E poi, ancora, ri-fiorire.
Il nostro linguaggio struttura e crea la nostra realtà.
Essere nel fiore degli anni. Diventare vecchi, sfiorire. Una bellezza appassita.
Ma dopo il fiore, viene il seme. E dal seme ancora vita, germogli, foglie e di nuovo fiori.
Guardo il semplice e modesto tarassaco. Sfiorito. Diventato soffione. Ha già perduto quasi tutti i suoi semi. È bello. Se lo guardi bene è bello anche se sfiorito. È nel pieno della sua attività, e lascia cadere i suoi semi per dar vita ad altre piante di tarassaco. Mai fermarsi alle apparenze e illudersi che il nostro linguaggio possa essere l’unico interprete di una realtà assoluta. Sto cercando il tempo dell’essenza.
È esoterismo, filosofia o fisica teorica?
Senza la teorizzazione della relatività einsteniana non avremmo il GPS, perché non avremmo capito perché gli orologi dei satelliti sono più veloci di quelli sulla Terra. Il tempo è allora un concetto simbolico, come tanti altri che allo stesso modo strutturano la nostra realtà quotidiana. Lo scorrere del tempo dipende dal movimento degli osservatori.
E se il tempo non esistesse? Almeno come lo intendiamo noi? Allora cos’è questo tarassaco che lascia cadere i suoi semi sulla terra?