Vincenzo Vela e Carlo Bossoli: due artisti patrioti per casa Litta

L’Associazione Amici di Villa Litta inaugura un ciclo di incontri per far rivivere il prezioso contributo artistico di Carlo Bossoli e Vincenzo Vela per Casa Litta

Venerdì 11 novembre, alle ore 20.45, la Sala della Musica di Villa Visconti Borromeo Litta di Lainate (Mi) ospiterà il primo di quattro appuntamenti tra storia e arte promossi dall’Associazione Amici di Villa Litta: ‘Villa Litta nei documenti inediti di Casa Litta’. Lo studioso Giorgio Picozzi, residente con la famiglia – erede della duchessa Eugenia – nella Villa Litta di Vedano al Lambro, presenterà al pubblico il pittore Carlo Bossoli e lo scultore Vincenzo Vela, due protagonisti attivi dell’epopea risorgimentale, attraverso le opere realizzate dagli stessi per il casato dei Litta.

Nel corso di questo primo incontro, corredato da una ricca documentazione fotografica che testimonia il forte legame artistico tra due delle residenze Litta, si potrà ammirare anche un piccolo allestimento con dipinti, disegni e lettere di Carlo Bossoli, insieme a documenti originali provenienti dall’Archivio privato Litta di Vedano al Lambro: tutti i documenti in esposizione, di proprietà privata, sono messi a disposizione esclusivamente per l’occasione.

Nei prossimi mesi il complesso monumentale lainatese accoglierà altri due incontri per ricostruire, attraverso carte d’archivio inedite, le relazioni di alcuni personaggi di Casa Litta con le grandi Potenze d’Europa: l’Impero d’Austria e l’Impero Napoleonico nell’incontro dal titolo ‘I Litta: dal Marchese Antonio al Duca Antonio 1700-1866’ (10 febbraio 2017); e la Corte degli Zar nell’incontro dal titolo ‘Il Conte Giulio Renato Litta: un milanese alla corte degli Zar’ (10 marzo 2017). L’ultimo incontro in programma, ‘La villeggiatura di Lainate nei documenti di Casa Litta’ (7 aprile 2017), farà rivivere, sempre attraverso documentazione d’archivio, momenti di vita quotidiana nella residenza di Lainate.

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Quando l’arte è in giardino

Il giardino è uno spazio materiale e allo stesso simbolico la cui funzione è quella di portarci oltre la quotidianità.

Abbiamo parlato in questo blog di tante funzioni del giardino e del modo di intenderlo: giardino interiore, giardino decorativo, giardino romantico, giardino del ricordo… la lista potrebbe continuare. Dalle descrizioni del giardino dell’Eden, ai giardini orientali, ai labirinti di siepi dei nostri giardini italiani, ognuno di noi sogna il suo giardino ideale e, a prescindere dallo spazio che ha a disposizione, realizza il suo sogno di giardino.

Oggi vi racconterò di una delle arti che più mi affascina del giardinaggio, la cui caratteristica principale è quella di utilizzare come materiale le piante e gli alberi stessi. È la cosiddetta arte topiaria. Nata nell’antica Roma, ha trasformato e trasforma i giardini del passato e del presente: dai giardini reali, ai parchi, alle ville private, l’arte topiaria sfrutta le piante – principalmente sempreverdi a crescita contenuta – per regalarci tante forme e figure diverse, tutte di estremo fascino e di rara bellezza.

Naturalmente serve un attento studio in fase progettuale, le abili braccia di un artista-artigiano e, nel caso di opere di grandi dimensioni, l’utilizzo di supporti metallici o addirittura di piattaforme aeree. Il risultato sarà un’opera d’arte di straordinaria bellezza e di un fascinoso incanto, perché quelle forme ottenute dalle piante danno una vita magica ai giardini e permettono alla nostra fantasia di andare oltre l’apparenza delle cose.

Ecco alcune tra le più belle opere di arte topiaria.

Cominciamo dal Salto di Antonio Rafanelli, architetto di Viareggio conosciuto per le sue tante opere di arte topiaria. Nel salto due bambini giocano lanciandosi sopra ad un morbido materasso… di foglie

Il Salto

In Portogallo il bellissimo giardino botanico di Funchal (dal 1982 riserva naturale) ospita dei bellissimi esempi di arte topiaria – oltre a 2.000 specie di piante. Se siete in vacanza a Madeira andate a visitarlo, ne rimarrete incantati!

Funchal

Famosissima anche l’opera dell’architetto James T. Mason presso il Topiary Park.

Su richiesta di sua moglie Elaine, che voleva un’opera topiaria nel suo giardino, l’architetto reinterpretò la famosa tela di Seurat “Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande-Jatte”. Iniziò a lavorarci nel 1988 e in quattro anni portò a termine il lavoro. Oggi, camminando in quel parco, si ha l’impressione di essere dentro il quadro di Seurat!

Topiary Garden

Ecco che ancora una volta – o ancora di più! – il giardino diventa luogo dell’immaginario, luogo dell’oltre, dentro il quale perdersi, ritrovarsi, trascorrere una straordinaria esperienza estetica e sensoriale.

Objet trouvé

La tecnica dell’objet trouvé fu inaugurata dall’artista francese Marcel Duchamp. Un qualsiasi oggetto, trovato dall’artista in luoghi naturali (sulle sponde di un fiume, su un sentiero di montagna) o in luoghi sociali (lungo la strada, vicino ad un cassonetto…) viene eletto ad opera d’arte.

Così – senza modestia – ho deciso di esporre questi oggetti naturali trovati sulle colline di Vicenza, convinto che non serva la volontà di un artista per eleggerli ad opere d’arte, ma che basti il buon senso di ognuno per capire che
1) è l’artista che prende spunto dagli oggetti naturali per fare le sue opere d’arte – e di design;
2) la cultura – e l’Arte tout court – è un sistema di valori eletto da ogni società – dunque valori diversi per società diverse;
3) accorgersi della bellezza delle più piccole cose della Natura significa riconoscere, apprezzare, rispettare, ogni singolo aspetto della vita, senza bisogno di esporle in un Museo:
4) il mondo che ci circonda può essere considerato un grande museo all’aperto – il biglietto che paghiamo per entrarvi è il valore che diamo a tutte queste cose.