Fuori dagli schemi con i fiori estivi

È abitudine sistemare i fiori in un vaso, da collocare su un tavolo o sul davanzale di una finestra. Tuttavia esistono modi più originali per mettere in risalto la bellezza dei fiori. Pensa fuori dagli schemi e trai il massimo piacere dai fiori estivi.

Fissati con un cordino

Spesso i fiori vengono legati in un mazzo, ma la loro bellezza risalta di più se presi singolarmente. A tale scopo è sufficiente utilizzare un cordino. Fissa un’estremità del cordino a una lampada o a un elemento decorativo della parete. Fissa quindi una provetta per fiori contenente acqua all’estremità inferiore. Elimina una parte di gambo praticando un taglio obliquo, in base alla lunghezza desiderata, e colloca il fiore nella provetta. Il risultato è incantevole!

All’esterno

Generalmente lo scopo di un mazzo di fiori è quello di rallegrare e impreziosire gli ambienti interni. Ma hai mai pensato di sistemarlo all’esterno? Prova e scoprirai che i fiori si mostrano in tutto il loro splendore all’aria aperta. Un ulteriore vantaggio è dato dal fatto che, se vivi in spazi piuttosto ridotti, all’esterno puoi fare le cose in grande. Soprattutto con i fiori estivi dallo stelo lungo, come dalie, gigli e gladioli, il risultato è garantito.

In un piatto da portata

Naturalmente un vaso si presta per far risaltare la bellezza dei fiori. Tuttavia in un vaso opaco gli steli rimangono nascosti, mentre in un vaso trasparente è facile notare la torbidità dell’acqua. Per poter ammirare anche le parti verdi, è possibile sistemare i fiori in un piatto da portata. Accertati che l’estremità degli steli sia a contatto con uno strato di acqua, affinché non si secchino.

Fiori estivi
A destra: Lilium ´Break Out´ – A sinistra: Lilium ´Willeke Alberti´

Sul pouf

Un pouf è una comoda seduta, ma può servire anche da base di appoggio per i fiori. Così il tavolo rimane libero e i fiori sono comunque bene in vista. Ricordati di posizionare dapprima un vassoio o un piatto sul pouf, in modo da non lasciare segni o aloni. Quindi sistemaci sopra il vaso con i fiori. Le dalie sono particolarmente indicate per ottenere un risultato di grande effetto.

Fiori estivi
A destra: Dahlia ´Café au Lait´ – A sinistra: Allium ´White Ampeloprasum´, sativum, Dahlia ´Pink Magic´, ´Diana’s Memory´, ´Polar Ice´, ´Wizard of Oz´, Calla ´Pink Melody´

Nella fruttiera

Impilare va di moda. Puoi divertirti impilando diversi oggetti, come vassoi, tazze, piatti e scodelle, abbinati a fiori. Anche una fruttiera può servire allo scopo. Sistema i fiori estivi in un modo del tutto originale. Colloca dapprima i fiori in un vaso che si accosta bene alla fruttiera, quindi sistema il vaso nella fruttiera. Voilà!

Fiori estivi
A destra: Lilium ´Sweet Zanica ´, Calla – A sinistra: Dahlia ´Wizard of Oz´, ´Diana’s Memory´, ´Pink Magic´, ´Polar Ice´, ´Stratos´

Sempre con te

I fiori ti mettono di buonumore e con i fiori puoi regalare il buonumore agli altri. Ma se li tieni in casa puoi goderne solo tra le mura domestiche. Pensa fuori dagli schemi e portali sempre con te, in una borsetta. In questo modo i fiori diventano un’estensione del tuo look e allietano sia te sia le persone che ti circondano. Un’idea davvero carina!

Per maggiori informazioni visita il sito www.ilsysays.com.

Fiori estivi
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Tripudio di colori con i gigli

Il verde ti fa stare bene. Lascia entrare la natura in casa tua con il versatile giglio. I suoi innumerevoli colori creano un’atmosfera festosa.

Versatile

Il giglio presenta un ventaglio di colori ampio e variegato: bianco delicato, rosa spensierato, viola intenso, giallo brillante, arancione sgargiante e tutte le sfumature intermedie. A questi si aggiungono le varianti multicolore, puntinate, striate e a fiore doppio. Grazie alla sua versatilità, in un batter d’occhio il giglio conferisce ai tuoi ambienti un’atmosfera accogliente, abbinandosi alla perfezione al colore degli interni.


Felicità

Un detto recita: “Se hai due pezzi di pane, vendine uno e compra un giglio”. Significa che la felicità, al di là dell’appagamento dei bisogni fondamentali, può scaturire anche dalla bellezza della natura. Attualmente la natura va di moda, infatti amiamo circondarci di verde, poiché ci procura una sensazione di benessere. Con i loro innumerevoli colori, i gigli riempiono la casa di allegria.


Cura

Se acquisti un magnifico mazzo di gigli, naturalmente vuoi goderne il più a lungo possibile. Per prenderti cura dei fiori, osserva le indicazioni seguenti:

  1. Assicurati che il vaso o il piatto destinato ad accogliere i gigli sia perfettamente pulito.
  2. Rimuovi cinque centimetri di stelo praticando un taglio obliquo, per consentire ai gigli di assorbire l’acqua in modo ottimale.
  3. Elimina le foglie dalla parte terminale dello stelo, in modo che non rimangano immerse nell’acqua.
  4. Sistema i gigli in un vaso con abbondante acqua tiepida e aggiungi nutrimento per fiori recisi.
  5. Colloca i gigli in una posizione parzialmente soleggiata.

Per maggiori informazioni visita il sito www.ilsysays.com.

Gigli

L”albero, di John Fowles

Lasciatemi qualche riga per sottolineare la cura e la bellezza di questa collana – Il bosco degli scrittori – della casa editrice Aboca (Sansepolcro, AR).

Questo perché non ho mai creduto che il digitale potesse soppiantare definitivamente il libro stampato, e sfogliare questo piccolo libriccino, rilegato in brossura a filo refe (144 pagine, 16,00 euro), è un piacere per i sensi. Un’impaginazione chiara e pulita che – oltre al contenuto – rende già di per sé la lettura piacevole.

E andiamo adesso a vedere di cosa parla questo libro – scritto e pubblicato per la prima volta nel 1979. 

John Fowles – famoso per il suo libro La donna del tenente francese (1969) – a partire da vicende autobiografiche della sua infanzia, sconfina in un saggio dagli ampi orizzonti. Piacevolissimo da leggere, offre degli stimolanti punti di riflessione tra l’essere umano e il suo rapporto con la natura.

L’approccio dell’autore verso la natura è artistico piuttosto che scientifico: il voler catalogare specie, famiglie di piante, sottospecie… in alcuni casi può essere abbandonato per un approccio più libero e introspettivo verso quel «caos verde», che potrebbe essere terrificante per alcuni… ma meraviglioso per altri. 

Anche i boschi più piccoli hanno i loro segreti e i loro nascondigli, i loro confini non tracciati […]. In quei luoghi, ci troviamo in mezzo a esseri infinitamente altri da noi […] e allo stesso tempo molto simili all’unica forma che un dio universale potrebbe plausibilmente assumere. (pagg. 91-92).

FOWLES, JOHN

L’albero

Aboca, Sansepolcro (AR) 2021

John Fowles, L'albero

Il giardino degli equivoci

Per chi ama o vuole approfondire la storia dei giardini, questo è un libro che vi consiglio vivamente. Come da sottotitolo, Il giardino degli equivoci è una controstoria del giardino da Babilonia alla Land art.

Guido Giubbini descrive con particolare arguzia e senso critico dodici equivoci sulla storia del giardino. Uno degli esempi è la classica quadripartizione (chahar bagh) del giardino persiano.

Cosa ci rimane dei giardini antichi e di quelli storici?

A volte una descrizione leggendaria, altre volte dei resti archeologici e una pianta architettonica, nei casi più fortunati – quelli più vicini a noi – delle fotografie, come quella di Claude Monet nel suo giardino di Ginervy. Ma dei fiori, delle specie di piante in questi giardini coltivati… a volte non sappiano niente. Con occhio attento e scrittura colta Guido Giubbini prova a ridisegnare questa forma simbolica – il giardino – fatta di verde, luce, acqua, colori, significati. 

Un libro che si legge tutto d’un fiato – sono 128 pagine, il costo è di 14,00 euro – ma che ci offre tantissimi spunti di riflessione e di approfondimento. Una base da cui ripartire per riguardare con senso critico la storia del giardino.

Guido Giubini è fondatore del Museo di Arte Contemporanea di Genova, e dal 1990 si interessa di storia del giardino. Ha fondato la rivista «Rosanova. Rivista di arte e storia del giardino» (2005).

GIUBBINI, GUIDO

Il giardino degli equivoci. Controstoria del giardino da Babilonia alla Land art

DeriveApprodi, Roma 2016

Il giardino degli equivoci

Suoni d’estate

La nostra è essenzialmente una società dell’immagine e la vista è forse il nostro senso primo, a cui prestiamo la maggiore attenzione e grazie alla quale ci orientiamo nel mondo.

Pur essendo essenziali e importanti gli altri nostri sensi hanno un’importanza minore. Che dire del tatto? Importante anche questo, nei rapporti personali, nel rapporto con lo spazio circostante, nella scelta di materiali che ci accompagnano nella vita quotidiana – chi mai sceglierebbe un cuscino ruvido? E dell’olfatto? Non siamo forse molto più propensi ad entrare in un ambiente dove c’è un buon profumo piuttosto che in uno dove c’è un cattivo odore¡? Su questa sensazione ed esperienza si basa tutto il marketing olfattivo. Ed è altrettanto importante riconoscere odore di bruciato… per prevenire un principio d’incendio in un qualsiasi locale. E non è bello sentire l’odore della pioggia prima dell’imminente arrivo di un temporale o quello dell’erba appena tagliata? L’udito ha poi una funziona essenziale nella comunicazione verbale… e i jingle pubblicitari. E del gusto potremmo forse farne a meno? Assolutamente no! Il piacere del palato passa per il gusto.

Ma in genere ci orientiamo principalmente con la vista. Poi vengono gli altri sensi. O forse gli altri sensi sono in funzione della vista, e servono per contestualizzare e prendere coscienza di situazioni piacevoli o pericolose – quando in auto sentiamo la sirena dell’ambulanza prestiamo attenzione nel vedere da dove arriva per lasciarle spazio. O pensiamo alla funzione sociale del suono delle campane – dal medioevo ad oggi – nel richiamare i fedeli alla Santa messa. Basterebbe prestare attenzione agli altri nostri sensi per capire quanto siano importanti nell’orientamento conoscitivo con l’ambiente che ci circonda, e per apprezzare suoni diversi dal brusio del traffico o del rombo quasi assordante delle auto di grossa cilindrata che vogliono comunicare quanto sia potente la cilindrata dello “scatolotto di plastica e metallo” e conseguentemente quanto sia ricco – ma a volte di solo denaro – chi la guida. Quindi il suggerimento è una passeggiata nel sottobosco o in spiaggia – in quest’ultimo caso nelle prime ore dell’alba, prima che le voci dei bagnanti si mescolino al frangersi delle onde.

Questa breve premessa – ma era davvero necessaria? Beh, sì, lo era – per raccontarvi di un suono particolare che ha accompagnato sempre le mie estati. Quello delle cicale. In città, in collina e al mare. Vederle, queste cicale, non è sempre facile. Il loro frinito continuo e costante, quasi come un metronomo, termina nel momento in cui ci avviciniamo alla fonte del suono, e scrutare tra le foglie dell’albero per individuarla.

Ricordo al mare, in Croazia, di aver visto vari esoscheletri di cicale attaccate alla corteccia dell’albero, ma a vederne qualcuna era sempre difficile.

Ieri invece… eccone una. Mi trovavo a Sant’Orso, in provincia di Vicenza, e mi inerpicavo il un dolce declivio collinare. Un caldo e un’afa quasi insopportabili. Ero madido di sudore, la foschia si vedeva sulla pianura, come una coperta a coprire le case più lontane. In estate non serve una coperta, c’è già abbastanza caldo. Per questo ho scattato solo una foto al panorama, e cercavo qualcos’altro, di più degno aspetto. Ed ecco che improvvisamente vedo qualcosa su un palo che sorreggeva un giovane albero. Ma è proprio una cicala! E si è lasciata fotografare senza troppe remore. Ualà, la foto della cicala!

cicala

… e già che ci sono, in questa mia passeggiata ho trovato – su una porta di una chiesa – una falena, forse morta. Ma meritava una foto, anche solo per la sua grandezza. Eccola qui sotto.

falena