I cachi rimangono per me dei frutti immangiabili, ma ogni volta che ne vedo una pianta ringrazio di cuore chi li ha piantati.
Con il loro colore, quell’arancione caldo e intenso, sono uno dei simboli che più amo dell’autunno. Passo per le campagne vicentine, e tra la nebbia, all’imbrunire, vedo subito quei frutti che quasi brillano tra i rami nudi, senza foglie, solitari e sperduti nella nuda e fredda terra. I cachi sono una naturale e bellissima decorazione pre natalizia, a dispetto di quelle scritte al neon che già campeggiano in bella mostra sulle pareti di grandi e piccoli negozi o nei mastodontici centri commerciali. Non ho nulla in contrario a queste decorazioni a fini commerciali, sia chiaro, ma quello che non mi piace è il continuo anticipare il tempo del Natale. Non mi stupirei di trovare le insegne di “Buone Feste”, il prossimo anno, già a metà ottobre. Di questo passo… E poi lasciatemelo dire, anche se forse è una personale e soggettiva sensazione, ma ad anticipare così tanto il Natale, poi ti passa la voglia del Natale!
Quindi viva i cachi, anche se non li mangio, ma li guardo solamente, e questo mi basta per sorridere all’autunno freddo e nebbioso.