Piccole storie per ferragosto

Oggi vi parlo di quanto le piante siano più brave di noi nell’adattarsi ad ambienti diversi e di quanto siano inutili i nostri sforzi nel cercare di dominare il mondo naturale.

Di questi argomenti esiste una vasta biografia, che si è sviluppata molto in questi ultimi anni, ma che non sto ad approfondire con impegno e serietà, perché questo vuole essere un post molto “leggero”, a mo’ di quelle letture estive non impegnative, tipo Novella 2000 o cose simili. Un post da leggere sotto l’ombrellone, senza paura che non ci vengano pensieri profondi. Il post sarà accompagnato da varie foto d’esempio, che ho scattato io quando mi si è presentata l’occasione. E anche in questo caso l’esempio saranno quelle riviste molto “leggere, tipo Novella 200 o cose simile, che non fanno venire pensieri profondi e impegnativi, e quindi si possono leggere anche sotto l’ombrellone, o in riva ad un lago, senza paura di rovinarci la giornata con pensieri più grandi di noi. Siccome queste riviste, che vengono definiti anche “frivole”, mettono sempre delle foto a prova dei fatti che raccontano – tipo un personaggio famoso maschio che bacia un personaggio famoso femmina, o un personaggio famoso in costume, o una femmina famosa che si vede un po’ sotto il vestito e cose del genere, ecco che anch’io metterò delle foto, che ho scattato nel corso del tempo, quando si è presentato il caso.

Dicevo che il tema di questo post è il potere delle piante. Sembra banale, e basta un po’ di buon senso per notare che le piante esistevano su questo pianeta prima degli esseri umani e anche prima degli scimmioni che dovrebbero essere i nostri antenati. Insomma, se le piante sono sopravvissute per tutto questo periodo, sono state brave ad adattarsi. E forse, anche dopo la paurosa guerra atomico-nucleare-globale che ha riempito centinai di romanzi e film di fantascienza, dopo questa guerra dicevo, probabilmente le piante troverebbero dei nuovi modi di adattarsi.

Adesso passo subito a degli esempi concreti, così non vi annoio troppo con le mie parole.

Stavo andando in bicicletta, abbastanza veloce, ma quando vedo quello che ho visto freno di colpo, e torno indietro. Mi son detto «questa la devo fotografare», e infatti ho preso dalla tasca il telefono e ci ho fatto due o tre foto. È una piantina che è cresciuta sul  lato guidatore di una macchina. Chissà da quanto tempo era lì ferma la macchina, e chissà che fine ha fatto il proprietario. Forse è morto, ma forse anche lui ha visto la piantina sulla portiera e ha pensato di lasciarla lì per vedere quanto può crescere una piantina su una portiera di una macchina.

gs1210-pianta-su-macchina

La seconda foto riguarda una pianta grassa, trovata a casa mia. Io di certo non ho messo lì i semi per farla crescere, e quando l’ho vista ho strabuzzato gli occhi perché pensavo fosse uno scherzo, E invece no, era proprio vero. Questa piccola pianta grassa è cresciuta su un piccolissimo spazio di muschio, grande come una moneta da un euro. Solitamente noi piccoli giardinieri cittadini siamo abituati a vedere crescere in posti impossibili le cosiddette “erbacce cattive”, quelle che non vorremmo mai vedere nel nostro orto o nel nostro giardino, ma che invece troviamo sempre e diventano tema di discorso quando incontriamo altri giardinieri cittadini. E via a lamentarsi, dalle erbacce al tempo, agli insetti che ci rovinano fiori e colture. E invece questa volta è cresciuta una pianta “buona”. E bella. Tuttavia “buono” e “bello” sono categorie culturali. Le piante, secondo me, hanno altri universi di valori, e magari non esiste neanche il concetto di “buono” e “bello”. Ma, scusatemi, non voglio continuare su questo tema, altrimenti perdo di vista il mio punto di riferimento che sono le riviste come Novella 2000 o cose simili, letture estive non impegnative che non fanno venire pensieri profondi che ci incupiscono la giornata di sole estivo. Eccola la piccola succulenta. Adesso sto pensando di toglierla di lì e di metterla nel vaso. Ma se lei lì invece ci vivesse bene? Che faccio la sposto o la lascio dov’è adesso? […]

gs1210-pianta-vialetto

Ecco infine una terza foto, anche questa mi ha fatto sobbalzare, inchiodare forte con la bici e tornare indietro. Qui il fico – perché di questa pianta si tratta – è cresciuto dentro un tombino e lo ha distrutto, è uscita fuori e si è fregata un pezzo di strada, tanto che gli uomini delle Aziende Municipalizzate di Vicenza hanno pensato di mettere delle transenne e un segnale di pericolo, perché se uno va addosso alla pianta poi chiede i danni al Comune perché ha permesso che la pianta crescesse lì dove voleva lei senza seguire le regole del buon vivere sociale. Questa della pianta cresciuta dentro al tombino che poi si è presa un pezzo di strada mi è piaciuta molto. Primo perché è una bella pianta, che a lasciarla lì può diventare un bell’albero, poi perché c’è un pezzo della Bibbia dove Gesù dice ad un fico che non avrà più frutti. E questo pezzo della Bibbia, devo essere sincero, non l’ho mai capito – e se c’è un esegeta tra quelli che mi leggono e volesse spiegarmelo io lo ringrazio di cuore, e anzi se passa per Vicenza gli/le regalo una delle mie piante carnivore a cui sono molto affezionato.

gs1210-pianta-su-strada

Però devo confidarvi anche la teoria di mia moglie su questo fico cresciuto ai bordi della strada. Secondo lei nella strada c’era già un buco, e da questo buco è cresciuto il fico. Quindi non è il fico che ha rotto il tombino. Ma io le ho risposto: «Ma che siamo a Roma? Qui non siamo a Roma, per fortuna a Vicenza le buche sulle strade le riparano subito.» A parte questa diatriba interna, quello del fico che si apre una strada sull’asfalto e cresce mi sembra la storia migliore.

Poi ci sono tanti altri esempi di piante che crescono in luoghi impensabili, e sono sicuro che se guardate con più attenzione intorno a voi troverete tanti esempi: come le piante che crescono sui campanili, le piante che crescono tra le micro crepe del cemento, le piante rampicanti che invadono case e lampioni, e via di seguito.

Ecco un ultimo esempio. Il cancello elettrico che non si chiude più. Eppure lo avevo fatto aggiustare recentemente. Proprio non si vuole chiudere! Che sia il telecomando? No, è una piantina cresciuta anche lei tra l’asfalto della via dove abito, la cui foglia è andata proprio davanti alla fotocellula!

gs1210-pianta-fotocellula

Bene, spero che il post vi sia piaciuto e vi auguro una bellissima estate. Non un’estate calda, che già è troppo caldo per augurarvi una calda estate.

Pubblicità