati, geologi, ingegneri e paesaggisti il futuro polmone verde di Collecchio». Si è trattato di uno studio continuo che fino ad oggi non si è mai fermato e che non si fermerà con l’inaugurazione del 21 novembre: «Perché speriamo – ha concluso Figna – che questo progetto sia soltanto l’inizio e possa servire da esempio ad altre persone, non soltanto aziende, capaci di avere una visione lungimirante e di aiutare il nostro pianeta».  Il rispetto per l’ambiente è stato applicato nei più piccoli particolari. La pacciamatura (ovvero l’operazione attuata in agricoltura e giardinaggio che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe) è stata realizzata attraverso l’utilizzo di paglia. Mentre, ad esempio, per le protezioni delle piante è stato utilizzato materiale naturale, evitando così l’utilizzo della plastica.  Infine, gli spazi fra le piante sono stati sviluppati, studiati e realizzati nel rispetto delle biodiversità per permettere la sua salvaguardia e favorire il suo sviluppo.

Bosco del Molino

C’è molta curiosità da parte dei clienti di Agugiaro&Figna, degli abitanti della zona, ma anche da parte di altre aziende di settori differenti a quello molitorio per il progetto che sta “sorgendo” a Collecchio.  Il percorso di sostenibilità aziendale raggiunge con Il Bosco del Molino una tappa fondamentale, confermando l’impegno ad attuare scelte sostenibili a livello locale che hanno altresì un’influenza e una ricaduta positiva sul sistema globale. «Chi vive a stretto contatto con la terra – continua Figna – sa bene che essa restituisce quello che le viene dato: un atteggiamento scorretto può essere un boomerang». Per questo l’idea che ispira “Il Bosco del Molino” è di strutturare l’azienda dando ad essa la capacità di guardare al futuro con rispetto verso il territorio locale e verso chi ci vive, proteggendo l’ambiente come un patrimonio non rinnovabile. “Il Bosco del Molino”, una volta ultimato sarà patrimonio di tutti. Come? Per esempio, attraverso l’ideazione e costruzione di appositi spazi che saranno destinati all’utilizzo delle scuole, della ricerca didattica, destinati a divenire punti di riferimento per generare ed ospitare conoscenza, cultura e arte. Tra i progetti in fase di realizzazione anche alcuni itinerari formativi tematici nel settore agroalimentare da realizzare all’interno del Bosco, destinati agli alunni e ai Dirigenti scolastici della Regione Emilia Romagna. «Spero che la realizzazione de Il Bosco del Molino possa insegnare alle persone ad ascoltare ed imparare dalla natura. Perché gli alberi insegnano a chi sa capire, a chi ha il cuore per ascoltare. Ogni bosco ha la capacità di aprire la mente di ciascuna persona: ora è tempo che ognuno di noi faccia qualcosa per la vita e la salvaguardia della natura».

Bosco del Molino

I numeri. 
Alberi: 18.000 tra arbusti, alberi ed essenze officinali 
Ettari: 13 in totale, 10 di bosco naturale e 3 di pioppeto
CO2: fino a 220.000 kg / anno, compensando le emissioni totali degli impianti dell’azienda nello svolgimento delle attività di trasformazione del grano.

Chi è Agugiaro & Figna Molini
Dal XV secolo il Gruppo Agugiaro&Figna si prende cura e macina il grano. «Ogni singolo chicco di grano, così come ogni varietà, racchiude il senso del viaggio che esso percorre, partendo dal campo con la semina, per poi, attraverso un processo lento e gentile, arrivare alle nostre tavole». Questa è la filosofia che guida e anima il lavoro dell’azienda che da ben sei generazioni si dedica con passione, conoscenza, tecnica e dedizione alla molitura.

Secondo Agugiaro&Figna la farina racconta una storia, anzi differenti storie tra loro unite da un unico elemento: la farina. Questa è la magia del grano racchiusa nella capacità di parlare delle persone che lo lavorano con rispetto, coscienza e tecnica in un continuo dialogo fra tradizione e innovazione; ma esso ci racconta anche del territorio e delle sue qualità, della storia e delle sue caratteristiche. Da qui, proprio dal campo inizia l’impegno per il rispetto dell’ambiente, del lavoro, dell’alimentazione e delle persone.

L’attenzione dell’Azienda verso gli aspetti funzionali della farina l’ha portata ad essere la prima a sviluppare una linea specifica per la pizza e a produrre lievito madre. È stata realizzata una gamma di prodotti per ciascun settore alimentare: cucina, pasticceria, panificazione, pizzeria, sperimentando caratteristiche e interazioni con altri ingredienti. I valori guida dell’Azienda puntano a preservare la genuinità del grano, a garantire prestazioni tecniche rilevanti e ad assicurare un ambiente sostenibile. La macinazione è gentile e graduale, di mono varietà di grano, per rispettare le qualità native. La qualità tecnico-funzionale è assicurata dalla miscelazione delle farine in prodotti bilanciati di diverse caratteristiche.  La passione per la qualità e per la naturalità che dirige le scelte verso l’adozione di energia da fonti rinnovabili, verso farine biologiche, verso nuove estrazioni che esaltano l’autenticità del grano.

L’azienda sviluppa la sua filosofia del “saper fare” partendo da una convinzione: per costruire il futuro bisogna prima immaginarlo. Così si evolve e nascono idee innovative: creando nuove vie illuminate per raggiungere traguardi che non rappresenteranno mai la fine di un viaggio, ma soltanto l’inizio di una rivoluzionaria ricerca.  È questa la filosofia che ispira il “fare impresa” di Agugiaro & Figna Molini.

Storia ed evoluzione, incontro e confronto sono gli elementi propulsori dai quali nasce MIA, acronimo di Macinazione Integrata® Autentica, il cui brevetto è stato ottenuto nel 2018 e concepita attraverso l’utilizzo di un innovativo processo che associa due tipi di molitura: la più tradizionale a pietra con la moderna a cilindri. La macinazione integrata concilia quanto di meglio la tradizione e la tecnologia insieme offrono per ottenere sfarinati integrali o semi-integrali di granulometria mirata e precisa, igienicamente più sicuri, con prestazioni sempre costanti e stabili, con una shelf life superiore alla media e nel pieno rispetto delle caratteristiche native del chicco. I sapori e gli aromi sono intensi, con un alto grado d’igienicità e salubrità non riscontrabili nei processi tradizionali. MIA sprigiona il sapore della farina rivoluzionario, non solo per il metodo innovativo con il quale si sviluppa il processo molitorio, ma anche e soprattutto per il bouquet aromatico che essa racchiude.

Il processo molitorio ha inizio con la selezione delle migliori qualità di grano, in seguito esso viene analizzato in laboratorio per garantire l’integrità, prima di essere processato. Attraverso una decorticazione sapientemente calibrata, il chicco viene pulito delle impurità esterne: la leggera abrasione che avviene attraverso il processo di decorticazione garantisce elevati livelli igienico-sanitari. Una volta spogliato dalle impurità esterne, il chicco viene macinato con un tradizionale molino a pietra. In questo modo si mantengono i profumi e i sapori autentici del grano. Il processo d’integrazione è completato con la macinazione a cilindri: viene calibrata la granulometria della farina, così da garantire grandi prestazioni e costanza nel tempo.

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Lake Como International Music Festival

È con immenso piacere che riusciamo anche quest’anno a comunicare la stagione del LakeComo Music Festival giunto alla sua 16° edizione.

Anche quest’anno vi offriamo un programma vario con artisti di altissimo livello. Come sempre i nostri concerti si svolgono in ville e giardini o sedi di particolare interesse. Accanto ai concerti sono incluse visite a musei e passeggiate che pensiamo possano rendere ancor più gradevole e ricca l’esperienza di un concerto dal vivo.

Per ovviare alla capienza ancora limitata delle sale in varie occasioni abbiamo aggiunto la possibilità di seguire il concerto in cuffia wifi con audio 3D-HD: questo vi permetterà di vivere il concerto anche all’esterno passeggiando per i giardini o creando il vostro personale scenario per la musica che verrà trasmessa in tempo reale con un audio immersivo come se foste accanto ai musicisti.

Abbiamo pensato anche di superare i confini territoriali inserendo due concerti in streaming ambientati in due bellissime location: Villa Vigoni e Villa Parravicini Revel.

Vi ringraziamo fin d’ora per sostenere anche quest’anno il festival partecipando ai nostri concerti!”

Floraleda Sacchi
Direttore artistico del LCF

Milano Saxophone Quartet
Maurizio Mastrini (pianoforte)
Claude Hauri (violoncello) Corrado Greco (pianoforte)

Scopri tutti gli appuntamenti…

Domenica… in città

Per me la domenica – almeno quando sono a casa – è il giorno delle lavatrici, del giardino, del Leopardi.

Delle lavatrici perché domenica l’energia elettrica è in fascia 3, cioè è la fascia più economica – poi c’è la fascia 2 e la fascia 1, la più costosa. Anche se vado via, una lavatrice al mattino la faccio comunque. Se sono a casa ne faccio anche tre e a volte quattro.

Poi è la giornata del giardino, perché comunque riesco sempre a ritagliarmi del tempo anche solo per osservare fiori e insetti.

E infine è la giornata del Leopardi. E voi vi chiederete perché proprio del Leopardi e non – che so – del Foscolo o del Montale. Perché Leopardi nella sua poesia Il sabato del villaggio (1829) fa tante lodi al sabato, ma poi arriva la domenica (e i pensieri corrono al lunedì):

Questo di sette è il più gradito giorno,

pien di speme e di gioia:

diman tristezza e noia

recheran l’ore, ed al travaglio usato

ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Il piacere è quando la festa (la domenica) è imminente, ma non ancora presente. Poi invece quando arriva la domenica, tutti capiscono che la festa non è così bella come tutti se la aspettavano – questo secondo il Leopardi. Però caro Giacomo, dai che anche la domenica ha delle cose belle. Se solo distogli l’attenzione dagli umani pensieri, e ti metti a osservare un semplice fiore, vedrai che qualcosa di buono e di gioioso lo troverai. Anche se è domenica.

Qualche esempio di cose belle, qui sotto…

Ad esempio degli iris bianchi illuminati dalla luce del sole pomeridiana…

Oppure una farfalla cavolaia che sta planando sopra alla rucola…

O, per finire e non tediarvi ulteriormente, delle semplici margheritine di campo che ho preferito lasciare lì intatte quando ho tagliato l’erba del praticello…

Buona Domenica 😉 […]

Ancora tulipani…

Ma come: ancora tulipani?! Direte voi. Ebbene sì. Se mi piacciono… che ci posso fare? Foto, naturalmente.

Dopo la pioggia forte di ieri sera temevo di trovare tutti i petali per terra. E invece oggi è uscito il sole, e fino a poco fa il cielo era azzurro. Adesso sono ricomparse le nuvole, ma pazienza. Ho avuto il modo di fotografare nuovamente i tulipani. E anche se non erano illuminati dai raggi del sole, il loro rosso intenso – vuoi perché la primavera è appena iniziata e non c’è ancora quella sinfonia dei colori della natura che può essere riassunta nell’indicazione agogica Vivace e Allegro – mi stupiva come non mai. E così ho provato a fotografarli nella bellezza dei loro colori, e nelle curvature dei loro petali.

Ma poi, girovagando per il giardino e l’orto primaverile, ecco accorgermi anche di piccoli fiorellini, come i pansè, che guardano dell’alto dei vasi. O delle semplici ma sempre gioiose margherite di prato, che formano delle piccole isole bianche, nel verde del mio non troppo curato giardino bonsai (bonsai perché è piccolo).

Ecco dunque che questa osservazione della natura cittadina mi ritempra lo spirito. E sicuramente è una delle cose che ci salva nel grigiore di certe città e di grandi metropoli, dove i colori di cartelloni, finestre, portoni, auto e tanto altro ancora, hanno ben poco per competere con gli intensi colori della flora. Abbellire le città con piante e fiori è l’unico metodo per uscire dalla bruttura di vecchie case o di nuovi grattacieli bellissimi nelle loro forme e strutture, ma sempre artificiali e a volte inutilmente ostentati – come dice Bruno Munari, Il lusso è la manifestazione della ricchezza incivile che vuole impressionare chi è rimasto povero. Architettura e design prendono spunto dalle forme dei fiori, perché è proprio nella Natura che forma e funzione trovano il massimo grado di – o se volete, la forma segue sempre la funzione. Per concludere: progettiamo sì nuovi palazzi, nuove strade, con nuovi materiali, e utilizziamo pure i fondi del NextGenerationEU… ma ricordiamoci sempre di lasciare spazi pubblici di verde, fiori sui balconi delle case o nelle sale d’attesa, piante in ristoranti, nelle scuole e nelle aziende, perché sono loro il vero tramite tra l’essere umano e il mondo. Fine della predica del mercoledì. 

Godetevi adesso questa – breve – carrellata di tulipani e margherite prataiole 😉 

Una giornata di pioggia – Rainy day

Oggi piove, e secondo le previsioni continuerà a piovere anche domani, e forse anche dopo domani. Piove e siamo in zona arancione – in Veneto.

Nel mio quartiere non c’è quasi nessuno per strada, tranne la solita signora con il suo cagnolino bianco, che passeggia davanti alle scuole elementari. Stanno tutti a casa. Non perché siamo in zona arancione, ma perché piove. 

E ci voleva un pò di pioggia. La terra era secca. L’aria piena di polveri sottili. Una cosa che ho imparato da questa infinita pandemia è che la mascherina – FFP2, quella che utilizzo – non so se serva per proteggermi dal virus. Ma sicuramente serve a proteggermi da un pò di polveri sottili. Con questi pensieri non posso che scendere nel mio orto, sotto la pioggia, e provare a vedere se c’è qualcosa che mi tiri un pò su il morale.

Ci sono i tulipani. Sbocciati. Durerà poco la sbocciatura, ma con questa pioggia – che fortunatamente non è intensa – durerà ancora meno. Alcuni tulipani sono chiusi, e la pioggia scivola delicata sui loro petali rossi. Altri invece, sbocciati prima di questi, non hanno resistito al continuo tic-tac delle gocce. E i petali si sono aperti. Qualcuno lo troverò domani per terra, ne sono sicuro. 

Riguardando i tulipani sotto la pioggia, penso a quanto siano belli, anche nella fase del loro declino. E come le goccioline quasi li abbelliscano di più. Così vi regalo questa foto, qui sotto. Sperando di riuscire a regalarvi un sorriso, o anche una piccola ammirazione, per questo straordinario bulbo, bello ed elegante. Affascinante anche quando i suoi petali stanno per cadere…

Tulipano con gocce di pioggia
Tulipa

BUON ANNO NUOVO

Un caro augurio per un felice 2021… sperando che sia sì migliore di questo appena passato. Lo speriamo tutti.

Non ho scelto a caso questa foto di un pettirosso, che ho scattato ieri mattina nel mio giardino – e scusatemi se non è perfettamente a fuoco. Il pettirosso non è solo simbolo dell’arrivo dell’inverno, ma è anche simbolo di speranza, di rinascita e rinnovamento, perché lui resiste all’inverno.

Quindi ancora: BUON ANNO NUOVO!

Se siamo svegli e attenti alla vita / un filo d’erba ci assicura che la terra è viva, / un abete con i rami carichi di neve ci fa compassione, / il pettirosso che ci viene a trovare / ci ricorda che noi tutti attendiamo / briciole di attenzione.

Enzo Bianchi
pettirosso

Cercando colori

A fine 2020 cerco colori, tra una restrizione e l’altra. Girovago nel mio quartiere per sgranchirmi le gambe e rifarmi gli occhi dai bianchi muri della mia casa. 

Giornata di sole, fortunata. Tra le vie quasi deserte – ma poi trovo qualcuno che corre, tanti che portano a spasso il cane, ma è anche vero il contrario, genitori con i figli sulla piazza della scuola – mi attirano i colori accesi delle bacche, qualche rosa sbocciata, il geranio tutto appassito che dondola mosso da un leggero e freddo vento. In montagna ha nevicato.

Qui in pianura ha piovuto. Per uscire dal grigiore sto cercando dei colori nel mio quartiere. Cammino tra le strade con tante auto parcheggiate. Ferme ed immobili come mai le avevo viste. Altre bacche rosse, le foglie cadute sul piccolo parco del quartiere.

I palazzi che si riflettono sulla grande pozzanghera che si è formata ai piedi dell’albero sulla piccola piazzetta che divide tre bar e tre strade diversi. Riflesso nell’acqua che si è formata i rami spogli degli alberi, le stelle degli addobbi di Natale, il cielo azzurro e silenzioso di questa giornata che porterà alla fine dell’anno.

Mi rimetto in cammino cercando i colori che mancano in questi giorni d’inverno e di covid.

Ancora bacche rosse, scintillanti, e rose bianche, che ho dimenticato di potare…

Bonsai da compagnia

L’inverno ci costringe a casa. Giornate corte, freddo. E se non bastasse l’inverno quest’anno c’è anche il covid-19. Uno rischia di annoiarsi.

E se non si annoia, magari si sente solo. C’è pure chi si sente solo e insieme si annoia. E quindi?

Per evitare la solitudine le piante ci vengono in aiuto. Sono creature vive, con ritmi e vita che, per quanto a noi oscura e a volte inconcepibile, si manifesta in tante maniere. Dai fiori che sbocciano alle foglie che crescono. E allora? Veniamo al punto?

Sì, ho un bonsai da compagnia!

Se ne sta vicino alle finestre, dove trova più luce. Lo guardo e lui forse mi guarda. CI guardiamo. E mi fa compagnia – questo è importante.

Ha delle belle foglie verdi, belle da vedere, e anche se privo di fiori fa molta allegria tra le mura domestiche. In natura questa pianta – che non ha nulla a che fare con il gingseng – la si trova nelle zone semitropicali dell’Asia. Anche se bonsai, questa pianta rende molto l’idea di un vetusto albero, è proprio bello da vedere, sembra avere centinaia di anni, annche se non è così. Ma cosa importa? L’apparenza, in questo caso, conta molto.

Ficus ginseng

Quindi, se vi sentite soli a casa, un bel bonsai può essere una soluzione. Sembra di avere a casa un maestro spirituale, ecco! questa è la sensazione che ho nel mirarlo e rimirarlo lì vicino alle finestre che prende la sua luce.

ficus ginseng

Passiamo adesso a qualche informazione di servizio, per tenere il ficus bonsai sempre in forma e di bell’aspetto. Tenete sempre il terreno umido, non troppo, quanto basta, come si dice. In estate vaporizzate le sue foglie (meglio se con acqua demineralizzata, che potete trovare in negozio ma è sostanzialmente quella che scende dal cielo sotto forma di pioggia, e qualche bottiglia di acqua piovana è sempre utile tenerla, e poi è anche gratis), e in inverno non tenetelo vicino a stufe o termosifoni. Essendo in natura in ambiente semitropicale, capite bene che ha bisogno di umidità.

Dulcis in fundo è un sempreverde. Per 365 giorni all’anno avrete la compagnia del verde… e vi sentirete sempre meno soli!

Ficus ginseng

Le piante sono vita

La nuova campagna promossa da AICG

#lepiantesonovita: con questo hashtag AICG (Associazione Italiana Centri Giardinaggio) ha dato il via ad una nuova campagna social, che punta tutto sull’emozione e sul richiamo alla natura.

L’immagine, che trasmette positività e sembra invitare a vivere una totale immersione di benessere tra le piante, è abbinata ad un claim di grande impatto: “Le piante sono vita, ci danno ossigeno e speranza per il futuro“.

In questo periodo complesso, anche per il settore del florovivaismo, AICG ritiene che sia ancora più importante riuscire a trasmettere dei messaggi positivi sull’importanza che le piante e i fiori rivestono nella vita di tutti noi e nella sopravvivenza del pianeta, e ha così chiamato a raccolta i suoi associati chiedendo di condividere il messaggio sui loro profili social.

E la risposta è arrivata immediata e entusiasta: sono infatti moltissimi i Garden Center che hanno già veicolato l’immagine accompagnandola con riflessioni e pensieri sull’importanza di essere e pensare “verde”, lasciandosi ispirare dalla forza della natura.

AICG
È un ente senza scopo di lucro costituito nel 2012 per sviluppare un’identità professionale e un processo virtuoso di sviluppo delle aziende che operano nel settore specializzato del giardinaggio e florovivaismo (centri di giardinaggio o Garden Center). 

L’Associazione ha lo scopo di tutelare, qualificare, promuovere e sviluppare la cultura del verde, con una particolare attenzione alle piante italiane, all’interno dei centri giardinaggio.

e piante sono vita

Come coltivare i gatti

I gatti sono estremamente facili da coltivare in vaso, e l’autunno è il periodo migliore per farlo.

Mammifero carnivoro della famiglia dei felidi, il gatto domestico (Felis catus Linnaeus, 1758) non può mancare nel vostro orto, nel vostro giardino, o in appositi vasi nel balcone.

Sto scherzando ovviamente! I gatti non si coltivano, semmai si allevano.

Però oggi mi è capitato di vedere una cosa davvero singolare.

E siccome portavo con me la mia fotocamera digitale con zoom 50-230mm (per una buona recensione fai clic qui) ne ho approfittato per fare un paio di foto.

Ora vi racconto. Cammino nel mio quartiere – causa restrizioni ho preferito non andare in centro città – butto l’occhio a destra e a manca… e cosa vedo? Due bei gatti dal manto scuro, all’interno di due vasi da fiori, quelli che solitamente si mettono all’esterno della propria casa per abbellirla con colorati petali. 

Se ne stavano tranquilli i due gattoni in quei contenitori con solo la terra, perché evidentemente i fiori erano appassiti dall’estate passata.

Guardateli qui sotto. Non sono carini lì dentro? Ecco dei vasi da fiori utilizzati come cuccia per gatti. Interessante anche dal punto di vista della funzione e del design…

 gatti in vaso

Colori d’autunno

Il giorno volge al termine, e il cielo è dipinto di nuvole rosa.

L’autunno – quest’anno più caldo del solito – è il mese dei colori dell’anima, delle tinte pastello, del sole che scalda senza scottare, delle foglie che cadono, degli alberi che le lasciano cadere, delle foglie che cambiano colore, dei colori che cambiano di tonalità.

È il mese del pensiero, delle parole che si appoggiano sulle cose, di un dolce brusio, continuo e costante, fino alla sera, quando tutto tace, di nuovo. E il mattino è una gioia di buio che lentamente si tinge di suoni, e delle melagrane che si squarciano e mostrano il loro rosso intenso.

L’autunno è un mese magico ed intenso, come quando dopo una giornata piena e vissuta chiudiamo un po’ gli occhi, e i pensieri si susseguono, senza freni, fino a quando ci addormentiamo. E si prepara l’inverno…

Visite virtuali a Villa Carlotta

In questo periodo Villa Carlotta (Tremezzina, sul Lago di Como), come tutti i musei italiani, è chiusa per preservare la salute dei cittadini. Abitualmente, con l’arrivo della primavera, la Villa riapre al pubblico.

Per permettere di godere comunque delle splendide fioriture dei giardini e del suo ricco patrimonio artistico, è stato messo a punto un ampio programma di appuntamenti sul sito e sui social che, attraverso visite virtuali al parco botanico e alle sale museali, seguirà il risveglio della natura e porterà alla scoperta delle collezioni conservate all’interno della Villa.

La direttrice Maria Angela Previtera parla di

una finestra aperta a disposizione del pubblico per dare vita e voce alle collezioni, alle opere pregiate e a quelle più nascoste, alle fioriture più spettacolari e agli esemplari meno conosciuti, alle modalità di lavoro del nostro personale in un momento di grande difficoltà. Così attraverso video di approfondimento sulla casa museo entreremo nelle stanze abitate dai marchesi Clerici, primi proprietari, del conte Sommariva grande collezionista e amico di Napoleone che abitò la dimora dall’inizio dell’Ottocento ai primi decenni, della principessa Carlotta e il duca Giorgio II Meiningen, teatro di prestigiose presenze, feste e ricevimenti nonché scrigno di opere d’arte di grande valore. Una iniziativa per scoprire, attraverso una doppia corsia, le opere d’arte del museo e quelle del parco, dove la bellezza delle fioriture che colorano i viali e le radure aspettano di mostrarsi ai visitatori.

Cosa succede dunque quando i cancelli e le porte sono chiuse? Questo sarà tutto da scoprire con gli appuntamenti settimanali che abbiamo preparato per tutti quanti vorranno venirci a trovare sul nostro sito e i social.”

Villa Carlotta
Facciata di Villa Carlotta, a Tremezzina, sul Lago di Como

I prossimi post e approfondimenti che verranno pubblicati sul sito di Villa Carlotta e sulle piattaforme social Instagram e Facebook riguardano le prime sale del percorso espositivo con una lente d’ingrandimento su opere e curiosità, alternati a vedute delle splendide fioriture che in questo periodo colorano il parco.

 

È possibile seguire l’attività di Villa Carlotta sul sito https://www.villacarlotta.it/it/mostre/il-racconto-delle-collezioni/

Azalee a Villa Carlotta
Azalee in fiore a nel parco di Villa Carlotta