Nevica ancora…

Un’altra nevicata a Vicenza. Questa mattina ha iniziato a nevicare. Prima grandi fiocchi, poi piccini piccini e tutti ghiacciati – il mio termometro esterno segnava -3° C. Poi di nuovo grandi fiocchi, ché la temperatura si è alzata.
Passeggiare per le strade e respirare l’aria pulita dalla neve è una piccola gioia. Presto ci sarà un partito per l’aria pulita, perché è solo quando una cosa manca che se ne parla.
Anche il terreno ringrazia. Secco, troppo secco. Con questa neve anche lui fa un sospiro di sollievo.

Sono sempre nella mia opinione che quest’anno l’inverno – come pure l’estate – è arrivato in ritardo. Rimango in dubbio su quando iniziare a piantare i semi che ho tirato fuori dalla mia scatola rotonda… forse la prossima settimana.

[…]

Adesso è uscito un po’ di sole e continua – debolmente- a nevicare.
Ma non era marzo il mese pazzerello?

neve a Vicenza

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Il ponte

Si è svolta ieri, a Vicenza, l’inaugurazione di Ponte Pusterla, chiuso per l’alluvione dello scorso anno e risistemato con lavori di manutenzione, perché la forza delle acque ne avevano compromesso la stabilità e la sicurezza.
Palloncini colorati, una banda musicale che suonava, castagne e alpini che dispensavano vino, zucchero filato per i più piccoli. Nelle vetrine dei negozi della zona le fotografie dell’alluvione dell’anno scorso: strade coperte d’acqua e fango, mobili e oggetti d’arredamento rovinati e ammucchiati lungo le strade, volontari che pulivano dal fango cantine, locali, negozi…

Lo scorso anno una parte del centro storico di Vicenza, e alcuni paesi limitrofi erano sotto acqua. Quest’anno l’antico Ponte Pusterla è di nuovo aperto alla circolazione, ed è una cosa positiva. Ma come non pensare a quello che è accaduto a Genova pochi giorni fa? E l’anno prossimo?
Possiamo essere orgogliosi del nostro progresso tecnico-tecnologico. Ma la Natura, poi, ci chiede il conto.

FestAmbiente a Vicenza

Dal 22 al 26 giugno 2011 al Parco Fluviale del Retrone. Concerti, film, dibattiti, tantissime cose per costruire un mondo migliore. Quello che io volevo segnalarvi è l’appuntamento di mercoledì 22 giugno alle 17.30: Agricoltura sostenibile: il metodo Fukuoka, a cura di Cibo per la Pace – Iskron per la coscienza di Krishna.
Per uno sguardo complessivo sul programma della manifestazione collegatevi al sito festambientevicenza.org… e buona festa!

FestAmbiente 2011

Pioggia, pioggia, pioggia, pioggia pio…

E ancora pioggia. Questa mattina pioveva. Adesso sta piovendo.
Siamo al 21 di novembre, e se mi guardo indietro riesco difficilmente a ricordare qualche giornata di sole. Una due, forse tre. Qualche ora di sole, poi nuvole grigie, grigiastre, nere. E ancora pioggia.
Prendo la macchia per andare a prendere due pizze. Faccio un giro largo, sotto la pioggia, per vedere il livello del Bacchiglione lungo la strada di parco Querini. Mi affaccio al muretto e guardo il fiume. È alto, l’acqua è marrone, scivola veloce, vorticando. Ritorno in macchina. Tergicristallo. Piove. Pioverà anche domani.

Sto facendo io stesso la muffa con tutta questa pioggia e l’umidità che ne segue.
Non faccio nemmeno una foto. La tengo per una giornata di sole. Chissà, magari il prossimo fine settimana.
Un saluto bagnato,
Davide

Acqua del rubinetto

La pubblicità mi piace perché dice le bugie: può dirle. Tu puoi crederci o meno, ma lei può dirle. Le creme che ti fanno sparire le rughe, quelle che ti fanno dimagrire, il detersivo che rende più bianco (perché dentro ci sono dei riflettenti ottici), e poi le acque minerali. Quelle – anche quelle sì – che ti fanno dimagrire, quelle che ti fanno digerire, quelle che ti depurano, quelle che se le bevi “si vede” – ma si vede cosa?!

Ebbene, la Coop sta facendo una cosa che non ha eguali… ma i tempi sono cambiati – avete visto il film Fight Club, o ne avete letto il libro? Ci sono alcune interessanti considerazioni riguardanti la pubblicità e una frase, che mi è rimasta impressa, che riguarda il declino o l’inversione di tendenza della nostra economia attuale, che dice pressappoco così: “stiamo lucidando le maniglie del Titanic” (mentre il Titanic sta affondando).

E così la Coop sembra non fare i propri interessi commerciali.
Lo slogan della campagna è: “Hai mai pensato a quanta strada deve fare l’acqua prima di arrivare nel tuo bicchiere?” (nota: lo aveva già detto un “comico”, Beppe Grillo, che se ognuno si bevesse il suo c…o di acqua avremo meno tir per le strade… e come scriveva G. Chaucer nei sui Canterbury’s Tales “tra scherzi e giochi grandi verità si possono dire”. Purtroppo a comici, scrittori e artisti, non si dà molto peso alle loro parole, o forse solo a distanza di anni… Ma continuiamo.

La Coop spende un milione di euro per una campagna pubblicitaria che invita le persone a non comperare l’acqua in bottiglia, ma ad utilizzare quella di casa, del rubinetto. Certo, a Bologna la cosa sarà difficile – ricordo quando ci vivevo a Bologna, l’acqua sapeva di cloro, berla era difficile e quando mi facevo il bagno mi sembrava di essere in piscina! Ma qui a Vicenza, ad esempio, l’acqua del rubinetto è buona. Viene dalle montagne e da falde sotterranee, come potete vedere dalla foto scattata alla Roggia Seriola (in località Maddalene), l’acqua zampilla dal terreno – conosco altri tre o quattro posti come questo.

E scusatemi ancora, ma ogni volta che vedo, qui a Vicenza, persone uscire dai supermercati con carrelli pieni di acqua minerale, mi chiedo e non riesco a comprendere perché vadano a spendere soldi, trasportare pesi, spostare macchine, per un prodotto che hanno già a casa! Sarà forse per le bollicine della minerale?

Ma ritorniamo alla Coop. Un milione di euro in pubblicità per convincere gli italiani a bere l’acqua del rubinetto (affissioni, espositori e depliant nei punti vendita, pagine pubblicitarie in giornali e riviste a diffusione nazionale, video, testimonial – la Lettizzietto).

“Invitiamo i nostri soci e consumatori a riflettere: è bene sapere che per l’imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d’acqua che viaggiano per 100 km (ma mediamente ne fanno di più) si producono emissioni almeno pari a 10 kg di CO2. Se invece si sceglie l’acqua di rubinetto per ogni 100 litri erogati si emettono circa 0,04 kg di CO2”.

Gli italiani bevono una media di 195 litri a testa all’anno di acqua minerale (primi in Europa e terzi nel Mondo, dietro agli Emirati Arabi e al Messico), dalle fonti alla tavola il trasporto dell’acqua mette in movimento nel nostro paese ogni anno qualcosa come 480.000 tir […]
Fonte: e-Coop.

Un’operazione, questa della Coop, che porterà meno guadagni dovuti alla vendita di meno bottiglie di acqua minerale presso i loro supermercati, ma che farà guadagnare alla Coop un valore etico di notevole importanza.

Coop si aspetta dalla campagna di comunicazione un calo del 10% in volume delle vendite di minerale, in un mercato che, secondo gli ultimi dati Nielsen relativi al periodo gennaio-agosto 2010, registrano un calo del 4,7% di vendite di bottiglie in Italia sull’anno precedente. «Avremo sicuramente delle perdite e dei costi – ha aggiunto Tassinari -, ma li consideriamo un investimento».
Fonte: La Stampa.it

Un’azione concreta che aumenta il valore simbolico del marchio Coop.
Qualcosa sembra cambiare… speriamo in bene.

Lungo questo post. Vado a bermi un bicchiere d’acqua. Del rubinetto, s’intende!
😉

Minimal life style / minimalist life

Tra New York e Londra è cresciuta una nuova moda: meno è più, cioè meno cose hai meglio è. Più ti liberi degli oggetti più sei libero. O, ancora, “gli oggetti che possiedi, alla fine ti posseggono” (Fight Club, ancora una volta lo cito – a memoria, ma del resto avrete capito dai vari miei post la mia convinzione che artisti e poeti precorrono i tempi, cioè la sensibilità e la visione (intesa come gerarchia di valori) del mondo esterno.
Devo anche aggiungere che mio nonno – generazione 1904 – vuoi per contingenze esterne – guerre e povertà – vuoi per sua filosofia di vita, preferiva la “teoria del poco”. Poco e buono, piuttosto che tanto e ciarpame. Solo le cose essenziali.

Questa nuova tendenza dice la stessa cosa – ovviamente con qualche differenza, perché la storia, come ci insegna Vico, è fatta di corsi e ricorsi, ma ogni volta da una posizione più alta, e dunque simile ma non identica. E questi giovani, che si definiscono come generazione zero, diminuiscono i loro indumenti, i loro DVD, i loro libri, così da fare stare dentro una valigia l’esseziale, eliminando armadi, cassettiere, librerie. Ma si portano dietro il computer, o il palmare o l’iPad. E dentro all’hard disk tengono tutta la loro vita digitalizzata – ma allora tanto minimalista questa tendenza non è, preferisco di molto lo scambio e il baratto.

Sono anch’io minimalista, da moltissimi anni – e mia moglie mi prende spesso in giro per il mio esiguo – ma essenziale, aggiungo io – vestiario. Adesso che scopro di essere uno della “generazione zero” non mi sento né meglio né peggio di prima.

Il problema è un altro. Si possono diminuire gli oggetti della propria casa o del proprio vestiario, ma noto che non si diminuiscono le tonnellate di cemento per nuove case, oppure i chilometri d’asfalto per le nuove arterie di collegamento o le tonnellate di ferro per le rotaie dell’alta velocità. E la cosa buffa e triste allo stesso tempo è che le case sfitte, disabitate, a Milano ci sono, per esempio. Ma si preferisce costruirne di nuove. Che l’alta velocità ti permetterà sì di diminuire i tempi di percorrenza, ma ti peggiora il paesaggio e l’ambiente. La qui vicina Caldogno, che è stata allagata dall’acqua del Bacchiglione, è passata in vent’anni da 4.000 a 10.000 abitanti e per i prossimi anni dovrebbe arrivare a 20.000 – perché dovrebbero arrivare gli americani del Dal Molin. Costruisci di qui costruisci di là, gli imprenditori devono costruire, e molto spesso si costruisce a caso, dove capita. La terra assorbe l’acqua, il cemento no. Lo so che sto facendo un discorso molto generico e spiccio, ma non è per dare giudizi e trovare responsabilità, è solo per far riflettere. È importante agire ma certe volte, prima di agire, è importante pensare e riflettere, perché poi l’ambiente, le riflessioni che non hai fatto, te le ripropone sotto forma di disastri e allora sì che ci pensi e ti interroghi: era davvero inimmaginabile questa cosa qui?

Tra l’alluvione del Polesine del 1951 e quella di Vicenza del 2010 ci sono alcune importanti differenze. Nel 1951 piovve per due settimane, nel 2010 ha piovuto per tre giorni. Nel 1951 avvenne in gran parte per cause naturali, nel 2010 è stata frutto dell’abbandono e della cementificazione del territorio. Nel 1951 il Po non fu deviato dagli americani, nel 2010 il Bacchiglione, il fiume che ha inondato Vicenza, è stato deviato dagli americani per la base militare Dal Molin. Infine, nel 1951 i giornali si occuparono del disastro, nel 2010 i giornali si occupano delle zoccole, ma non può piovere per sempre.
FONTE: blog di Beppe Grillo

Vicenza allagata

Un post triste questa sera, per ricordare che a Vicenza e provincia (Cresole e Caldogno) i fiumi sono straripati e gli argini si sono rotti.
In alcune vie della città l’acqua è arrivata a due metri. Fango un po’ dappertutto. Scuole chiuse oggi. Domani non so. A Cresole e Caldogno la situazione peggiore: un pezzo di argine ha ceduto e il fiume si è riversato in questi due paesi. Cantine, garage, macchine sott’acqua. Un disperso.

Oggi sono andato al lavoro a piedi. A guardare il Bacchiglione, che attraversa la città di Vicenza, paura e apprensione. Come correva veloce la corrente, trasportava rami, tronchi bottiglie di plastica, che si ammassavano sui ponti. L’acqua marrone che roteava su se stessa, in velocissimi e terribili mulinelli.

Non voglio offrirvi immagini del disastro ma, ancora una volta, di un fiore. Uno dei tanti che decorano i ponti della città. Un giallo crisantemo.

Guardo l’acqua del fiume che si è alzata, che è vicina alla strada…

Che dire?
Silenzio.