Che puntualità

Mi stupisco di una cosa che è normale. Ma al giorno d’oggi le cose semplici e normali sono difficili da trovare. E i media, dal canto loro, spingono nel versante opposto – quello del sensazionale, del fuori dall’ordinario, del clamoroso. Bah, lasciamoli perdere e torniamo a noi.

I crisantemi che sbocciano sempre in tempo per rendere omaggio ai defunti.
Ecco i miei crisantemi ormai aperti.
Sono dei fiori bellissimi. Anche se i miei sono pieni di afidi lungo lo stelo.
Rimedio di Liliana. Mi affretto a prepararlo.

crisantemo

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Video: come preparare il succo di melagrane

Buongiorno a tutti, mie cari lettori e lettrici. Oggi vi presento, con una punta di leggero imbarazzo, un video di una decina di minuti su come preparare dell’ottimo succo di melagrane. Se già sapete come si prepara questo delizioso succo, ma volete comunque guardare il video, vi posso garantire che quattro risate ve le farete comunque – guardate solo come mi sono vestito! 🙂

Spero comunque che da questo video i meno esperti possano recepire i miei consigli su come ottimizzare tempo ed energie per fare lo squisito succo. Senza nemmeno sporcarsi troppo – perché mi dicono che poi è difficile smacchiarlo dai vestiti. Mah…

Cominciamo. Tutto è iniziato sabato mattina.
Mi sono detto: «Faccio il succo con le melagrane».
E poi:
«Piazzo la telecamera sul tripod e faccio anche il video».

Mi son messo un grembiule giusto per non sporcarmi con il succo, ma non sono stato a guardare a come mi stava addosso. Grembiule e via! Quello che ho trovato ho trovato. Senza punto pensarci ho dato il via alle riprese e alla sgranatura dei chicchi.
Ripeto: spero che almeno vi divertiate un pochino. E dunque ve lo presento, ormai vaccinato contro qualsiasi imbarazzo.

Ecco il link per vedere il video: Come preparare il succo di melagrane

Buona visione.

come preparare il succo di melagrane

Qual’è la differenza tra decotto e tisana?

Forse ve l’ho già scritto, non ricordo. Ma un ripasso non fa mai male.

INFUSO
Versare 2/3 cucchiaini di fiori/foglie o di bacche/radici in una tazza di acqua bollente.
Si copre la tazza e la si lascia in infusione per 10 minuti circa.

DECOTTO
Per ottenere una tazza di tisana utilizzare due tazze di acqua fredda – bollendo, l’acqua evapora.
Quando l’acqua bolle versare 2-3 cucchiaini di radici/bacche/semi e lasciare bollire a fuoco lento per circa 10 minuti.
Semplice vero?

È preferibile consumare il decotto o la tisana lungo l’arco della giornata.
Solitamente il decotto si usa per le radici, mentre per fiori e foglie si preferisce la tisana.

infuso

Diventerò grande come un albero – by Hortus Urbis

Domenica 27 ottobre a partire dalle 11,00, siamo lieti di invitarvi alle attività all’aria aperta di autunno dell’Hortus Urbis, l’orto antico romano nel Parco dell’Appia Antica, con attività di lettura e un laboratorio creativo.
Alle 11.00 e alle 12.00 – DIVENTERO’ GRANDE COME UN ALBERO | Laboratorio per bambini, a cura dei giovani illustratori di studioArturo

Un gioco di società per giocare a crescere con gli amici!
A partire dal rotolo di cartone della carta igienica ogni bambino costruirà un piccolo gioco unico.
Vince chi annaffia e fa crescere di più il suo personaggio!

Da anni 4 in su (per i più piccoli è consigliata la presenza di un genitore)
Quota di partecipazione: 8 euro a bambino (5 con la Carta amici del Parco)
Registrazione: 15 minuti prima dell’inizio di ogni turno
Durata: circa 50 minuti
Prenotazioni: entro le ore 18 di venerdì 25 ottobre hortus.zappataromana@gmail.com (o in loco fino ad esaurimento dei posti)

In caso di pioggia il laboratorio sarà spostato ad altra data
Per i dettagli del programma completo: www.hortusurbis.it
Hortus Urbis presso l’ex Cartiera Latina, via Appia Antica, 42/50 (accanto alla fontanella), Roma.

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Come prevenire il raffreddore?

L’Echinacea è una pianta che ha proprietà tali da aiutare il sistema immunitario a diventare più forte e preparato contro i cambi di stagione, “[…] attraverso una stimolazione aspecifica del sistema immunitario” (Cfr. MEARELLI, F., Le piante medicinali, Ed. Planta Medica, 2003, pag. 33). Avete presente quelle giornate quando non ci si sa come vestire? Farò caldo o farà freddo? Ci si veste per il freddo poi si suda, ci si toglie la maglia, ritorna il freddo e zac! ecco che ci ammaliamo. Quasi senza accorgercene. Il periodo in cui avvengono questi sbalzi termini è solitamente la fine di ottobre, ma vedete voi quale sia il periodo adatto rispetto al clima della vostra regione.

L’echinacea è una pianta originaria degli Stati della Virginia e veniva utilizzata dagli indiani delle pianure americane sia come medicamento per tutti i tipi di ferite sia contro le punture di insetti e il raffreddore. Attualmente è la pianta d’elezione per la prevenzione di raffreddore e malattie da raffredamento, oltre ad essere un attimo aiuto contro quelle situazioni fisiche di basse difese immunitarie.

L’echinacea si trova in erboristeria e può essere preparata sia in decotto che in tisana.
La differenza tra decotto e tisana?
Chi la sa buon per lui, chi non lo sa attenda il prossimo post. 😉

Echinacea

Purificazioni

Ai cambi di stagione, anche se qualcuno dice che le mezze stagioni più non esistono, io trovo qualcosa per purificare il corpo. Ciò mi fa sentire, anche dal punto di vista mentale, in sintonia con i ritmi naturali. Forse è solo una sensazione, tipo effetto placebo, ma è anche divertente, raccontarlo a certe persone che soppesano le mie parole come se venissi da un altro pianeta.

«Forse siete voi – dico tra me e me – che non sapete su quale pianeta vivete. Forse non comprendete nemmeno di vivere su un pianeta, ma su una realtà che avete virtualizzato a vostro uso e consumo».

Ma andiamo oltre, ché per quest’anno la mia predica mi sembra di averla già fatta.

Come mi purifico nei mesi di settembre / ottobre / novembre?
Con la bardana. Una pianta che cresce anche spontanea, e che veniva usata già dai tempi dei romani. Ha fatto i suoi bei fiori quest’estate. Quindi la si estirpa, si tengono le radici, le si fanno seccare e le si usano per tisane e decotti. L’odore non è rivoltante – come qualche amico mi ha detto – è che siamo abituati a mangiare schifezze, zuccheri a strippapelle – e così i buoni profumi se non rivoltanti ci sembrano cattivi, strani…
Io comunque la bevo di gusto, magari con un po’ di miele, e se non l’avete mai assaggiata vi invito a farlo.

Il suo nome scientifico, Arctium lappa L., ha un significato singolare. Arctium, dal greco, significa “orso”; “lappa” deriva invece dal celtico e significa “mano”. I frutti uncinati della bardana si attaccano al vello (dell’orso appunto) e vengono trasportati dall’orso. Oltre ad essere consigliata come depurativo, è stata utilizzata nei trattamenti di acne e foruncolosi, seborrea, in quanto la sua attività depurativa stimola “[…] la secrezione epatobiliare e la diuresi” (Cfr. MEARELLI, F., Le piante medicinali, Ed. Planta Medica, 2003, pag. 17).

Prendo la bici e vado in erboristeria. Tre etti, anzi facciamo quattro.
Col cavolo! Costa 6 euro all’etto! Accipicchia. Ero abituato a 3-4 euro!
Prendo mezzo etto. L’anno prossimo mi conviene piantare qualche pianta di bardana nel mio orto… o cercarla lungo le rive del Bacchiglione.

Vi lascio anche qualche link che ho selezionato per voi se volete conoscere meglio questa straordinaria pianta e le sue proprietà. Buona bardana!

Proprietà della pianta
• Erbe officinali: Arctium lappa
• La bardana su Wikipedia
Immagini relative a bardana

radici di bardana

Una guida sul risparmio energetico

Cari lettori e lettrici, vorrei sottoporre alla vostra attenzione questa chiara e semplice guida sul risparmio energetico.
Con un linguaggio chiaro e con l’aiuto di didascalici grafici, ci può aiutare a capire dove possiamo risparmiare in casa.

Vai a leggere la guida cliccando qui.

Io l’ho trovata utile, nonostante molte cose le conoscevo già. Voi, cosa ne pensate?

Risparmio energetico

Mani in pasta: nidi da mangiare

Domenica 20 ottobre a partire dalle 11,00, siamo lieti di invitarvi alle attività all’aria aperta di autunno dell’Hortus Urbis, l’orto antico romano nel Parco dell’Appia Antica, con un laboratorio di cucina.

Alle 11.00 e alle 12.00 – MANI IN PASTA: NIDI DA MANGIARE | Laboratorio per bambini, a cura di EU’S
Con farina, uova, acqua, sale e olio e molta fantasia i bambini impasteranno per realizzare dei nidi di pasta: infarinarsi, sporcarsi e affondare le mani nell’impasto, stenderla e creare da soli il proprio pranzo perchè … “oggi cucino IO”.

Da anni 4 in su (per i più piccoli è consigliata la presenza di un genitore)
Quota di partecipazione: 8 euro a bambino (5 con la Carta amici del Parco)
Registrazione: 15 minuti prima dell’inizio di ogni turno.
Durata: circa 45 minuti.
Prenotazioni: entro le ore 18 di venerdì 18 ottobre hortus.zappataromana@gmail.com (o in loco fino ad esaurimento dei posti).
In caso di pioggia il laboratorio sarà spostato ad altra data.

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L’arrivo delle cimici

In autunno – ma non solo – arrivano le cimici: le polifaghe Nezara viridula.
Sono belle a vedersi, tutte nere, in gruppo, in equilibrio sulla rucola che ha cominciato a fare i semi – si semina da sola nel mio orto la rucola.

Presto queste cimici diventeranno adulte e verdi, e so già dove andranno: sui pomodoro, provocando necrosi localizzate e disseccamenti. Accidenti a loro! Così intanto ci faccio la foto e me le godo lì sopra in equilibrio.

Nota: finchè sono poche, nessun problema. Se invece nel vostro orto ne vedete tante tante tante… allora sarà il caso di intervenire – solitamente con estratto di Piretro.

cimici del pomodoro

Melagrane: il succo

Dopo aver selezionato le melagrane aperte, averle lavate, portato il tavolino in giardino unitamente ad una caraffa e ad uno schiaccia-patate – sì perché mia moglie già si era arrabbiata che volevo fare il succo in casa e gli avrei portato tutte le formiche, oltre a sporcargli il marmorino che poi rimangono i segni perché il succo di melagrane macchia! e ci sono ancora i segni dell’anno scorso che sono diventati verdi (?) eccetera eccetera, sono sceso in orto a “lavorare sul campo”.

Insomma, dicevo, ecco il mio nettare preferito: succo di melagrana. Per la gioia di grandi e piccini. Facile facile, basta avere lo schiaccia-patate: a) aprite le melagrane; b) mettete i chicchi nello schiaccia-patate; c) schiacciate sopra alla caraffa (andate pure dentro alla caraffa, altrimenti vi sporcate i vestiti con il succo che macchia). Bevete di gusto.

Ah, dimenticavo. Una parte del succo l’abbiamo messa in alcool così avremo anche il liquore alle melagrane.
Prosit!

succo melagrane

Melagrane: il primo raccolto

Graziato dal bel tempo, dopo un inizio mattinata di nuvole grigie e pioggia, ho potuto iniziare la raccolta dei frutti del melograno. Un bel cestino pieno. E ne ho ancora tanti da raccogliere dal mio alberello, quest’anno particolarmente generoso. Ecco dunque uno still-life con le melagrane appena tolte dall’albero, messe nel cesto e appoggiate sul tavolino.

melagrane

Alcune di queste melagrane che ho raccolto sono state attaccate dagli afidi, e lo si nota dalla buccia, caratterizzata da tanti puntini scuri. Ma all’interno i chicchi sono rossi e saporiti. Anche 2-3 forbicette ho trovato mentre li lavavo. Cosa sono le forbicette? Insetti con la caratteristica forbicina sulla parte posteriore del corpo. E poi le formiche, che dove han trovato la melagrana aperta sono entrate senza pensarci due volte.

Nella foto sotto vedete una melagrana aperta e poi il particolare della stessa foto dove si vedono 2 formiche 2 – che qualche chicco se lo son pappato. Basta lavare la melagrana per bene e si mangia che è un piacere – a prescindere dalle formiche.

melagrane

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Come io vedo l’autunno

Arriva silenzioso, in punta dei piedi, salutando con un cenno. Si appoggia comodamente sull’orto come tante gocce di rugiada, come una soffice nebbia. Una volta nell’orto comincia un lungo discorso con tutte le colture presenti. Parla sottovoce, con lunghe pause di silenzio. Parla anche con lo sguardo, con un sorriso paterno verso tutte quelle colture – pomodoro, melanzane, zucchine, etc. – che hanno terminato di dare frutti, e torneranno nella terra.
Questa è la mia visione, che riguarda la prima parte dell’autunno. Poi c’è un autunno di colori, di cui parlerò in qualche successivo post.

Nell’antichità – raffigurazioni pompeiane e romane – l’Autunno viene raffigurato con grappoli d’uva e foglie di vite. Nel Rinascimento l’Autunno viene impersonato da Bacco. Nel Settecento, nel genere pittorico delle fêtes galantes, la scena autunnale è interpretata da giovani innamorati che si rifocillano dopo la vendemmia.

Io invece ho scelto come immagine del (mio) autunno, una farfalla cavolaia, forse infreddolita o comunque anche lei consapevole del cambiamento verso un clima più freddo, che si è appoggiata su una foglia di cetriolo – che nel mio orto ancora sta dando qualche sporadico frutto.

Come scrivevo più sopra, è un autunno ancora dai pochi colori, ma – ripeto e spero – avrò occasione di soffermarmi anche sui magnifici colori di questa “stagione di mezzo”.

farfalla cavolaia