Una domenica di sole

Oggi è stata una giornata particolarmente intensa. Non ho sudato sette camicie, ma due t-shirt sì. Lavori nell’orto. Finalmente. Sole e caldo. La goccia di sudore che scende sulla fronte. Mi passo il braccio per toglierla, perché indosso i guanti, sporchi di terra e trucioli.

Le piogge di questa primavera uggiosa hanno fatto crescere la vegetazione del mio orto. Era obbligatorio potare un poco il ligustrum, l’alloro, l’erba Luigia, e il rosmarino.

In tarda mattinata arriva mia moglie con delle piante di cetriolo. Così dice. Per i bambini che i cetrioli li adorano. Ma non sono piantine di cetriolo… ma di melone! Pazienza, piantiamo il melone, anche se in serra stanno crescendo ben cinque piantine (melone liscio). Ho da pulire tutte le foglie e i rami del ligustrum, sistemare i vasetti di plastica degli scorsi anni, ripulire un po’ di qua e un po’ di là. E tagliare le rose sfiorite, me ne ero dimenticato. Ah, poi portare fuori dalla serra le piante grasse.

Nel primo pomeriggio faccio la siesta, troppo caldo. Stravaccato nel divano mangiando del gelato. Poi via in bici con i bambini.

Arriva la metà pomeriggio e di buona lena comincio a vangare un poco la terra. Con dello spago tiro su la lavanda che si era inchinata a terra, causa le continue piogge e il vento delle scorse settimane. Piantiamo i meloni. Poi altre nuove zucchine. Sono fradicio di sudore, ma continuo. Adesso che arriveranno le belle giornate, che l’orto sia in ordine e fioriscano le colture. Ho già due pomodoro. Ma le piante sono ancora piccole. Vedremo.

Doccia. Cena. Ritorno nell’orto. In serra ho delle piantine che mi guardano e mi dicono «Vogliamo essere messe a domora. In campo aperto». Come posso dirgli di no? Trovo il posto giusto e le pianto. Fine.

Guardo l’orto. Tutto ripulito – abbastanza ripulito, non esageriamo. Con un certo ordine. Ha già un aspetto invitante. Il sogno di una promessa che spero mantenga.

E in tutto questo mio fare… neanche una foto ho scattato…

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Per una fioritura costante

… è necessario togliere i fiori appassiti. Così il garofanino, sotto le abili mani di mia moglie, viene accudito e coccolato togliendo i fiori appassiti. In questo modo farà presto risuonare nuovi fiorellini, portando colore nell’orto già colorato.

Se volete, questa è una piccola potatura, senza forbici, ma comunque utile per togliere quelle appendici della pianta che ormai non le servono più. Chi ha paura di potare dovrebbe ripensarci guardando questa foto. Non è una potatura con le cesoie, ma sempre di potatura si tratta: aiutiamo la pianta a dirigere le sue energie laddove c’è più bisogno, ovvero nei nuovi boccioli che presto fioriranno.

Potature

Mi voglio prendere avanti, e il Ligustrum lucidum lo posso già potare.
Armato di cesoie e seghetto mi metto all’opera. Una taglio non troppo corto, ché tanto lui cresce e tra qualche mese lo poterò ancora.

Mi piace potare. È il lavoro successivo, quello di pulizia, che mi impegna di più. Prendo i rami più grossi, tolgo le foglie, taglio i rami a dimensione di cassetta della frutta e li conservo, che una volta seccati vanno benissimo per accendere il fuoco.