Un grillo di collina, marrone come le foglie che cadono un autunno, o come i rami vecchi, le cortecce, i fusti d’albero nella mezz’ombra.
Si mimetizzava ma io l’ho visto, e lui è stato con me paziente e si è lasciato fotografare. In un’epoca dominata dai selfie – che non sarebbero altro che autoritratti fatti a casaccio, senza alcuna pretesa di artisticità, ma solo una primitiva testimonianza dell’«Io c’ero», quasi un rituale per mitigare la perdita dell’identità – dicevo, nell’epoca dominata dai selfie, nella quale tutti possono scattare foto ma guai se inquadri una persona perché può denunciarti per avergli violato la sua privacy – in un’epoca in cui diamo gratuitamente i nostri dati in cambio del nulla – mamma mia come sono velenoso oggi, e continuo ad aprire discorsi su discorsi, dicevo, e mi ripeto, ma sto perdendo il filo, dicevo appunto che il grillo si è lasciato fotografare, è stato bravo e immobile così la foto è venuta bene a fuoco e anzi ho potuto impostare un diaframma aperto con effetto boken. Sto sudando a scrivere questo post. Smetto. Spero che la foto vi piaccia.
Passo e chiudo.
La foto del grillo è stupenda, complimenti.🎄
Grazie 😉 pensa che l’ho fatta con un mitico obiettivo della Nikon degli anni ’80!!!