L’orto di fine anno

Una giornata di cielo azzurro e di sole, le temperature sui nove gradi di giorno, e qualche grado sotto lo zero di notte. Un inverno non freddo, per adesso.

L’orto è in riposo vegetativo, e anch’io un po’ lo sono – ve ne sarete accorti dalla frequenza dei post su questo blog.

Ma poi, con questo sole, come non si può non dare un’occhiata all’orto? Pochissime colture, orto mezzo abbandonato. Lasciamo che dorma ancora un po’, poi a gennaio e febbraio cominceremo a prepararlo per la primavera.

Così guardo la lenta crescita dei broccoli e del porro gigante. I broccoli sì, stanno crescendo, e tra poco li porterò sulla tavola. Anche i porri. Non sono poi così grandi ma si gusteranno lo stesso. Invece ho ancora un cavolo cappuccio da tagliare. È maturo e pronto per essere portato in cucina.

L’inverno non è una stagione estremamente entusiasmante per l’orticoltore. Prova ne è che parlo di me stesso in terza persona. Meglio darsi alla lettura, o alle passeggiate fuori porta. L’orto lo lascio riposare…

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L’orto in inverno

In orto ci sono sempre lavori da fare, in inverno un po’ meno.

Tra le verdure invernali le brassicaceae sopportano bene il freddo e ci regalano sapori anche nella fredda stagione.

Il mio broccolo è lì, nell’orto. Ne ho tre di broccoli e questo è quello che cresce meglio di tutti. Le foglie un po’ (tanto) mangiucchiate dall’ingordigia delle lumache nelle umide serate d’autunno, grande come una pallina da tennis, forse un po’ di più.

Se ne sta pacifico nell’orto, e pian piano cresce. È una crescita lenta e costante, che quasi non si nota. E ogni volta che lo guardo non posso che riflettere sui ritmi della Natura rispetto ai ritmi della cultura. La prima armonica e costante, la seconda aritmica, imprevedibile, perché siamo noi umani che possiamo fare il ritmo. E a volte è un ritmo costante, altre volte è sincopato, altre ancora è aritmico. 

Non posso non pensare alle aperture straordinarie dei negozi, che aboliscono le feste per fare altre feste, ma non per tutti. E quindi spezzano un ritmo (lavoro/riposo) che ci si era guadagnati un po’ alla volta dopo la rivoluzione industriale. Discorsi che stonano con il nostro Natale. Ma guardando le brassicaceae crescere, seguendo la loro normale crescita, nel mio orto, non posso non pensare a questi nuovi ritmi che denotano una perdita di buon senso… Anche chi sforza le colture con fertilizzanti non fa un favore alla Natura. Il tempo che si vuole guadagnare, si finisce per perderlo ancora di più.

Guardo il broccolo in inverno con le foglie mangiucchiate dalle lumache. Pensieri tristi.

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Qualche libro per le feste

Le feste sono vicine, e per alcuni anche le vacanze. E poi c’è l’inverno, e chi dedicava parte del suo tempo alla cura dell’orto in estate adesso ha quel tempo libero così libero che in qualche modo deve pur impiegarlo.

Non pensiate di guardare la TV, che tanto non fanno altro che pubblicità sulle feste, e sono pubblicità che mi rattristano… non pensate nemmeno di fare acquisti su Amazon, che in questo periodo i prezzi si sono alzati… piuttosto andatevi a fare una vacanza in luoghi sperduti e poco noti, lì troverete sempre un posto per voi. Ma ritorniamo al tema di questo post. Qualche consiglio di lettura sul tema. E cominciamo subito.

In prima posizione vi consiglio un libro di Darwin che potete trovare anche gratuitamente. Darwin, conosciuto per la sua teoria dell’evoluzione, era anche un conoscitore di botanica, e ha scritto questo libro: Il potere di movimento delle piante. Lo trovate a questo link.

Buona lettura.

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Seconda posizione. Carlo Tosco, Storia dei giardini. Dalla Bibbia al giardino all’italiana, edito da Il Mulino. Un libro per rilassarvi immaginando una vostra passeggiata in questi giardini, ma anche uno studio ben fatto, e la casa editrice del libro ne è già una garanzia. 248 pagine dove si ripercorre la storia del giardino, dall’Eden fino ai Campi Elisi.

Ve lo consiglio, il prezzo al pubblico (salvo sconti vari) è di 18,00 euro.

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Passiamo alla terza posizione, dove ho scelto un classico. La botanica del desiderio. Il mondo visto dalle piante, di Michael Pollan, di cui immagino già conosciate molto – per i suoi articoli Michael Pollan ha ricevuto, nel 2000, il premio Reuters-Iucn per il giornalismo ambientale. In questo libro Pollan indaga la strategia evolutiva di mela, tulipano, cannabis e patata. La botanica che si intreccia con l’economia. Un libro che consiglio a tutti chi vede nel suo orto una fonte di guadagno o di risparmio – ricordate la Guida all’autosufficienza di John Seymour?

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Quarta posizione. Per chi invece nel suo orto e nel suo giardino vede “la parte botanica”, o anche per i piccoli giardinieri minorenni o giù di lì, ho pensato al libro di Renato Bruni Le piante son brutte bestie. La scienza in giardino, edito da Codice, 18,00 euro. Diciamo che è un buon libro per iniziare degli studi di scienza e botanica. Il racconto è suddiviso nelle quattro stagioni e non manca una parte dedicata ai consigli eco-friendly – ma sì, chiamiamoli così. Alcuni abbastanza banali, ma si sa, se dovete regalare un libro ad un ragazzino/a, questo potrebbe essere un’ottima scelta.

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Sesta posizione. Finisco con un libro un po’ assurdo, o meglio un libro che la dice lunga su dove stiamo andando. L’autore è il giapponese Qing Li, e il libro si intitola: Shinrin-yoku. Immergersi nei boschi. Il metodo giapponese per coltivare la felicità e vivere più a lungo (Rizzoli editore). Lo Shinrin-yoku è la teoria giapponese del bagno nella foresta per ritrovare il proprio equilibrio (trovate anche il libro di Yoshifumi Miyazaki sullo stesso argomento.

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Dicevo che questo libro mostra implicitamente dove sta andando la società. Mi spiego. Passeggiare nei boschi è bellissimo, se hanno scritto un libro a proposito significa che molte persone hanno dimenticato quanto sia bello passeggiare nei boschi. Ma qui da noi, che si lavora anche di domenica e solitamente “non si trova mai il tempo di…”, questo rapporto con la Natura lo si sta perdendo pian piano. Tristezza natalizia. Ecco perché all’inizio del post dicevo che le pubblicità mi rattristano: sono rivolte solo ad un pubblico di persone e ci ripropongono quei miti di plastica che ormai da una decina d’anni hanno perso qualsiasi senso, che non sia quello prettamente economico. Come le macchine di grossa cilindrata, che “ruggiscono” della loro potenza di cavalli. Lo sviluppo adesso deve essere il meno-rumore, il silenzio delle ibride. Ma qui scivoliamo su un altro tema che non voglio toccare nel periodo natalizio.

Bene, spero che i miei suggerimenti vi siano piaciuti e, anche se leggerete altri libri diversi da questi, buona lettura!

Riapre il Museo Bernasconi

Domenica 16 dicembre 2018 riapre al pubblico – dopo alcuni lavori di restauro – il Museo di Villa Bernasconi, l’originale realtà museale ospitata nell’omonima splendida villa Liberty a Cernobbio, sul Lago di Como.

Non un museo nel senso tradizionale del termine, bensì un’esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate dalle #vocidivilla: un percorso innovativo e interattivo tra contenuti multimediali, oggetti e documenti storici in prestito da collezioni museali e private, ma anche attraverso esperienze multisensoriali.

LE NOVITA’

Oltre ai rinnovati spazi tra cui la Mansarda, ora attrezzata per ospitare atelier creativi e didattici, la “Casa che parla” – come si autodefinisce il Museo, dove è la villa stessa a raccontarsi e a condurre i visitatori lungo un itinerario alla scoperta della sua storia e delle persone che vi hanno abitato dal 1906 in poi – si ripresenta ora al pubblico ancora più multiesperienziale e interattiva, grazie anche ai nuovi allestimenti realizzati con i contributi assegnati nell’anno 2018 da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.

A partire dalle installazioni ospitate nelle stanze della Villa, che uniscono tecnologia e storytelling, come la “Bacheca degli oggetti parlanti”, realizzata da Rataplan, in cui gli strumenti di lavoro – recuperati tra gli ex dipendenti delle Tessiture Seriche Bernasconi (Davide Bernasconi era il primo proprietario della Villa) e le ditte che ne hanno raccolto l’eredità – fanno ascoltare la propria voce ai visitatori che li toccano, grazie a speciali sensori che si attivano con il contatto. 

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L’installazione è progettata per essere arricchita in futuro con altri oggetti parlanti, così come la “Cassettiera interattiva dei ricordi” a cura di Sfelab che si presenta ora arricchita con cinque nuovi cassetti, tra cui quello dello stesso Davide Bernasconi. E’ una cassettiera interattiva e multimediale che permette ai visitatori di rivivere i ricordi di operai, impiegati e dirigenti: aprendo i cassetti, gli oggetti in essi contenuti si illuminano, appare il ritratto del lavoratore all’interno di una cornice multimediale, e nella credenza si animano scritte, immagini ed illustrazioni accompagnate dalla voce narrante del lavoratore che, in tono confidenziale, racconta la propria storia.

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Queste due installazioni sono state realizzate grazie al contributo di Regione Lombardia assegnato al Comune di Cernobbio attraverso il bando “Avviso Unico Cultura – Lingua lombarda e patrimonio immateriale”.

Un’altra importante novità è l’installazione scenografica multisensoriale “Sulle ali della seta” realizzata da un team artistico di cui fanno parte lo scenografo Ivo Tomasi, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera e perfezionatosi al Teatro alla Scala di Milano, la scenografa e decoratrice Elisabetta Guglielmo, titolare di un laboratorio di allestimenti artistici, e il fonico e musicista Giorgio Andreoli.

Irrompendo tra i muri di Villa Bernasconi, le farfalle del baco da seta e la vegetazione delle sfarzose decorazioni Liberty delle facciate esterne della villa fanno il loro ingresso in una delle stanze al primo piano. Scultura, scenografia, decorazioni, luci e musiche si armonizzano in un’opera nella quale è possibile entrare, ascoltare suoni che evocano il periodo storico e l’operosità industriale dell’ingegner Bernasconi e diventare parte integrante dell’opera stessa attraverso la propria immagine, riflessa da un enorme specchio che nello stesso tempo porta alla luce i campionari delle sete prodotte sul territorio di Cernobbio e della provincia di Como. 

Quest’opera si riferisce al progetto in partenariato con il Museo della Seta “Ti facciamo il filo!” finanziato da Fondazione Cariplo.

Ma Villa Bernasconi continua a stupire i visitatori anche con le installazioni già presenti prima della chiusura per lavori: come la videoinstallazione olografica “La cena”, a cura di OLO creative farm, che riproduce in scala 1:12 la sala da pranzo del Cavalier Bernasconi (il primo proprietario della Villa), grazie a una mini-scenografia con arredi in stile. L’installazione dà vita, tramite la tecnica oleografica, a una cena immaginaria – ma realistica per i contenuti storici tratti dal quotidiano La Provincia del 1906 – che, ispirandosi nella sceneggiatura a “Il fascino discreto della borghesia” di Luis Buñuel, racconta attraverso dialoghi, a tratti surreali, il contesto sociale di una delle famiglie più influenti dell’epoca. 

Riscuote inoltre sempre grande entusiasmo anche l’installazione interattiva progettata e realizzata da Rataplan: un  telefono originale degli anni Trenta opportunamente adattato e programmato per far squillare l’apparecchio a tempo e far partire, quando il visitatore alza il ricevitore, una serie di telefonate registrate. Le “telefonate” sono costituite da file audio mp4 in cui diversi attori interpretano personaggi legati, direttamente o indirettamente, alla famiglia Bernasconi: ogni chiamata ricorda un evento storico del Novecento particolarmente significativo per la famiglia, la villa e la città di Cernobbio e offre al visitatore la possibilità di vestire, per il tempo di una chiamata, i panni del “padrone di casa”.

Il museo è il fulcro di “Liberty Tutti”, progetto sviluppato dal Comune di Cernobbio in partenariato con la Cooperativa Sociale Mondovisione per creare un modello di gestione sostenibile di Villa Bernasconi che valorizzi il coinvolgimento dei giovani, sia in termini di creatività che di professionalità, avvalendosi anche delle nuove tecnologie. Per questo motivo le installazioni interattive sono state realizzate da Sfelab, Olo Creative Farm, Rataplan, Antiorario Video.

“Liberty tutti” è cofinanziato da Fondazione Cariplo (Bando Patrimonio Culturale per lo sviluppo. Anno 2015). L’iniziativa è stata inoltre realizzata con il contributo di Regione Lombardia (Bando Territori Creativi, finalizzato alla promozione dei temi moda e design attraverso le nuove tecnologie) e prevede il coinvolgimento, a vario titolo, di numerose e importanti istituzioni museali e culturali del territorio, come la Pinacoteca Civica di Como, il Museo della Seta, il Museo del Cavallo Giocattolo, il Teatro Sociale di Como, l’Associazione Arte&Arte, Como Città dei Balocchi, Fondazione Alessandro Volta, Fondazione Arte Nova.

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IL CONCEPT DEL MUSEO

Il concept del museo è quello della “casa che parla”: è la stessa Villa Bernasconi, infatti, a guidare il visitatore nel percorso museale attraverso il racconto in prima persona. Una nuova idea di museo che coinvolge il visitatore attivamente ed emotivamente, ponendolo al centro della narrazione e trasformandolo in un “ospite”. 

La visita, che inizia già all’esterno dell’edificio con alcune suggestioni sonore, si struttura sui due piani nobili della Villa, ma il percorso non è vincolato e il visitatore può muoversi liberamente tra le stanze, proprio come in una casa.

Al piano rialzato viene raccontato il contesto storico, artistico e culturale del periodo di edificazione della villa (ovvero i primi del ‘900 e la Belle Epoque), di cui la villa stessa ben simboleggia le trasformazioni sociali, economiche, culturali ed estetiche, e di cui rappresenta l’intrinseco spirito di modernità.

Al piano superiore viene invece raccontata la storia dell’imprenditore primo proprietario della villa, Davide Bernasconi, quella della sua famiglia e soprattutto dell’azienda da lui fondata, le Tessiture Bernasconi, con un focus sul ruolo innovativo e sulla ricaduta che la sua attività imprenditoriale ha avuto per tutto il distretto serico e per il territorio, in diretto confronto con la creatività innovativa contemporanea.

IL PERCORSO MUSEALE

La prima sala che si incontra – che funge da ingresso al percorso espositivo ed è l’unica tappa fissa – è quella che una volta era lo studio di Davide Bernasconi, il primo proprietario. La storia della villa viene raccontata in prima persona dalla voce della villa stessa, attraverso un modernissimo tavolo interattivo progettato e realizzato da Sfelab: quattro storie, a partire dalla sua costruzione e dal suo stile architettonico, illustrano tutte le funzioni che ha ricoperto da allora: da casa di famiglia a sede della Guardia di Finanza, poi del municipio, a seguire luogo dedicato a mostre ed eventi, ed infine, oggi, museo. Qui è presente anche il ritratto della villa realizzato dal pittore Matteo Galvano e donato dall’artista al museo.

La hall è stata scelta per ospitare, a rotazione, un’installazione site specific di arte contemporanea a cura di Arte&Arte, che si confronterà di volta in volta con il ricco ed esuberante apparato ornamentale Liberty dell’ambiente. Questa operazione culturale vuole evidenziare, in chiave innovativa, i temi centrali del Liberty, facendo dialogare l’architettura della villa con nuovi stimoli artistici ed in particolare con la fiber art. Lo spazio si presenta ancora intatto con i suoi ricchi decori in stucco o affrescati e nobilitati dai ferri battuti della scalinata e dalle grandi vetrate a tema floreale: perfetto per l’albero di Natale di 4 metri addobbato per queste feste.

Quello che originariamente era l’ingresso, la stanza in cui è possibile ammirare da vicino i decori in cemento modellato ispirati al ciclo vitale del baco da seta che caratterizzano Villa Bernasconi, diventa ora il luogo dedicato all’approfondimento del Liberty. Lo spazio è arredato con un salottino d’epoca in cui i visitatori potranno sedersi, rilassarsi, e – per chi è interessato ad approfondire tematiche legate all’Art Nouveau – consultare libri e multimedia. Qui è allestita anche la Wikistazione (la prima e unica in Italia) in collaborazione con Wikimedia Italia ed è inoltre presente un telefono d’epoca al quale i visitatori potranno ricevere alcune chiamate dirette a Davide Bernasconi e ai suoi familiari ed ispirate a fatti realmente accaduti nel 1906, come documentati dal quotidiano locale La Provincia.

La sala “del pianoforte”, originariamente il salotto, racconta la vita culturale all’inizio del XX secolo, approfondendo in particolar modo l’aspetto musicale grazie a un’esperienza immersiva che riproduce musiche dei primi del Novecento attraverso l’innovativo progetto di sound design dei giovani ingegneri comaschi Isaia Piazzoli e Nadir Bertolasi: “Lumbertone” è un un’installazione particolare, dal design ispirato alle linee curve e morbide dello stile Liberty, realizzata con legno di Stradivari, l’abete della Val di Fiemme, tagliato “di quarto”, come in liuteria, per garantire migliori qualità sonore. In Villa Bernasconi anche il legno ha una voce e l’esperienza fornita dalla questa installazione è ancora più unica perché, a differenza dei diffusori tradizionali, tutta la sua superficie vibra, mettendo in movimento l’aria, e rendendo così la percezione del suono più ricca e  simile a quella offerta da uno strumento musicale.

A ricreare l’ambientazione dell’epoca contribuisce anche la rinnovata quadreria concessa in prestito dalla Pinacoteca Civica di Como, appositamente selezionata all’interno della propria ricca collezione ad esemplificare bene il gusto artistico di un imprenditore come Davide Bernasconi

Anche quella che era la sala da pranzo parla della vita sociale di Villa Bernasconi, non solo attraverso un’installazione olografica che ricostruisce una cena in villa nel passato insieme alla famiglia e a ospiti illustri come l’onorevole Paolo Carcano (cui oggi è intitolata la prestigiosa scuola tecnica superiore del Setificio a Como), ma anche grazie agli eventi futuri che verranno organizzati e ospitati in questa stanza, dove a disposizione del pubblico è collocato anche un pianoforte storico della collezione Laura Alvini.

Al primo piano, installazioni interattive accompagnano il passaggio all’area della villa che racconta la storia della famiglia e delle industrie di Davide Bernasconi. Il ciclo di vita del baco da seta, già rappresentato nei decori esterni della villa, viene ripreso anche nell’opera artistica di Clelia Caliari. Il tema dell’innovatività nel campo del tessile viene riproposto grazie a un telaio creato dal giovane artigiano Matteo Salusso, che mostra la semplificazione del lavoro della tessitura attraverso un suo brevetto. I visitatori potranno tessere al telaio e contribuire così alla creazione di un tessuto potenzialmente infinito. 

Quella che era la camera matrimoniale racconta ora la vita di Davide Bernasconi e della sua famiglia. 

Nella stanza adiacente viene invece illustrata la storia delle Tessiture Bernasconi, non solo con materiali e oggetti storici, ma anche attraverso i ricordi delle persone che ci hanno lavorato. Prendendo spunto da uno schedario in prestito dal Museo della Seta di Como che conserva i cartellini metallici degli impiegati delle Tessiture Bernasconi, una moderna cassettiera interattiva e multimediale – ora arricchita con cinque nuovi cassetti e altrettante storie – permette infatti ai visitatori di rivivere i ricordi di operai, impiegati e dirigenti (che sono stati raccolti con una call rivolta ai cittadini): basterà aprire i cassetti che li contengono.

Una stanza del percorso espositivo è infine dedicata al racconto dell’eredità simbolica delle Tessiture Bernasconi, attraverso le attività produttive attuali che riprendono nel contemporaneo il loro spirito imprenditoriale e che possono presentare, a rotazione, grazie al coinvolgimento di Confartigianato Settore Moda, i loro progetti più innovativi, come la stilista Roberta Redaelli che espone per l’occasione due capi della collezione autunno-inverno 2018-2019 “Il Giardino incantato”, in cui i quadri del pittore veneziano Vittorio Zecchin prendono vita in nuvole di seta e maglia trasportando chi li indossa indietro nel tempo in un giardino incantato, in cui sembra di sentire il profumo della mirra e di vedere il luccichio di ambra e ametista.

LA PRIMA WIKISTAZIONE IN ITALIA

La Wikistazione di Villa Bernasconi è la prima in assoluto in Italia: posizionata nella veranda al piano rialzato, è una postazione fissa arredata con una poltroncina in stile liberty e un moderno piano di lavoro, fornito di tutto il necessario per collegare un pc portatile e lavorare connessi a internet. Ad arricchire la postazione c’è anche una ricca bibliografia sul Liberty e sulle ville del Lago di Como a disposizione di chiunque voglia apportare modifiche ai progetti Wikimedia.

La Wikistazione, infatti, per il momento è destinata ai wikipediani con un po’ di esperienza, che vogliano modificare, creare o tradurre voci su Wikipedia, caricare immagini su Wikimedia Commons o creare itinerari su Wikivoyage.

E nella Wikistazione… c’è anche il Wikipassaporto! Un documento stampabile a casa o ritirabile presso il museo, dove è possibile apporre il timbro di Villa Bernasconi e quelli delle altre realtà culturali e museali che aderiranno all’iniziativa.

Per i soci di Wikimedia Italia, inoltre, l’ingresso a Villa Bernasconi è gratuito.

GLI EVENTI IN VILLA

Oltre al percorso espositivo, Villa Bernasconi ospiterà in maniera continuativa anche eventi e iniziative rivolti a grandi e bambini con uno spazio appositamente dedicato, in Mansarda.

INFORMAZIONI E CONTATTI

Orari: dal lunedì al venerdì 14-18; sabato, domenica e festivi 10-18

Biglietti: € 8,00 intero – € 5,00 ridotto. Gratis under 14 e over 75

Contatti: Tel. 031.3347209  e-mail  HYPERLINK “mailto:villa.bernasconi@comune.cernobbio.co.it” villa.bernasconi@comune.cernobbio.co.it