Visite virtuali a Villa Carlotta

In questo periodo Villa Carlotta (Tremezzina, sul Lago di Como), come tutti i musei italiani, è chiusa per preservare la salute dei cittadini. Abitualmente, con l’arrivo della primavera, la Villa riapre al pubblico.

Per permettere di godere comunque delle splendide fioriture dei giardini e del suo ricco patrimonio artistico, è stato messo a punto un ampio programma di appuntamenti sul sito e sui social che, attraverso visite virtuali al parco botanico e alle sale museali, seguirà il risveglio della natura e porterà alla scoperta delle collezioni conservate all’interno della Villa.

La direttrice Maria Angela Previtera parla di

una finestra aperta a disposizione del pubblico per dare vita e voce alle collezioni, alle opere pregiate e a quelle più nascoste, alle fioriture più spettacolari e agli esemplari meno conosciuti, alle modalità di lavoro del nostro personale in un momento di grande difficoltà. Così attraverso video di approfondimento sulla casa museo entreremo nelle stanze abitate dai marchesi Clerici, primi proprietari, del conte Sommariva grande collezionista e amico di Napoleone che abitò la dimora dall’inizio dell’Ottocento ai primi decenni, della principessa Carlotta e il duca Giorgio II Meiningen, teatro di prestigiose presenze, feste e ricevimenti nonché scrigno di opere d’arte di grande valore. Una iniziativa per scoprire, attraverso una doppia corsia, le opere d’arte del museo e quelle del parco, dove la bellezza delle fioriture che colorano i viali e le radure aspettano di mostrarsi ai visitatori.

Cosa succede dunque quando i cancelli e le porte sono chiuse? Questo sarà tutto da scoprire con gli appuntamenti settimanali che abbiamo preparato per tutti quanti vorranno venirci a trovare sul nostro sito e i social.”

Villa Carlotta
Facciata di Villa Carlotta, a Tremezzina, sul Lago di Como

I prossimi post e approfondimenti che verranno pubblicati sul sito di Villa Carlotta e sulle piattaforme social Instagram e Facebook riguardano le prime sale del percorso espositivo con una lente d’ingrandimento su opere e curiosità, alternati a vedute delle splendide fioriture che in questo periodo colorano il parco.

 

È possibile seguire l’attività di Villa Carlotta sul sito https://www.villacarlotta.it/it/mostre/il-racconto-delle-collezioni/

Azalee a Villa Carlotta
Azalee in fiore a nel parco di Villa Carlotta
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Riapre il Museo Bernasconi

Domenica 16 dicembre 2018 riapre al pubblico – dopo alcuni lavori di restauro – il Museo di Villa Bernasconi, l’originale realtà museale ospitata nell’omonima splendida villa Liberty a Cernobbio, sul Lago di Como.

Non un museo nel senso tradizionale del termine, bensì un’esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate dalle #vocidivilla: un percorso innovativo e interattivo tra contenuti multimediali, oggetti e documenti storici in prestito da collezioni museali e private, ma anche attraverso esperienze multisensoriali.

LE NOVITA’

Oltre ai rinnovati spazi tra cui la Mansarda, ora attrezzata per ospitare atelier creativi e didattici, la “Casa che parla” – come si autodefinisce il Museo, dove è la villa stessa a raccontarsi e a condurre i visitatori lungo un itinerario alla scoperta della sua storia e delle persone che vi hanno abitato dal 1906 in poi – si ripresenta ora al pubblico ancora più multiesperienziale e interattiva, grazie anche ai nuovi allestimenti realizzati con i contributi assegnati nell’anno 2018 da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.

A partire dalle installazioni ospitate nelle stanze della Villa, che uniscono tecnologia e storytelling, come la “Bacheca degli oggetti parlanti”, realizzata da Rataplan, in cui gli strumenti di lavoro – recuperati tra gli ex dipendenti delle Tessiture Seriche Bernasconi (Davide Bernasconi era il primo proprietario della Villa) e le ditte che ne hanno raccolto l’eredità – fanno ascoltare la propria voce ai visitatori che li toccano, grazie a speciali sensori che si attivano con il contatto. 

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L’installazione è progettata per essere arricchita in futuro con altri oggetti parlanti, così come la “Cassettiera interattiva dei ricordi” a cura di Sfelab che si presenta ora arricchita con cinque nuovi cassetti, tra cui quello dello stesso Davide Bernasconi. E’ una cassettiera interattiva e multimediale che permette ai visitatori di rivivere i ricordi di operai, impiegati e dirigenti: aprendo i cassetti, gli oggetti in essi contenuti si illuminano, appare il ritratto del lavoratore all’interno di una cornice multimediale, e nella credenza si animano scritte, immagini ed illustrazioni accompagnate dalla voce narrante del lavoratore che, in tono confidenziale, racconta la propria storia.

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Queste due installazioni sono state realizzate grazie al contributo di Regione Lombardia assegnato al Comune di Cernobbio attraverso il bando “Avviso Unico Cultura – Lingua lombarda e patrimonio immateriale”.

Un’altra importante novità è l’installazione scenografica multisensoriale “Sulle ali della seta” realizzata da un team artistico di cui fanno parte lo scenografo Ivo Tomasi, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera e perfezionatosi al Teatro alla Scala di Milano, la scenografa e decoratrice Elisabetta Guglielmo, titolare di un laboratorio di allestimenti artistici, e il fonico e musicista Giorgio Andreoli.

Irrompendo tra i muri di Villa Bernasconi, le farfalle del baco da seta e la vegetazione delle sfarzose decorazioni Liberty delle facciate esterne della villa fanno il loro ingresso in una delle stanze al primo piano. Scultura, scenografia, decorazioni, luci e musiche si armonizzano in un’opera nella quale è possibile entrare, ascoltare suoni che evocano il periodo storico e l’operosità industriale dell’ingegner Bernasconi e diventare parte integrante dell’opera stessa attraverso la propria immagine, riflessa da un enorme specchio che nello stesso tempo porta alla luce i campionari delle sete prodotte sul territorio di Cernobbio e della provincia di Como. 

Quest’opera si riferisce al progetto in partenariato con il Museo della Seta “Ti facciamo il filo!” finanziato da Fondazione Cariplo.

Ma Villa Bernasconi continua a stupire i visitatori anche con le installazioni già presenti prima della chiusura per lavori: come la videoinstallazione olografica “La cena”, a cura di OLO creative farm, che riproduce in scala 1:12 la sala da pranzo del Cavalier Bernasconi (il primo proprietario della Villa), grazie a una mini-scenografia con arredi in stile. L’installazione dà vita, tramite la tecnica oleografica, a una cena immaginaria – ma realistica per i contenuti storici tratti dal quotidiano La Provincia del 1906 – che, ispirandosi nella sceneggiatura a “Il fascino discreto della borghesia” di Luis Buñuel, racconta attraverso dialoghi, a tratti surreali, il contesto sociale di una delle famiglie più influenti dell’epoca. 

Riscuote inoltre sempre grande entusiasmo anche l’installazione interattiva progettata e realizzata da Rataplan: un  telefono originale degli anni Trenta opportunamente adattato e programmato per far squillare l’apparecchio a tempo e far partire, quando il visitatore alza il ricevitore, una serie di telefonate registrate. Le “telefonate” sono costituite da file audio mp4 in cui diversi attori interpretano personaggi legati, direttamente o indirettamente, alla famiglia Bernasconi: ogni chiamata ricorda un evento storico del Novecento particolarmente significativo per la famiglia, la villa e la città di Cernobbio e offre al visitatore la possibilità di vestire, per il tempo di una chiamata, i panni del “padrone di casa”.

Il museo è il fulcro di “Liberty Tutti”, progetto sviluppato dal Comune di Cernobbio in partenariato con la Cooperativa Sociale Mondovisione per creare un modello di gestione sostenibile di Villa Bernasconi che valorizzi il coinvolgimento dei giovani, sia in termini di creatività che di professionalità, avvalendosi anche delle nuove tecnologie. Per questo motivo le installazioni interattive sono state realizzate da Sfelab, Olo Creative Farm, Rataplan, Antiorario Video.

“Liberty tutti” è cofinanziato da Fondazione Cariplo (Bando Patrimonio Culturale per lo sviluppo. Anno 2015). L’iniziativa è stata inoltre realizzata con il contributo di Regione Lombardia (Bando Territori Creativi, finalizzato alla promozione dei temi moda e design attraverso le nuove tecnologie) e prevede il coinvolgimento, a vario titolo, di numerose e importanti istituzioni museali e culturali del territorio, come la Pinacoteca Civica di Como, il Museo della Seta, il Museo del Cavallo Giocattolo, il Teatro Sociale di Como, l’Associazione Arte&Arte, Como Città dei Balocchi, Fondazione Alessandro Volta, Fondazione Arte Nova.

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IL CONCEPT DEL MUSEO

Il concept del museo è quello della “casa che parla”: è la stessa Villa Bernasconi, infatti, a guidare il visitatore nel percorso museale attraverso il racconto in prima persona. Una nuova idea di museo che coinvolge il visitatore attivamente ed emotivamente, ponendolo al centro della narrazione e trasformandolo in un “ospite”. 

La visita, che inizia già all’esterno dell’edificio con alcune suggestioni sonore, si struttura sui due piani nobili della Villa, ma il percorso non è vincolato e il visitatore può muoversi liberamente tra le stanze, proprio come in una casa.

Al piano rialzato viene raccontato il contesto storico, artistico e culturale del periodo di edificazione della villa (ovvero i primi del ‘900 e la Belle Epoque), di cui la villa stessa ben simboleggia le trasformazioni sociali, economiche, culturali ed estetiche, e di cui rappresenta l’intrinseco spirito di modernità.

Al piano superiore viene invece raccontata la storia dell’imprenditore primo proprietario della villa, Davide Bernasconi, quella della sua famiglia e soprattutto dell’azienda da lui fondata, le Tessiture Bernasconi, con un focus sul ruolo innovativo e sulla ricaduta che la sua attività imprenditoriale ha avuto per tutto il distretto serico e per il territorio, in diretto confronto con la creatività innovativa contemporanea.

IL PERCORSO MUSEALE

La prima sala che si incontra – che funge da ingresso al percorso espositivo ed è l’unica tappa fissa – è quella che una volta era lo studio di Davide Bernasconi, il primo proprietario. La storia della villa viene raccontata in prima persona dalla voce della villa stessa, attraverso un modernissimo tavolo interattivo progettato e realizzato da Sfelab: quattro storie, a partire dalla sua costruzione e dal suo stile architettonico, illustrano tutte le funzioni che ha ricoperto da allora: da casa di famiglia a sede della Guardia di Finanza, poi del municipio, a seguire luogo dedicato a mostre ed eventi, ed infine, oggi, museo. Qui è presente anche il ritratto della villa realizzato dal pittore Matteo Galvano e donato dall’artista al museo.

La hall è stata scelta per ospitare, a rotazione, un’installazione site specific di arte contemporanea a cura di Arte&Arte, che si confronterà di volta in volta con il ricco ed esuberante apparato ornamentale Liberty dell’ambiente. Questa operazione culturale vuole evidenziare, in chiave innovativa, i temi centrali del Liberty, facendo dialogare l’architettura della villa con nuovi stimoli artistici ed in particolare con la fiber art. Lo spazio si presenta ancora intatto con i suoi ricchi decori in stucco o affrescati e nobilitati dai ferri battuti della scalinata e dalle grandi vetrate a tema floreale: perfetto per l’albero di Natale di 4 metri addobbato per queste feste.

Quello che originariamente era l’ingresso, la stanza in cui è possibile ammirare da vicino i decori in cemento modellato ispirati al ciclo vitale del baco da seta che caratterizzano Villa Bernasconi, diventa ora il luogo dedicato all’approfondimento del Liberty. Lo spazio è arredato con un salottino d’epoca in cui i visitatori potranno sedersi, rilassarsi, e – per chi è interessato ad approfondire tematiche legate all’Art Nouveau – consultare libri e multimedia. Qui è allestita anche la Wikistazione (la prima e unica in Italia) in collaborazione con Wikimedia Italia ed è inoltre presente un telefono d’epoca al quale i visitatori potranno ricevere alcune chiamate dirette a Davide Bernasconi e ai suoi familiari ed ispirate a fatti realmente accaduti nel 1906, come documentati dal quotidiano locale La Provincia.

La sala “del pianoforte”, originariamente il salotto, racconta la vita culturale all’inizio del XX secolo, approfondendo in particolar modo l’aspetto musicale grazie a un’esperienza immersiva che riproduce musiche dei primi del Novecento attraverso l’innovativo progetto di sound design dei giovani ingegneri comaschi Isaia Piazzoli e Nadir Bertolasi: “Lumbertone” è un un’installazione particolare, dal design ispirato alle linee curve e morbide dello stile Liberty, realizzata con legno di Stradivari, l’abete della Val di Fiemme, tagliato “di quarto”, come in liuteria, per garantire migliori qualità sonore. In Villa Bernasconi anche il legno ha una voce e l’esperienza fornita dalla questa installazione è ancora più unica perché, a differenza dei diffusori tradizionali, tutta la sua superficie vibra, mettendo in movimento l’aria, e rendendo così la percezione del suono più ricca e  simile a quella offerta da uno strumento musicale.

A ricreare l’ambientazione dell’epoca contribuisce anche la rinnovata quadreria concessa in prestito dalla Pinacoteca Civica di Como, appositamente selezionata all’interno della propria ricca collezione ad esemplificare bene il gusto artistico di un imprenditore come Davide Bernasconi

Anche quella che era la sala da pranzo parla della vita sociale di Villa Bernasconi, non solo attraverso un’installazione olografica che ricostruisce una cena in villa nel passato insieme alla famiglia e a ospiti illustri come l’onorevole Paolo Carcano (cui oggi è intitolata la prestigiosa scuola tecnica superiore del Setificio a Como), ma anche grazie agli eventi futuri che verranno organizzati e ospitati in questa stanza, dove a disposizione del pubblico è collocato anche un pianoforte storico della collezione Laura Alvini.

Al primo piano, installazioni interattive accompagnano il passaggio all’area della villa che racconta la storia della famiglia e delle industrie di Davide Bernasconi. Il ciclo di vita del baco da seta, già rappresentato nei decori esterni della villa, viene ripreso anche nell’opera artistica di Clelia Caliari. Il tema dell’innovatività nel campo del tessile viene riproposto grazie a un telaio creato dal giovane artigiano Matteo Salusso, che mostra la semplificazione del lavoro della tessitura attraverso un suo brevetto. I visitatori potranno tessere al telaio e contribuire così alla creazione di un tessuto potenzialmente infinito. 

Quella che era la camera matrimoniale racconta ora la vita di Davide Bernasconi e della sua famiglia. 

Nella stanza adiacente viene invece illustrata la storia delle Tessiture Bernasconi, non solo con materiali e oggetti storici, ma anche attraverso i ricordi delle persone che ci hanno lavorato. Prendendo spunto da uno schedario in prestito dal Museo della Seta di Como che conserva i cartellini metallici degli impiegati delle Tessiture Bernasconi, una moderna cassettiera interattiva e multimediale – ora arricchita con cinque nuovi cassetti e altrettante storie – permette infatti ai visitatori di rivivere i ricordi di operai, impiegati e dirigenti (che sono stati raccolti con una call rivolta ai cittadini): basterà aprire i cassetti che li contengono.

Una stanza del percorso espositivo è infine dedicata al racconto dell’eredità simbolica delle Tessiture Bernasconi, attraverso le attività produttive attuali che riprendono nel contemporaneo il loro spirito imprenditoriale e che possono presentare, a rotazione, grazie al coinvolgimento di Confartigianato Settore Moda, i loro progetti più innovativi, come la stilista Roberta Redaelli che espone per l’occasione due capi della collezione autunno-inverno 2018-2019 “Il Giardino incantato”, in cui i quadri del pittore veneziano Vittorio Zecchin prendono vita in nuvole di seta e maglia trasportando chi li indossa indietro nel tempo in un giardino incantato, in cui sembra di sentire il profumo della mirra e di vedere il luccichio di ambra e ametista.

LA PRIMA WIKISTAZIONE IN ITALIA

La Wikistazione di Villa Bernasconi è la prima in assoluto in Italia: posizionata nella veranda al piano rialzato, è una postazione fissa arredata con una poltroncina in stile liberty e un moderno piano di lavoro, fornito di tutto il necessario per collegare un pc portatile e lavorare connessi a internet. Ad arricchire la postazione c’è anche una ricca bibliografia sul Liberty e sulle ville del Lago di Como a disposizione di chiunque voglia apportare modifiche ai progetti Wikimedia.

La Wikistazione, infatti, per il momento è destinata ai wikipediani con un po’ di esperienza, che vogliano modificare, creare o tradurre voci su Wikipedia, caricare immagini su Wikimedia Commons o creare itinerari su Wikivoyage.

E nella Wikistazione… c’è anche il Wikipassaporto! Un documento stampabile a casa o ritirabile presso il museo, dove è possibile apporre il timbro di Villa Bernasconi e quelli delle altre realtà culturali e museali che aderiranno all’iniziativa.

Per i soci di Wikimedia Italia, inoltre, l’ingresso a Villa Bernasconi è gratuito.

GLI EVENTI IN VILLA

Oltre al percorso espositivo, Villa Bernasconi ospiterà in maniera continuativa anche eventi e iniziative rivolti a grandi e bambini con uno spazio appositamente dedicato, in Mansarda.

INFORMAZIONI E CONTATTI

Orari: dal lunedì al venerdì 14-18; sabato, domenica e festivi 10-18

Biglietti: € 8,00 intero – € 5,00 ridotto. Gratis under 14 e over 75

Contatti: Tel. 031.3347209  e-mail  HYPERLINK “mailto:villa.bernasconi@comune.cernobbio.co.it” villa.bernasconi@comune.cernobbio.co.it

Il lago di Como visto da Yann Arthus-Bertrand

Le riprese aeree del fotografo francese per un video emozionale

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Un punto di vista differente, poetico, colorato, sensibile e rispettoso sul Lago di Como e la vita che scorre lungo le sue rive: è quanto offrirà Yann Arthus-Bertrand con il video “Il Lago di Como visto da Yann Arthus-Bertrand”.
Il fotografo francese, conosciuto in tutto il mondo per le riprese aeree e i reportage naturalistici e noto per la sua passione e sensibilità verso l’ambiente naturale, è stato infatti sul Lario il 15, 16 e 17 maggio scorsi con i suoi collaboratori per effettuare delle riprese esclusive. Il video e le foto riprendono i suggestivi paesaggi del Lago di Como e delle montagne circostanti e sarà poi utilizzabile liberamente da tutti e disponibile su Vimeo e su Youtube.
Yann Arthus-Bertrand ha realizzato negli anni un ricco inventario dei paesaggi più belli del mondo, ripresi da elicotteri o mongolfiere. Per lui il cielo è un punto di osservazione privilegiato, dal quale è possibile ammirare in un modo unico le bellezze naturali e paesaggistiche, che in questo modo si offrono senza barriere allo sguardo. Yann Arthus-Bertrand ha voluto così ritrarre anche il Lago di Como – luogo già famoso in tutto il mondo per la sua bellezza – osservandolo con il suo particolare occhio di artista, e restituendolo al pubblico da una prospettiva differente.

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Il progetto, promosso da Gerolamo Saibene e il team di TEDxLakeComo, è realizzato con il sostegno di SistemaComo2015, di Camera di Commercio di Como, dei Comuni di Como, Bellagio, Cernobbio, Tremezzina, Menaggio, Varenna, e di Jean Marc Droulers e Michele Canepa, con l’obbiettivo di dotare il Lago di Como di un racconto del suo paesaggio realizzato da un filmmaker di fama internazionale la cui produzione artistica è diffusamente riconosciuta per l’altissima qualità, la notevole originalità e per la incredibile capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Il video sarà proiettato in anteprima mondiale a Como giovedì 18 giugno alle ore 21.30 al Teatro Sociale (ingresso libero).

“La mia famiglia ha da tempo una casa nel nord dell’Italia vicino alle Alpi – commenta Yann Arthus-Bertrand -. Sono tornato dopo moltissimo tempo in questa regione che è semplicemente magnifica. Sono stato veramente incantato dall’avere l’opportunità di girare un film sul Lago di Como, soprattutto in primavera quando la natura si risveglia con tutti i suoi colori”.

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Yann Arthus-Bertrand, fotografo, giornalista e reporter francese, è Presidente della GoodPlanet Foundation, creata da lui stesso nel 2005.
Inizia la sua carriera negli anni ’80, fotografando leoni in Kenia mentre ne studia i comportamenti. Una volta tornato in Francia pubblica il suo primo libro “Lions” e crea Altitude Agency, la prima agenzia di stampa e banca di immagini specializzata in fotografia aerea al mondo.
Nel 1994 avvia uno studio sullo stato della Terra sponsorizzato dall’UNESCO e realizza un inventario dei paesaggi più belli del mondo, ritratti da elicotteri o mongolfiere. Il libro realizzato su questo progetto, “La terra vista dal cielo”, ha venduto oltre 3 milioni di copie ed è stato tradotto in 24 lingue.
Dopo questo grande successo, torna di nuovo in aria e realizza il suo primo film, “Home”, prodotto da Luc Besson, che è stato visto da 600 milioni di persone in tutto il mondo.
Considerato un ambientalista oltre che un fotografo, è diventato ambasciatore di buona volontà per il Programma Ambientale 2009 delle Nazioni Unite.
Nel 2012 inizia le riprese del suo nuovo film “Human”, distribuito nel 2015: un insieme di interviste a persone di ogni condizione e estrazione sociale in 45 Paesi diversi unite ad immagini aeree riprese in tutto il mondo.

Per approfondimenti:
www.yannarthusbertrand.org
www.goodplanet.org
www.human-themovie.org
www.tedxlakecomo.com
www.sistemacomo2015.it