Dell’orto che diventa giardino

Alla natura non si può comandare, almeno fino ad un certo punto. Poi è lei che prende l’iniziativa, e ti lascia interdetto e basito.

Così adesso il mio orto sta diventando giardino. Ci ho messo un po’ del mio, perché come saprete quest’anno è stato particolare: il tempo meteorologico e la passione del giardiniere hanno lasciato a desiderare, e uno dei quadranti del mio orticello (i quadranti del mio orticello sono quattro, uno per elemento, e al centro il vuoto), dicevo uno dei quadranti del mio orticello non è stato “accolturato”, cioè è rimasto privo di colture, anche se sempre mi ero ripromesso di piantare qualcosa. Sta di fatto che l’erba che ho nel giardino di fronte a casa si è spostata nell’orto.

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Come ha fatto non chiedetemelo, non saprei rispondervi. E la cosa interessante è che è cresciuta bene, compatta e di un verde brillante. Se avessi voluto raggiungere un risultato di tal sorta, so per certo che non ci sarei riuscito. E così mi son detto: «Lasciamola così, ché alla natura non si può comandare…».

Qui sotto un particolare del praticello nell’orto.

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Nulla si crea, nulla si distrugge, nulla si butta

La nostra società ci abitua fin troppo bene a gettare le cose, e molti prodotti che comperiamo sono già per metà spazzatura. Strappando l’erba con le mani, nel mio tentativo di riportare una certa razionalità, ordine e decoro nel giardino, avrei potuto buttare anche l’erba nell’apposito cassonetto – qui a Vicenza sono color verde. Ma invece no. Nulla si butta. Soprattutto le cose apparentemente inutili. Come appunto dell’erba appena tagliata.
Fukuoka insegna – quel poco che ho imparato e adattato alle mie esigenze. Così per proteggere la terra dal sole di aprile, ho sparso l’erba tagliata sulle due porzioni del mio piccolo orto – nelle altre due c’è ancora il telo pacciamato.

Quest’erba si seccherà, poi comincerà a decomporsi, diventerà “casa” per tanti piccoli insetti, infine se un giorno deciderò di vangare il terreno, andrà a finire sotto alle zolle di terra – tecnica del sovescio.

Non mi dimentico il fattore estetico. A guardare questo tappeto erboso, già l’orto vuoto di aprile mi piace di più. Mi vien quasi voglia di stendermici sopra…