Iris Hotel – part II

Vi avevo promesso che avrei osservato meglio la situazione dell’Iris, e così ho fatto domenica scorsa.

Un gran movimento d’insetti tra gli iris, un va e vieni di api, sirfidi, formiche… il pienone…. e tante sorprese.

Ma prima di iniziare un ringraziamento ad Alessandra che mi ha scritto – chiedendomi il nome di quell’insetto nero con le macchioline bianche – e mi ha spronato a documentarmi bene. Così adesso posso dirvi che si tratta di uno scarabeo, precisamente il o la Oxythyrea funesta, che uno si chiede ma perché “funesta”? Perché gli piace così tanto il polline che rischia di far danni al fiore, non è che sia cattiva, perché dall’altro verso svolge la buona funzione di impollinatrice, ma il polline le piace così tanto che non bada a delicatezze e può rovinare il fiore. Pazienza dico io. È un insetto abbastanza comune. Fastidio sugli iris non me ne dà. E ancora grazie ad Alessandra.

Ma vediamo adesso chi ho trovato su e tra gli iris. Innanzitutto il famigerato ragno granchio, ma ne parlo dopo perché è stata propria una rivelazione.

Cominciamo dalle formiche. Vanno su e giù per gli iris, non so a cosa cercare, ma le vedi scalare le alte vette bianche, e sembrano tanti omini neri che cercano un qualche record nel raggiungere la punta più alta. Le formiche – pur nella loro piccolezza – secondo me son megalomani. Avete mai visto i formicai di montagna? Sembrano la torre di Babele. E tutte che lavorano a ritmi forsennati. Su, giù avanti, indietro. Anche sugli iris, ispezionano, lanciano i messaggi ferormonali alle altre del formicaio, e per gli iris è un continuo andare avanti e indietro di queste piccole formiche.

Formica sul fiore di Iris

Poi ci sono le mosche. Le mosche ci sono dappertutto.

Molti si domandano «Ma chi le ha inventate le mosche? Era proprio necessario?» Non so rispondere, però la mosca che ho trovato era più graziosa delle altre – non voglio dire meno brutta, mica voglio offenderla – piccola, sembrava anche un pò sperduta lì tra il verde delle foglie e il bianco dei fiori. Poi infatti è volata via.

Anche la mosca – che fa schifo a tutti, soprattutto alle vacche che hanno sempre delle nuvole di mosche che vanno sempre a rompergli le scatole mentre pascolano – anche la mosca, dicevo, ha bisogno di un pò di bellezza. E così si è appoggiata alla foglia dell’iris e si lasciava un pò dondolare.

Mosca su foglia di iris

Api e sirfidi? Certo, quelle non devono mancare, e non mancano mai tra gli iris. Ti diverti anche a vederle entrare tra i petali dell’iris a rubare il polline e poi subito volano via verso un altro fiore. Ecco una foto, giusto per non fargli torto e documentare anche loro. 

Forse mancava il calabrone, che so che arriva, ma quella domenica evidentemente era in altri lidi. Il calabrone quando svolazza lo senti molto bene. Penso agli insetti più piccoli che subito lo riconoscono. Tutto nero, un rumore incredibile.

Mamma mia chissà che paura… 

Sirfide su iris

Poi la prima sorpresa: un ragno saltatore un pò più grande di quelli che sono abituato a vedere. Ormai con i ragni saltatori ho un rapporto privilegiato.

Sono molto gentili e ci guardiamo negli occhi. Lui dirà «guarda questo qui, ne ha solo due», perché lui ne ha quattro davanti e due sulla testa. Sei occhi ha il ragno saltatore.

Dicevo che ci guardiamo negli occhi, mi avvicino, gli faccio anche 2-3-4 foto, lui sta tranquillo anzi forse gli piace farsi fotografare, si gira anche di lato a mostrarmi il suo fisico atletico. Però è un pò troppo spettinato. Devo dirglielo.

Ragno saltatore su iris

ragno saltatore

Ah… dimenticavo. Le cimici. Anche loro sugli iris. In luna di miele. Le cimici non è che siano simpatiche, ma almeno sono di quelle nostrane. Spero di non vedere quelle asiatiche come lo scorso anno. Quelle asiatiche sono terribili per i frutti della terra – neanche quelle nostrane non scherzano.

Per capirci è come dire: ci sono le zanzare normali… e la zanzara tigre.

Bella differenza!

Due cimici

E veniamo adesso alla rivelazione della giornata. Il ragno granchio, crab spiders in inglese. Se ne sta tra gli iris dalla parte opposta del giardino, a mezz’ombra. L’ho guardato per buona parte della mattinata.

Si muoveva agile ma con atteggiamento circospetto sulla foglia dell’iris, tessendo anche la ragnatela – dovreste vederla dalla foto qui sotto. 

Ragno granchio

Quasi un detective questo ragno granchio, che non vuole farsi né vedere né tantomeno riconoscere. Però tu sei bianco, la foglia è verde… ti vedono subito, o no? No, l’esperto è lui, io non ho diritto di replica. Guardo cosa fa e al massimo scatto qualche foto.

A un certo punto mi accorgo che il ragno granchio tutto bianco è sotto la foglia, e apre le sue zampe proprio come farebbe un granchio, tanto che a guardare la foglia adesso si vedono spuntare due zampette bianche da quella strada verde. Quindi per fare una foto che si capisca bene che è un ragno granchio devo andare sotto alla foglia.

Faccio anch’io con circospezione. Ecco la foto, non è bellissima ma si capisce al volo perché a questo piccolo e bianco aracnide gli hanno affibbiato l’epiteto di ragno granchio.

Ragno granchio

Ecco la storia finirebbe qui. Nel senso che poi io sono andato via tutto il pomeriggio e sono ritornato di sera. Di sera tutto è finito, le api e le sirfidi sono andate via dall’iris, lo scarabeo nero con le macchie bianche dorme tra i petali degli iris… però io vado comunque a fare quattro passi in giardino. E cosa trovo? 

Ecco la sorpresa, che proprio non me lo aspettavo… il ragno granchio ha catturato una preda! Un’ape molto grande rispetto a lui che è piccino. Non ci ha pensato due volte ad agguantarla di scatto, a stordirla con il suo veleno.

Sarà piccino il ragno granchio ma è micidiale. Ecco l’ape grande vittima del ragno granchio, morire tra le foglie bianche del bellissimo iris.

Ragno granchio

Subito ho pensato all’Ofelia di Shakespeare: 

Una disgrazia incalza alle calcagna

un’altra, tanto presto si succedono.

Laerte, tua sorella s’è annegata.

Finale [da dimenticare per la poca poesia]

Ecco, fine. Mi dispiace anche lasciarvi con questa immagine macabra, che non sembra un bel finale. Ma cosa volete farci, la natura è un cerchio che ruota. Si muore, si nasce, si vive, si muore di nuovo. L’importante è che tutto continui a ruotare. Guardate le stelle… per questa storia della rotazione hanno anche messo al rogo delle persone…

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L’arrivo delle cimici

In autunno – ma non solo – arrivano le cimici: le polifaghe Nezara viridula.
Sono belle a vedersi, tutte nere, in gruppo, in equilibrio sulla rucola che ha cominciato a fare i semi – si semina da sola nel mio orto la rucola.

Presto queste cimici diventeranno adulte e verdi, e so già dove andranno: sui pomodoro, provocando necrosi localizzate e disseccamenti. Accidenti a loro! Così intanto ci faccio la foto e me le godo lì sopra in equilibrio.

Nota: finchè sono poche, nessun problema. Se invece nel vostro orto ne vedete tante tante tante… allora sarà il caso di intervenire – solitamente con estratto di Piretro.

cimici del pomodoro

L’orto vivo (o la vita nell’orto)

Ecco arrivate le belle giornate. E l’orto si anima di api, bombi, farfalle, formiche, cimici…
È molto rilassante sedersi e guardare queste minuscole creature fare il loro lavoro, sentire nel silenzio della città – sì, in certi orari c’è il silenzio – il rumore delle api in volo o vedere rincorrersi le farfalle.

ape su lavanda

Le cimici “milaniste” – Graphosoma lineatum, come mi insegna Zoropsis – stazionano calme ed assorte sui fiori del prezzemolo. Muovono lentamente piccoli passi. Sembra che stare lì sopra gli piaccia molto.

cimice

È ritornata anche la locusta. Se ne sta comoda su un rametto e si pappa le tenere foglie. Se penso alle invasioni di locuste avvenute in Australia mi vengono i brividi, ma per fortuna qui da noi arrivano solitarie e non c’è da preoccuparsi – per questo non la scaccio.

locusta

Rimanere seduti in prima fila ad osservare la Natura che si prodiga di conservare e trasmettere la vita è uno spettacolo a cui non rinuncio. Per niente noioso, come a qualcuno potrebbe apparire. Molto rilassante, forse anche istruttivo nella sua apparente semplicità. È questo il senso della vita? Andare di fiore in fiore? Accumulare provviste per l’inverno?
Aiuto! Sento che il mio discorso sta andando in una direzione di difficile argomentazione, dove domina l’indicibile – ciò che non si può dire, né descrivere con parole adeguate.

Uomo e donna si interrogano sul senso della vita, a volte complicandosela.
Ogni tanto, senza porci troppe domande, la vita è meglio viverla, come fanno i nostri amici insetti…