I colori d’autunno del FAI

Piante, fiori e idee per terrazzi e giardini a Villa Necchi Campiglio, Milano) sabato 6 e domenica 7 novembre 2021, dalle ore 10 alle 18. Per partecipare all’evento è consigliata la prenotazione su http://www.coloridautunno.it

Dal giallo arancio delle distese di larici in montagna al giallo oro dei ginkgo biloba nelle nostre città, passando per le inconfondibili tinte di zucche, melagrane e cachi, fino alle fioriture dei ciclamini nei boschi e alle bacche rosse delle rose selvatiche in campagna, i caldi e avvolgenti colori dell’autunno, con le loro mille sfumature, sono indiscutibilmente una delle più grandi meraviglie che la natura ci regala. Una magia che si ripete ogni anno davanti ai nostri occhi e che sempre riesce a sorprenderci e a trasmetterci positività ed energia, a cui il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano  ha deciso di dedicare un evento speciale.

Dopo aver dovuto rinunciare lo scorso marzo all’organizzazione della manifestazione “Soffio di primavera” a causa dell’emergenza sanitaria, il FAI è felice di poter inaugurare, sabato 6 e domenica 7 novembre, una nuova mostra mercato dedicata a piante, fiori e tutto il necessario per il giardinaggio – dal titolo “Colori d’Autunno” – che vedrà negli spazi della splendida Villa Necchi Campiglio la presenza di circa trenta espositori accuratamente selezionati che porteranno nel cuore di Milano quanto di bello offre la natura in questa stagione. Per l’occasione i visitatori potranno ammirare e acquistare camelie autunnalipiante da fruttoarbusti da bacca e da fiore, roseerbacee perennipiante rampicanti, tipiche di questo periodo dell’anno, ma anche libri, vasi, attrezzi da lavorocasette per uccellicesti in castagno, arredi da giardino, acquerelli botanici e oggetti di brocantage. Inoltre, il vivaista Davide Chiaravalli, esperto di agrumi, porterà a Milano il profumo della Sicilia con le piantine da lui prodotte attraverso l’innesto del “Limone dolce” delGiardino della Kolymbethra, Bene del FAI nella Valle dei Templi di Agrigento. 

In più, il pubblico avrà la preziosa opportunità di chiedere consigli sugli acquisti da fare e di apprendere le migliori tecniche di coltivazione, grazie alle indicazioni dei giardinieri del FAI che condurranno visite speciali al giardino della Villa e agli stand, e potrà partecipare a interessanti laboratori di composizione floreale.

colori d'autunno

La manifestazione avrà un ospite d’eccezione: il noto giardiniere, musicologo compositore Walter Branchi, che ha insegnato Composizione Musicale Elettronica presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e al Conservatorio “Gioacchino Rossini” di Pesaro ed è anche uno dei maggiori esperti nel mondo delle rose, specialmente nelle classi Tè, Cinesi e Noisette. Sabato 6 novembre alle ore 16 proporrà nel giardino della Villa una performance molto particolare che, armonizzando suoni della natura, colori d’autunno e note, stimolerà il pubblico a sviluppare un legame emotivo con l’ambiente, mentre domenica 7 alle ore 11.30 converserà sul mondo delle rose con la vivaista Anna Peyron, famosa per le sue rose antiche e botaniche e autrice del libro Il romanzo della rosa (ADD Editore).

Questo il programma delle attività previste nei due giorni di evento:

Sabato 6 novembre:

  • Ore 10.30 A zonzo per il giardino con i giardinieri del FAI Luca Dell’Acqua e Umberto Giolli;
  • Ore 11.30 Consigli per gli acquisti: visite ragionate agli stand con il giardiniere del FAI Umberto Giolli;
  • Ore 12 Laboratorio di composizioni autunnali con l’artista varesina Maura Milani;
  • Ore 15 Consigli per gli acquisti: visite ragionate agli stand con il giardiniere del FAI Umberto Giolli;
  • Ore 16 “Ascolto” musicale del compositore e rodologo Walter Branchi nel giardino di Villa Necchi dove i colori dell’autunno, i suoni della natura e le note dell’autore si coniugano per dar vita a una performance molto speciale.
colori d'autunno
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Antonio Vivaldi: Seasons

Il nuovo album di Floraleda Sacchi accompagnata da Asolo Chamber Orchestra è un progetto ambizioso e originale che ripropone le celebri “Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi per arpa e orchestra d’archi.

“Le quattro stagioni” è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti dell’opera “Il cimento dell’armonia e dell’inventione” Op. 8 di Antonio Vivaldi, pubblicata ad Amsterdam nel 1725.

Ogni concerto si riferisce a una delle stagioni: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. Si tratta di uno dei primissimi esempi di musica a carattere fortemente descrittivo ed infatti i concerti sono accompagnati da altrettanti sonetti scritti da un poeta anonimo (probabilmente da Vivaldi stesso).

Il legame con la natura e i paesaggi sonori tipici di ogni stagione si dispiegano uno dopo l’altro contribuendo a creare la ricca tavolozza di colori che ha reso così unici e celebri questi concerti.

Floraleda Sacchi ha realizzato un arrangiamento delle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi mantenendo inalterata la parte orchestrale, affidando all’arpa la parte del violino solista e del continuo. Ha eseguito questa versione in Canada, Polonia, Austria e Spagna con grande apprezzamento del pubblico.

La partitura si adatta incredibilmente bene alla trasposizione, lasciando inalterati temi e virtuosismi, ma arricchendo con ulteriori colori tipici dell’arpa gli spunti descrittivi della partitura vivaldiana.

Pubblicato da Amadeus Arte in formato fisico e digitale, l’album è corredato da un ampio libretto di 50 pagine.
Il master e missaggio è stato affidato al produttore Filadelfo Castro che ha firmato anche numerosi altri dischi di Floraleda.

Phisical Copy: CD + deluxe booklet + download HD audio files

Antonio Vivaldi Seasons

Come piantare i bulbi da fiore

Le bulbose a fioritura primaverile, come i tulipani, i narcisi e i crochi, portano allegria nel giardino. Già ai primi accenni di primavera i fiori colorano gli spazi esterni, oltre a salvaguardare la biodiversità. Ma come si piantano i bulbi di fiore?

Periodo

I bulbi di fiore vanno piantati in autunno, da metà settembre in poi. È importante che siano interrati prima che si verifichino le prime gelate. I bulbi devono essere piantati in autunno poiché hanno bisogno del freddo invernale per poter fiorire in primavera.


Passaggi

Per piantare i bulbi di fiore bastano pochi semplici passaggi. Una volta che hai imparato come fare non lo scordi più.

  1. Allentare il terreno con una pala nel punto in cui si desidera piantare i bulbi. In questo modo sarà più facile lavorare il terreno.
  2. Se i bulbi vengono piantati in una bordura già esistente, aggiungere eventualmente del concime organico, ad esempio del compost.
  3. Scavare una buca utilizzando una pala o un pianta-bulbi, quindi collocarvi i bulbi con la punta rivolta verso l’alto e il lato bombato rivolto verso il basso.
  4. I bulbi vanno piantati a una profondità pari a tre volte la loro altezza. Un narciso di 5 cm deve quindi essere piantato a una profondità di 15 cm.
  5. Riempire la buca con la terra precedentemente rimossa, pressandola.
  6. Se il terreno non è umido annaffiare i bulbi subito dopo averli piantati, per stimolare lo sviluppo immediato delle radici.

È talmente facile che è impossibile sbagliare. Anche se vengono accidentalmente piantati con la punta rivolta verso il basso, i bulbi trovano il modo di svilupparsi verso l’alto, in direzione della luce.

piantare bulbi da fiore

Posizione

Le informazioni riportate sulla confezione indicano se i bulbi prediligono il sole o l’ombra. Puoi piantare i bulbi dove preferisci, secondo il tuo gusto personale, dando libero sfogo alla tua fantasia. Non riesci a deciderti? Leggi i seguenti suggerimenti:

  • Colloca i bulbi di fiore a stelo corto, come i giacinti, davanti ai bulbi a stelo lungo, come i tulipani.
  • Per ottenere un effetto di grande impatto, pianta i bulbi di fiore in gruppi.
  • Se desideri conferire al giardino un aspetto naturale, pianta i bulbi a fioritura precoce, come i crochi, i bucaneve o la gloria della neve, nel prato.

Per maggiori informazioni sui bulbi di fiore, visita il sito www.bulbidifiore.it.

Caccia al tesoro all’Hortus Urbis

Siamo lieti di invitarvi Sabato 23 ottobre ad un evento autunnale speciale all’aria aperta dedicata alle prossime feste per bambini grandi e più piccini all’Hortus Urbis, l’orto antico romano nel Parco dell’Appia Antica.

Alle ore 10, 11, 12 – CACCIA AL TESORO ALL’ORTO! | Piccoli giardinieri, a cura di Hortus Urbis
Giochiamo all’aria aperta con quesiti sulla natura, da conoscere, riconoscere, contare, osservare, cercare, trovare… Ogni sfidante avrà il suo percorso da svolgere per raggiungere l’agognata meta!

  • Età, tutte! (se meno di 6 anni accompagnati, dai 6 anni in poi da soli)

ISCRIZIONE
È obbligatoria la preiscrizione inviando una email all’indirizzo hortus.zappataromana@gmail.com, entro le ore 12.00 di venerdì 22 ottobre. Nell’email indicate l’orario, i nominativi del bambino, degli accompagnatori e un cellulare. Riceverete una email con le indicazioni per il pagamento. Il laboratorio costa 10 euro a bambino. Sul posto l’iscrizione potrà avvenire solo per gli eventuali posti rimanenti. Non sono previsti sconti con la Carta Amici del Parco.

Vedi la locandina e i dettagli del programma completo: www.hortusurbis.it

In caso di pioggia il laboratorio sarà spostato.

Le erbacce dell’Appia Antica

Vi proponiamo una passeggiata durante la quale verranno indicate le proprietà e gli usi di erbe un tempo adoperate nelle cure del corpo e nell’alimentazione, proprietà spesso confermate dagli studi moderni.

Seguirà un approfondimento su come realizzare un piccolo orto dei semplici bello e utile per avere sempre a disposizione le piante che ci aiutano a mantenere un buon equilibrio psicofisico. Quali piante scegliere in base alle proprie esigenze, ma anche al luogo in cui possono essere piantate.

Lezione su campo tenuta da Valentina Petrioli, coltivatrice e raccoglitrice di erbe officinali, produttrice presso la propria azienda agricola “I Semplici e le Selvatiche”, amica di Hortus Urbis.

Si consiglia di portare una bottiglietta di acqua e scarpe comode e adatte al clima.

  • Sede: Hortus Urbis, via Appia Antica 42/50, Roma
  • Costo: donazione suggerita di 25 euro a persona
  • Per partecipare occorerà avere la tessera dell’Hortus Urbis che potrete fare gratuitamente sul posto o avere la Carta Amici del Parco dell’Appia
  • Posti limitati
  • Sabato 23 ottobre 2019, dalle 15.00 alle 17.30
  • Iscrizioni: entro le 12 di venerdì 22 ottobre o in loco fino ad esaurimento posti: hortus.zappataromana@gmail.com

Il corso si svolge all’aperto, le attività potranno subire variazioni in relazione alle condizioni climatiche.

Vedi la locandina e i dettagli del programma completo: www.hortusurbis.it

Erbacce del'Appia Antica

A Collecchio sta nascendo il Bosco del Molino

Il Presidente Alberto Figna spiega com’è nato il progetto: «I 18mila alberi piantatinel terreno adiacente allo stabilimento di Collecchio, rappresentano il nostroatteggiamento virtuoso: i miei nonni mi hanno insegnato che l’azienda non è nostra,siamo semplici traghettatori che hanno il dovere morale e l’obbligo professionale dilasciare il Molino in condizioni migliori a chi, in futuro, se ne prenderà cura»

Un bosco che nasce dall’amore, dal rispetto per la terra, per la natura e dalla passione per il grano. Il Bosco del Molino è un ambizioso progetto visionario, scaturito dalla pulsione e dall’attenzione all’ambiente che i mugnai di Agugiaro&Figna Molini trasmettono da padre in figlio, da generazione in generazione. Il rispetto per la terra coltivabile e il suo utilizzo, rivestono una grande importanza per la storica azienda molitoria che trova le sue radici nell’impegno di salvaguardare l’ambiente attraverso una serie di atteggiamenti virtuosi. «Viviamo dei frutti della terra e per questo siamo ad essa riconoscenti», spiega Alberto Figna, Presidente dell’Azienda molitoria. «Nel DNA delle nostre famiglie (sia Agugiaro sia Figna, ndr) è insita l’attenzione profonda verso l’ambiente, la passione e una grande volontà di far bene il nostro lavoro puntando alla compatibilità fra lo sviluppo delle attività economiche e la salvaguardia del mondo agricolo». Una passione, quella di Alberto Figna, nata già nel periodo della sua infanzia quando le giornate si dividevano fra molino, i campi di grano e la casa paterna. «Il bosco rappresenta per me un rifugio – continua – È un luogo di rigenerazione: camminando in mezzo agli alberi trovo pace, benessere e giovamento; racchiude proprietà curative per la mente e ogni persona dovrebbe essere grata all’ambiente naturale che lo circonda. Ciascuno di noi dovrebbe prendere coscienza di ciò assumendo atteggiamenti più responsabili, limitando, il più possibile, l’impatto ambientale». Aumentare il senso di responsabilità verso ciascun individuo: anche questo è uno degli obiettivi de Il Bosco del Molino, 13 ettari di terreno che stanno dando dimora ad arbusti, alberi ed essenze officinali, in un habitat naturale per la biodiversità vegetale e ambientale. Il Bosco sta sorgendo nel terreno adiacente allo stabilimento aziendale di Collecchio (Parma) e nel concreto il nuovo polmone verde sarà in grado di assorbire tutta la CO2 emessa dagli impianti di Agugiaro & Figna Molini nello svolgimento del processo molitorio dei quattro stabilimenti (Curtarolo, Collecchio, Molini Fagioli a Magione e Rivolta D’adda a Cremona in Lombardia). L’iniziativa di riqualificazione ambientale, portata avanti e ideata da Agugiaro&Figna Molini attraverso la collaborazione con il CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali) è una delle tappe del viaggio dell’azienda per sostenere il territorio e la sua biodiversità, impegnandosi in scelte sempre più eco-sostenibili.

Bosco del Molino

L’inaugurazione è prevista il 21 novembre, in occasione della giornata nazionale dedicata agli alberi. È stata dello stesso Figna l’idea di acquistare, nel 2005, il grande terreno adiacente al Molino di Collecchio: «Non ho mai avuto grandi velleità – spiega il presidente – Quando mi affacciavo ad una delle finestre dello stabilimento e osservavo il terreno adiacente vuoto e spoglio, pensavo a quanto bello sarebbe stato lavorare accanto ad un bosco per lanciare un monito alle future generazioni: i miei nonni mi hanno insegnato che l’azienda non è nostra, siamo semplici traghettatori che hanno il dovere morale e l’obbligo professionale di lasciare il Molino in condizioni migliori a chi, in futuro, se ne prenderà cura». Il progetto del Bosco, in realtà, rappresenta soltanto uno dei principi perseguiti dall’azienda verso i lavoratori, l’ambiente e la collettività. L’impegno di Agugiaro&Figna all’assunzione di un atteggiamento responsabile non è volto soltanto direttamente all’ambiente, ma anche alle persone. Infatti, l’azienda ha ottenuto la certificazione etica attraverso la quale s’impegna al rispetto della persona e delle pari opportunità, all’imparzialità, alla trasparenza e correttezza delle informazioni, alla tutela della riservatezza anche nell’uso dei sistemi informatici e telematici, alla garanzia di una buona e corretta governance verso i dipendenti e la collettività. «Acquistiamo energia elettrica soltanto da fonti rinnovabili certificate, ad esclusione del fotovoltaico – continua Figna – Premesso che la sostenibilità bisogna farla, invece che parlarne soltanto, noi abbiamo acquistato il terreno adiacente allo stabilimento esattamente 16 anni fa; da allora abbiamo studiato accanto a professionisti, scienziati, geologi, ingegneri e paesaggisti il futuro polmone verde di Collecchio». Si è trattato di uno studio continuo che fino ad oggi non si è mai fermato e che non si fermerà con l’inaugurazione del 21 novembre: «Perché speriamo – ha concluso Figna – che questo progetto sia soltanto l’inizio e possa servire da esempio ad altre persone, non soltanto aziende, capaci di avere una visione lungimirante e di aiutare il nostro pianeta».  Il rispetto per l’ambiente è stato applicato nei più piccoli particolari. La pacciamatura (ovvero l’operazione attuata in agricoltura e giardinaggio che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe) è stata realizzata attraverso l’utilizzo di paglia. Mentre, ad esempio, per le protezioni delle piante è stato utilizzato materiale naturale, evitando così l’utilizzo della plastica.  Infine, gli spazi fra le piante sono stati sviluppati, studiati e realizzati nel rispetto delle biodiversità per permettere la sua salvaguardia e favorire il suo sviluppo.

Bosco del Molino

C’è molta curiosità da parte dei clienti di Agugiaro&Figna, degli abitanti della zona, ma anche da parte di altre aziende di settori differenti a quello molitorio per il progetto che sta “sorgendo” a Collecchio.  Il percorso di sostenibilità aziendale raggiunge con Il Bosco del Molino una tappa fondamentale, confermando l’impegno ad attuare scelte sostenibili a livello locale che hanno altresì un’influenza e una ricaduta positiva sul sistema globale. «Chi vive a stretto contatto con la terra – continua Figna – sa bene che essa restituisce quello che le viene dato: un atteggiamento scorretto può essere un boomerang». Per questo l’idea che ispira “Il Bosco del Molino” è di strutturare l’azienda dando ad essa la capacità di guardare al futuro con rispetto verso il territorio locale e verso chi ci vive, proteggendo l’ambiente come un patrimonio non rinnovabile. “Il Bosco del Molino”, una volta ultimato sarà patrimonio di tutti. Come? Per esempio, attraverso l’ideazione e costruzione di appositi spazi che saranno destinati all’utilizzo delle scuole, della ricerca didattica, destinati a divenire punti di riferimento per generare ed ospitare conoscenza, cultura e arte. Tra i progetti in fase di realizzazione anche alcuni itinerari formativi tematici nel settore agroalimentare da realizzare all’interno del Bosco, destinati agli alunni e ai Dirigenti scolastici della Regione Emilia Romagna. «Spero che la realizzazione de Il Bosco del Molino possa insegnare alle persone ad ascoltare ed imparare dalla natura. Perché gli alberi insegnano a chi sa capire, a chi ha il cuore per ascoltare. Ogni bosco ha la capacità di aprire la mente di ciascuna persona: ora è tempo che ognuno di noi faccia qualcosa per la vita e la salvaguardia della natura».

Bosco del Molino

I numeri. 
Alberi: 18.000 tra arbusti, alberi ed essenze officinali 
Ettari: 13 in totale, 10 di bosco naturale e 3 di pioppeto
CO2: fino a 220.000 kg / anno, compensando le emissioni totali degli impianti dell’azienda nello svolgimento delle attività di trasformazione del grano.

Chi è Agugiaro & Figna Molini
Dal XV secolo il Gruppo Agugiaro&Figna si prende cura e macina il grano. «Ogni singolo chicco di grano, così come ogni varietà, racchiude il senso del viaggio che esso percorre, partendo dal campo con la semina, per poi, attraverso un processo lento e gentile, arrivare alle nostre tavole». Questa è la filosofia che guida e anima il lavoro dell’azienda che da ben sei generazioni si dedica con passione, conoscenza, tecnica e dedizione alla molitura.

Secondo Agugiaro&Figna la farina racconta una storia, anzi differenti storie tra loro unite da un unico elemento: la farina. Questa è la magia del grano racchiusa nella capacità di parlare delle persone che lo lavorano con rispetto, coscienza e tecnica in un continuo dialogo fra tradizione e innovazione; ma esso ci racconta anche del territorio e delle sue qualità, della storia e delle sue caratteristiche. Da qui, proprio dal campo inizia l’impegno per il rispetto dell’ambiente, del lavoro, dell’alimentazione e delle persone.

L’attenzione dell’Azienda verso gli aspetti funzionali della farina l’ha portata ad essere la prima a sviluppare una linea specifica per la pizza e a produrre lievito madre. È stata realizzata una gamma di prodotti per ciascun settore alimentare: cucina, pasticceria, panificazione, pizzeria, sperimentando caratteristiche e interazioni con altri ingredienti. I valori guida dell’Azienda puntano a preservare la genuinità del grano, a garantire prestazioni tecniche rilevanti e ad assicurare un ambiente sostenibile. La macinazione è gentile e graduale, di mono varietà di grano, per rispettare le qualità native. La qualità tecnico-funzionale è assicurata dalla miscelazione delle farine in prodotti bilanciati di diverse caratteristiche.  La passione per la qualità e per la naturalità che dirige le scelte verso l’adozione di energia da fonti rinnovabili, verso farine biologiche, verso nuove estrazioni che esaltano l’autenticità del grano.

L’azienda sviluppa la sua filosofia del “saper fare” partendo da una convinzione: per costruire il futuro bisogna prima immaginarlo. Così si evolve e nascono idee innovative: creando nuove vie illuminate per raggiungere traguardi che non rappresenteranno mai la fine di un viaggio, ma soltanto l’inizio di una rivoluzionaria ricerca.  È questa la filosofia che ispira il “fare impresa” di Agugiaro & Figna Molini.

Storia ed evoluzione, incontro e confronto sono gli elementi propulsori dai quali nasce MIA, acronimo di Macinazione Integrata® Autentica, il cui brevetto è stato ottenuto nel 2018 e concepita attraverso l’utilizzo di un innovativo processo che associa due tipi di molitura: la più tradizionale a pietra con la moderna a cilindri. La macinazione integrata concilia quanto di meglio la tradizione e la tecnologia insieme offrono per ottenere sfarinati integrali o semi-integrali di granulometria mirata e precisa, igienicamente più sicuri, con prestazioni sempre costanti e stabili, con una shelf life superiore alla media e nel pieno rispetto delle caratteristiche native del chicco. I sapori e gli aromi sono intensi, con un alto grado d’igienicità e salubrità non riscontrabili nei processi tradizionali. MIA sprigiona il sapore della farina rivoluzionario, non solo per il metodo innovativo con il quale si sviluppa il processo molitorio, ma anche e soprattutto per il bouquet aromatico che essa racchiude.

Il processo molitorio ha inizio con la selezione delle migliori qualità di grano, in seguito esso viene analizzato in laboratorio per garantire l’integrità, prima di essere processato. Attraverso una decorticazione sapientemente calibrata, il chicco viene pulito delle impurità esterne: la leggera abrasione che avviene attraverso il processo di decorticazione garantisce elevati livelli igienico-sanitari. Una volta spogliato dalle impurità esterne, il chicco viene macinato con un tradizionale molino a pietra. In questo modo si mantengono i profumi e i sapori autentici del grano. Il processo d’integrazione è completato con la macinazione a cilindri: viene calibrata la granulometria della farina, così da garantire grandi prestazioni e costanza nel tempo.

Per un giardino fiorito… la prossima primavera

Tutti amano i fiori primaverili, che per primi portano allegria nel giardino. I bulbi di fiore hanno una capacità ineguagliabile di diffondere vibrazioni positive, mentre il resto del giardino è ancora immerso nel sonno invernale. L’autunno è il momento giusto per piantare i bulbi.

Preparazione

L’inverno è alle porte e cresce la voglia di rintanarsi in casa. Tuttavia è piacevole concludere la bella stagione allestendo il giardino, la terrazza o il balcone per i mesi invernali, un’attività che include anche i preparativi in vista della primavera. Piantando i bulbi in questo periodo potrai infatti godere degli incantevoli fiori primaverili fin dai primi mesi dell’anno. Praticamente ti fai un regalo ora per trarne il massimo beneficio in primavera. Non è un’idea meravigliosa?


I migliori bulbi a fioritura primaverile

Esistono decine di bulbose a fioritura primaverile, disponibili in un’ampia varietà di forme, colori e dimensioni. Abbiamo selezionato cinque bulbi primaverili che spiccano in modo particolare e che, grazie ai colori vivaci e ai fiori grandi, ti regalano una sensazione di benessere. Si tratta di: tulipano (Tulipa), narciso (Narcissus), giacinto (Hyacinthus), croco (Crocus) e corona imperiale (Fritillaria imperialis).


Tulipano

Il tulipano, famoso in tutto il mondo per la sua bellezza, è portatore di allegria. Non appena sboccia, questo fiore primaverile emana un fascino irresistibile. La varietà è enorme: sapevi che ne esistono ben quindici gruppi distinti? Ce n’è per tutti i gusti.

Narciso

Il narciso è un autentico foriero di primavera e, come il tulipano, è molto variegato; ne esistono infatti dodici gruppi distinti. Una caratteristica interessante del narciso è che i bulbi possono rimanere nel terreno per rifiorire ogni anno in primavera. Sono dunque particolarmente adatti all’inselvatichimento.


Giacinto

Se desideri avere un giardino profumato, oltre che colorato, i giacinti sono la scelta giusta. Gli innumerevoli fiorellini creano un tripudio di colori strepitoso. Le tonalità più diffuse sono bianco, rosa e blu. Inoltre i giacinti emanano una fragranza deliziosa, infatti vengono utilizzati anche per la produzione di profumi.


Croco

Questo bulbo a fioritura precoce è simbolo di primavera e di gioia. Ai primi raggi di sole primaverili i boccioli si schiudono. Sapevi che le api vanno matte per i crochi? Non appena i fiori fanno capolino, sopraggiungono numerose per cibarsi del delizioso nettare.


Corona imperiale

La maestosa corona imperiale fa sfoggio di sé nel giardino con i suoi fiori stupendi. Questi emanano una fragranza muschiata, che tiene lontani talpe, topi e arvicole. Inoltre producono grandi gocce di nettare molto apprezzato da api e farfalle.

Ti è venuta voglia di piantare dei bulbi? Scegli i tuoi fiori primaverili preferiti e mettiti subito all’opera. Per maggiori informazioni sull’assortimento e sulla piantagione dei bulbi di fiore, visita il sito www.bulbidifiore.it.

bulbi per la primavera
A sinistra: Narcissus ´Dutch Master´ – Al centro: Hyacinthus – A destra: Fritillaria Imperialis

Workshop di falegnameria

Un workshop per imparare a lavorare il legno ed operare come un falegname per portare a termine con competenza e abilità tutte le fasi lavorative in una giornata, dal progetto alla costruzione e assemblaggio, arrivando a realizzare un oggetto con l’ausilio degli strumenti tradizionali, ma anche con gli elettroutensili e le macchine cosiddette “On site”.

Il percorso proposto da Zappata Romana sarà teorico e pratico.

  • Si apprenderanno i primi rudimenti teorici: per la conoscenza del legno, la progettazione di un manufatto e il calcolo dei pezzi in base alle misure fornite dai fornitori per le essenze da usare.
  • Si realizzerà un vero manufatto usando gran parte degli utensili che verranno presentati. Sarà spiegato come e quando usarli, ci occuperemo di progettazione, preparazione, assemblaggio e rifinitura di un tavole con legno massello e legno riciclato per realizzare un tavolo e delle panche.

Il corso è tenuto da Francesco Zangari, amico dell’Hortus Urbis e falegname appassionato ed esperto, proveniente da una stirpe di falegnami.

Informazioni:

  • Sede: Hortus Urbis, via Appia Antica 42/50, Roma
  • Costo: donazione suggerita di € 35 euro a persona
  • Posti limitati
  • Iscrizioni: entro le ore 12 di venerdì 15 ottobre 2021 fino ad esaurimento posti: hortus.zappataromana@gmail.com

Calendario:

  • Venerdì 15 ottobre 2021 alle 18.00, lezione teorica on line
  • Sabato 16 ottobre 2021 dalle 9.00 alle 17.00, lezione teorico pratica all’Hortus Urbis

Informazioni supplementari:

  • Portare abiti da lavoro (o un grembiule) e guanti da lavoro
  • Vestirsi a strati per adeguarsi all’escursione termica della giornata
  • Un pranzo al sacco
  • Disponibilità ad imparare e a scoprire la propria manualità e precisione

E’ richiesta la mascherina FP2
Poiché il corso si svolge all’aperto, le attività potranno subire variazioni in relazione alle condizioni climatiche.

Workshop di falegnameria

Le giornate del FAI

L’orgoglio di vivere nel Paese più bello del mondo, la consapevolezza che è necessario agire con senso di responsabilità perché l’Italia sia davvero una “superpotenzaculturale” – parafrasando quanto detto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo primo discorso in Senato – e l’ambizione di poter rendere migliore il Paese. 

Su questi tre elementi si sviluppa “Ricordiamoci di salvare l’Italia”, la grande campagna nazionale di raccolta fondi che, come ogni anno, il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano lancia nel mese di ottobre, invitando tutti a sostenere le sue attività di cura, restauro e valorizzazione del patrimonio d’arte e natura italiano, attraverso l’iscrizione alla Fondazione e la partecipazione alle “Giornate FAI d’Autunno”, cuore dell’iniziativa, in programma sabato 16 e domenica 17 ottobre con l’apertura di oltre 600 luoghi solitamente inaccessibili oppure poco noti in 300 città da nord a sud della Penisola. Una raccolta fondi quanto mai importante per il FAI, a fronte di un 2021 particolarmente complicato, con i Beni, a cui la Fondazione non ha mai fatto mancare cure ordinarie e straordinarie, rimasti forzatamente chiusi per un lungo periodo e riaperti a fine aprile con accessi contingentati e le Giornate di Primavera slittate di due mesi e organizzate in forma ridotta.

Il FAI crede che il rilancio del Paese, dopo i duri colpi inferti dalla pandemia, debba partire anche da ciò che ci rende una potenza senza eguali al mondo: i nostri beni culturali e paesaggistici. Un patrimonio vastissimo da tutelare e valorizzare con attenzione e assiduità che necessita dell’aiuto e della generosità di tutti. 

Il FAI, insieme alle Istituzioni, opera quotidianamente per trasformare lo slancio di tutti i suoi sostenitori, motivati dal profondo civismo di chi si mette al servizio del bene comune secondo le proprie possibilità e attitudini; grandi e piccoli gesti che confluiscono in un’impresa valorosa: la difesa e la promozione della ricchezza artistica, culturale e naturale del Paese. È quello che fanno tutti coloro che decidono di entrare a far parte della grande famiglia della Fondazione con l’iscrizione annuale – 39 euro la quota ordinaria – o partecipano alla sua missione con una donazione, contribuendo così alla copertura degli alti costi di gestione e manutenzione di tutti i Beni che il FAI ha recuperato e aperto al pubblico, o come fanno i suoi volontari che, in occasione delle Giornate di Primavera e d’Autunno, si impegnano con passione per far conoscere le bellezze d’Italia. 

Partecipare alla campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” rende possibili importanti progetti di restauro e valorizzazione che il FAI realizza a beneficio della collettività. Particolare rilievo rivestono quelli dedicati alla sostenibilità e all’ambiente, inteso come intreccio indissolubile di natura e storia, attraverso i quali la Fondazione esprime il suo modo di essere “ambientalista” e il suo crescente impegno per la diffusione di una più ampia “cultura della natura”. Questa volontà è ben rappresentata dal progetto di recupero e valorizzazione di Monte Fontana Secca a Quero Vas (BL), 150 ettari di boschi e pascoli d’alta quota sul massiccio del Grappa, che raccoglie al meglio le istanze legate alla memoria e all’ambiente.

Roma, Palazzo dell’Esercito e Biblioteca Militare

Un’attenzione particolare all’ambiente e ai rischi connessi ai cambiamenti climatici verrà riservata anche durante le Giornate FAI d’Autunno del 16 e 17 ottobre, il grande evento “di piazza” dedicato al patrimonio d’arte e natura, giunto alla sua decima edizione, che, come gli anni scorsi, può contare sullo slancio vitale dei giovani volontari del FAI, promotori e protagonisti di questa iniziativa (ai partecipanti alla manifestazione verrà suggerito un contributo non obbligatorio di 3 €. I posti sono limitati; la donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita. Prenotazione online consigliata – salvo diverse indicazioni segnalate sul sito – ed elenco completo delle aperture su http://www.giornatefai.it. Per ulteriori informazioni, vedi scheda allegata).Tra le aperture proposte ci sono infatti percorsi naturalistici e luoghi “verdi” e, anche in siti prettamente storico e artistici, verrà offerta una narrazione che abbraccia il paesaggio in cui sono immersi. Di particolare impatto sono due visite in zone devastate quest’estate dagli incendiSantu Lussurgiu (OR) e il Monte Reventino (CZ). Il catalogo dei luoghi visitabili è, come di consueto, amplissimo: in 300 città d’Italia, 600 siti solitamente inaccessibili oppure poco noti che meritano di essere valorizzati, saranno svelati in tutta la loro bellezza e unicità, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, e agli iscritti e a chi si iscriverà al FAI online o in piazza in occasione dell’evento saranno dedicate aperture speciali. Tantissime le tipologie rappresentate: dai complessi religiosi ai palazzi, dai castelli alle aree archeologiche, dai piccoli musei ai parchi e giardini storici, e ancora borghi, aree naturalistiche, luoghi produttivi e molto altro. Inoltre, in occasione del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate concederanno l’accesso straordinario in 42 loro luoghi-simbolo di significativa importanza storica e istituzionale.

Tra le aperture di maggior rilievo:

  • Roma il Casino del Bel Respiro, edificato nel parco di Villa Pamphilj da Alessandro Algardi nel 1644 per papa Innocenzo X e oggi sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri durante le visite di Capi di Stato e di Governo;
  • Milano il Nuovo Campus Bocconi, realizzato sull’area dell’Ex Centrale del Latte a firma delle archistar Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, dello Studio SANAA di Tokyo, e progettato secondo criteri di biocompatibilità ed ecosostenibilità;
  • Firenze la cinquecentesca Villa Salviati, che oggi ospita gli Archivi Storici dell’Unione europea e i Dipartimenti di Legge e Storia dell’Istituto Universitario Europeo;
  • Torino la Scuola d’Applicazione dell’Esercito, che ha sede a Palazzo Arsenale, edificato nella prima metà del Settecento su progetto di Filippo Juvarra, che vanta un cortile di 66 metri, appena restaurato, e che ebbe tra i suoi allievi il matematico Lagrange, Cavour e generali come Lamarmora e Cadorna;
  • Napoli il settecentesco Palazzo Serra di Cassano, dove oggi si trova l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e dove in occasione delle Olimpiadi di Roma 1960 venne organizzato il famoso “Gran Ballo dei Re”;
  • Matera la Scuola di Alta Formazione e Studio “Michele D’Elia”, parte dell’Istituto Centrale per il Restauro, dove si preparano i futuri restauratori attraverso un percorso d’eccellenza;
  • Venezia il complesso dell’Arsenalenato nel Medioevo come cantiere navale della Serenissima, ricordato da Dante nell’Inferno e di cui saranno visibili aree normalmente non accessibili, tra cui il Salone degli Squadratori, imponente edificio di matrice settecentesca.
Saline di Volterra (PI)

La campagna “Ricordiamoci di salvare l’Italia” è resa possibile anche grazie alle preziose collaborazioni strette con importanti aziendeche sosterranno il progetto in qualità di partner, coinvolgendo la propria rete locale e proponendo ai clienti differenti iniziative di raccolta fondi su tutto il territorio nazionale.

Si potrà infatti aiutare il FAI donando in tutti gli ipermercati Iper La grande i, in tutti i supermercati Unes, nei punti vendita il Viaggiator Goloso®, visitando i quattro centri commerciali Porta di RomaLe GruCampaniaNave de Vero appartenenti al Gruppo Klépierre e gli Hotel Marriott che promuoveranno il messaggio della campagna.

Le Giornate FAI d’Autunno 2021 sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende illuminate:

FinecoBank, una delle più importanti banche FinTech in Europa e fra le principali Reti di consulenza in Italia, è il prestigioso Main Sponsor dell’evento perché da sempre è impegnata nel valorizzare il patrimonio artistico e culturale del territorio.

Multicedi, impresa della grande distribuzione da sempre attenta ai territori in cui opera, per il primo anno è accanto alla Fondazione in qualità di Sponsor dell’evento.

Grazie inoltre a Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018, che nasce per favorire il dialogo con la società civile, promuovere la cultura industriale e d’impresa e valorizzare il proprio patrimonio culturale e museale; a Edison, storica azienda amica del FAI da sempre impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale, turistico e sociale presenti nel nostro Paese, e a Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, che ha donato il suo prodotto per l’iniziativa.

L’evento si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate che, in occasione del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, concedono l’apertura, durante le Giornate FAI d’Autunno, di alcuni loro luoghi simbolo.

Si ringraziano, inoltre, Regione Campania e Regione Lazio per il contributo concesso.

Anche per questa edizione Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico radiotelevisivo alla cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano; i programmi e le testate Rai raccontano tutto l’anno le meraviglie del nostro Paese e sensibilizzano il pubblico anche attraverso campagne sociali. Rai è quindi Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2021 anche attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale

Grazie a Province, Comuni, Soprintendenze, Università, Enti Religiosi, Istituzioni Pubbliche e Private, ai privati cittadini e a tutte le aziende che hanno voluto appoggiare la Fondazione. 

Grazie di cuore alle 129 Delegazioni, 104 Gruppi FAI, 98 Gruppi FAI Giovani e 8 Gruppi FAI Ponte, attivi in tutta Italia. Ad affiancare i volontari ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti che desiderano attuare con i propri docenti un’esperienza sul campo come percorso formativo per le competenze trasversali e l’orientamento, o che hanno scelto autonomamente di mettersi in gioco in prima persona per raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del proprio territorio.

Un ringraziamento particolare per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione alla Protezione Civile, con la quale quest’anno festeggiamo i 15 anni di stretta collaborazione, all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e alla Croce Rossa Italiana per il prezioso supporto in questo periodo di emergenza sanitaria e per una partnership ormai consolidata negli anni.

Ringraziamo in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Un grazie infine ai molti testimoni, ai conduttori televisivi e radiofonici, ai giornalisti e a tutte le persone che sosterranno la campagna.

Napoli, Palazzo Serra di Cassano

Favorire la biodiversità con i bulbi da fiore

Gli insetti non possono vivere senza nettare e senza polline, due sostanze molto importanti prodotte dai fiori. Piantando i bulbi nei giardini, sulle terrazze e sui balconi aiutiamo gli insetti a trovare quantità sufficienti di nettare e polline.

Festa

Con i loro colori brillanti, le piante bulbose a fioritura primaverile impreziosiscono il giardino. Quando il giardino si risveglia dal sonno invernale, i primi fiori portano una nota di allegria che diffonde buonumore. Si tratta di un rituale primaverile che si ripete ogni anno e che aspettiamo (inconsapevolmente) con impazienza. Ma questo rituale non è una festa solo per noi; per gli insetti, infatti, è un cerimoniale irrinunciabile.

Carenza

Gli insetti, come le api e le farfalle, hanno bisogno di nettare e di polline per vivere. Ma purtroppo all’inizio della primavera non ne trovano a sufficienza, poiché la fioritura del poco verde che ancora ci circonda è troppo scarsa. Esistono tuttavia bulbose a fioritura primaverile che, in confronto ad altre piante da giardino, producono grandi quantità di nettare e polline.

Soluzione

A causa della carenza di polline e di nettare, la popolazione di insetti sta drasticamente calando, in termini sia di specie che di numero. Se tutti coloro che hanno un giardino, un balcone o una terrazza entrano in azione, collettivamente possiamo contribuire a frenare questa tendenza. Partecipa anche tu piantando i bulbi primaverili, per accrescere la quantità di fiori capaci di offrire nutrimento a queste importanti creature.

Nutrimento

Le piante bulbose che fioriscono per prime producono nettare e polline a partire dal mese di gennaio. Vuoi sapere quali bulbi di fiore offrono nutrimento agli insetti contribuendo a migliorare la biodiversità? Di seguito sono elencate le 10 varietà più importanti.

1. Anemone (Anemone blanda)

L’anemone fiorisce nei mesi di marzo e aprile. I fiori delicati hanno un colore caratteristico che sfuma dal blu al malva. Questa bulbosa fornisce soprattutto polline alle api selvatiche e alle api da miele.

2. Giacinto a grappolo (Muscari)

Il giacinto a grappolo è un richiamo irresistibile per le api. Il suo polline grigio è molto apprezzato da bombi, api selvatiche (del genere Andrena), api da miele e farfalle.

3. Croco (Crocus)

I crochi contribuiscono ad accrescere la biodiversità poiché, grazie ai fiori aperti, il polline e il nettare sono facilmente accessibili per le api e le farfalle precoci.

4. Narciso (Narcissus)

Gli insetti dotati di una lingua lunga sono ghiotti del nettare e del polline prodotti dai narcisi. Il narciso (selvatico) è la fonte di nutrimento prediletta di vespe e mosche.

5. Fiorestella (Ipheion)

I fiorellini a forma di stella, di colore rosa, lilla, blu o bianco, attirano numerose specie di insetti.

6. Aglio ornamentale (Allium)

Grazie alla forma sferica, più insetti possono attingere a questo fiore contemporaneamente. Infatti intorno all’aglio ornamentale si nota spesso un brulichio di insetti.

7. Bucaneve (Galanthus)

Da dicembre ad aprile i delicati bucaneve bianchi producono grandi quantità di nettare e polline per le api selvatiche, le api da miele e le farfalle precoci.

 

8. Gloria della neve (Chionodoxa)

La gloria della neve fiorisce all’inizio della primavera ed è un’importante fonte di polline e nettare per diversi insetti.

9. Piè di gallo (Eranthis)

Il piè di gallo è una fra le prime tuberose a fiorire. I vivaci tappeti di fiori gialli aperti sono un’ottima fonte di cibo per i bombi.

10. Campanella maggiore (Leucojum aestivum)

La campanella maggiore, ancora poco diffusa ma molto amata dagli insetti, cresce bene nei luoghi umidi, come ai bordi di un fosso o di uno stagno.

Cose interessanti da sapere

  • La quantità di nettare che una pianta produce varia nell’arco della giornata a seconda del grado di umidità e della quantità di luce solare.
  • I tre principali impollinatori di fiori sono le api selvatiche, i sirfidi e le farfalle.
  • Le conseguenze della carenza di nettare e polline, da cui deriva il calo del numero di insetti, si riflettono nella catena alimentare animale. Diminuisce infatti la quantità di cibo disponibile per gli uccelli e per i piccoli mammiferi.
  • Il nettare è un fluido sciropposo ricco di zucchero, contenente glucosio, fruttosio e saccarosio. Le piante secernono questa sostanza attraverso gli organi nettariferi.
  • Il polline proviene dalle cellule germinali maschili dei fiori, più precisamente dagli stami.
  • Già nel mese di febbraio numerose farfalle si svegliano dal sonno invernale e vanno in cerca di luoghi soleggiati per riscaldarsi e deporre le uova.
  • Le api e le mosche si risvegliano quando la temperatura raggiunge i 6-7 gradi centigradi e iniziano subito a cercare il cibo per nutrire le larve.
  • Per racimolare un chilo di polline, un’ape deve riempire le cestelle del polline da 50.000 a 100.000 volte.

Per maggiori informazioni sui bulbi di fiore, visita il sito www.bulbidifiore.it.

Bulbi in festa

Siamo lieti di invitarvi Domenica 17 ottobre alle attività autunnali all’aria aperta per bambini dell’Hortus Urbis, l’orto antico romano nel Parco dell’Appia Antica.

Alle ore 11 – BULBI IN FESTA | Laboratorio per piccoli giardinieri, a cura di Hortus Urbis

Laboratorio per sporcarsi le mani dedicato al giardinaggio e in particolare ai narcisi, gigli, zafferano e altri bulbi. I bambini potranno interrare insieme i bulbi e partecipare alla creazione delle nuove aiuole dell’orto. Per concludere ogni bimbo metterà a dimora un bulbo anche in un piccolo vasetto che con le sue amorevoli cure in poco tempo fiorirà.

  • Da 4 in poi
  • Durata: circa 50 minuti

ISCRIZIONE
È obbligatoria la preiscrizione inviando una email all’indirizzo hortus.zappataromana@gmail.com con i nominativi dei bambini e degli accompagnatori con i relativi cellulari, entro le ore 12.00 di venerdì 15 ottobre. Riceverete una email di conferma con le indicazioni per il pagamento. Il laboratorio costa 10 euro a bambino. Potrai fare sul posto la tessere gratuita dell’Hortus Urbis o partecipare con la tessera amici del parco dell’Appia antica.

Vedi la locandina e i dettagli del programma completo: www.hortusurbis.it

In caso di pioggia il laboratorio sarà spostato.

PER ARRIVARE:
Hortus Urbis presso l’ex Cartiera Latina, via Appia Antica, 42/50 (accanto alla fontanella)

  • In bici: ciclabile Cristoforo Colombo e percorrere il sentiero Circonvallazione Ardeatina
  • Bus: 118 e 218 sull’Appia Antica (Fermata Domine Quo Vadis) o 30express, 714 e 715 su via Cristoforo Colombo (Fermata Cristoforo Colombo/Bavastro o Cristoforo Colombo/Circonvallazione Ostiense) e percorrere il sentiero Circonvallazione Ardeatina nel parco Scott
  • In macchina: La domenica parcheggiare a via Carlo Conti Rossini, Largo Gavaligi, via Omboni, via Scott e dintorni e percorrere il sentiero Circonvallazione Ardeatina nel parco Scott. Gli altri giorni parcheggio al civico 50.
bulbi in festa

Riscoprire le vecchie tradizioni

Aumentano l’amore, l’attenzione e l’apprezzamento per le antiche conoscenze sulla natura e si accendono i riflettori sulle varietà di bulbi classiche.

Antico “know-how”

In contrapposizione ai rapidi cambiamenti, soprattutto in ambito tecnologico, è sempre più diffuso il desiderio di riscoprire tradizioni e rituali antichi. Nel giardino questo si traduce nella presenza di varietà di fiori tradizionali e nostalgiche. L’uso di bulbi di fiore è una scelta logica. Infatti i primi tulipani hanno fatto il loro ingresso in Olanda nel lontano 1593. Più nostalgici di così…

Protezione

Oltre alla nostalgia, cerchiamo e troviamo sempre più spesso protezione nel giardino. Il nostro spazio verde ci offre calore e sicurezza. Proviamo la sensazione di essere nel soggiorno di casa, ma circondati dalla natura. Un mix di tulipani, disponibili a fioritura sia precoce che tardiva, aiuta a rafforzare questa sensazione piacevole. In tal modo è possibile godere dei fiori durante tutta la primavera.

Tulipani
A sinistra: Tulipa, Narcissus – Al centro: Tulipa ‘Prinses Irene’, ‘Double You’ – A destra: Tulipa

Varietà antiche

Trovarle potrebbe richiedere del tempo, ma le varietà antiche di bulbi di fiore sono ancora reperibili. Cerca le perle più affascinanti e abbina, ad esempio, i tulipani storici a narcisi e fritillaria di altri tempi:

  • Fritillaria pallidiflora
  • Fritillaria persica “Ivory Bells”
  • Fritillaria persica
  • Narcissus poeticus “Recurves”
  • Narcissus “Thalia”
  • Tulipa “Ballade”
  • Tulipa “Estella Rijnveld”
  • Tulipa greigii “Cape Cod”
  • Tulipa “Uncle Tom”
  • Tulipa “White Triumphator”

Accosta questi bulbi ad altre piante particolari, come le rose rampicanti o alcune specie di alberi da frutto, per un risultato straordinario e gratificante.

Per maggiori informazioni sui bulbi di fiore, visita il sito www.bulbidifiore.it.

Tulipani
A sinistra: Narcissus ‘ Thalia’ – Al centro: Narcissus poeticus ‘Recurves’ – A destra: Tulipa ‘Uncle Tom’
Tulipani
A sinistra: Fritillaria persica – Al centro: Tulipa greigii ‘Cape Cod’ – A destra: Tulipa ‘Estella Rijnveld’