In orto accade di tutto, è il mio piccolo microcosmo.
Così mi è accaduto di imbattermi in due farfalle cavolaie (ahi ahi per noi piccoli orticoltori sono una piccola disgrazia) che si stavano accoppiando.
Cercando un po’ in rete per meglio informarmi sulle loro abitudini e sul fatto se quello che ho visto e fotografato sia effettivamente un accoppiamento, mi leggo il sito “Farfalle d’Italia”, della Regione Emilia Romagna.
“In generale, si può dire che nelle farfalle e nelle falene si sono evolute due differenti strategie comportamentali per l’incontro dei sessi. Nelle prime, il maschio ricerca attivamente la compagna dando preminenza ai segnali visivi; segnali di tipo odoroso (chimico) intervengono solo in un secondo tempo, quando i partner si trovano a stretto contatto. A tale scopo nei maschi di moltissime specie di farfalle esistono squame modificate a funzione ghiandolare, chiamate androconi o plumule. Sulle ali, gli androconi possono essere dispersi tra le altre squame, riuniti in ciuffi o protetti in particolari tasche e pieghe delle nervature.
Ma possono anche essere localizzati in altre parti del corpo, per esempio su antenne, zampe, addome, apparato genitale. […]
Le cavolaie del genere Pieris compiono invece i cosiddetti ‘voli ascensionali’ con i quali viene saggiata la disponibilità della partner all’accoppiamento. Quando un maschio raggiunge una femmina, le due farfalle iniziano un volo ascensionale elicoidale, velocissimo, che può raggiungere anche i 20 m di altezza dal suolo. Se la femmina è già stata fecondata, il maschio si lascia quasi cadere verticalmente, rinunciando all’obiettivo, mentre l’altra continua a compiere spirali in volo, abbassandosi più lentamente. Se è recettiva, il maschio continua il corteggiamento fino a che la femmina non accetti l’accoppiamento.
Per le cavolaie, come per tante altre specie, è particolarmente importante il segnale visivo percepito nella lunghezza d’onda dell’ultravioletto, invisibile all’occhio di un osservatore umano. Le farfalle, e gli insetti in generale, percepiscono una vasta gamma cromatica: l’ambiente in cui vivono appare ai loro occhi con colori diversi rispetto a quelli percepiti da noi esseri umani.”
Se siete vi interessano le farfalle potete trovare maggiori informazioni nel già citato sito “Farfalle d’Italia” di cui vi lascio qui sotto il link:
http://www.aice-epilessia.it/farfalle/index.htm
Nota: il sito è nato per sostenere la ricerca sull’epilessia.
