Rimango affascinato e mi viene l’acquolina in bocca. Anche se sono di pannolenci.
Sono due fette di torta, realizzate da un’amica di mia moglie. O per fare uno scherzo a qualcuno, oppure per esaltare l’arte dolciaria. In ogni caso sono molto belle: le vedo come decorazioni sull’albero di Natale. Non potrebbero stare a casa mia sopra un mobile. Prima o poi la voglia di mangiarle mi farebbe inghiottire il pannolenci.
Ripenso al Giappone e al film Tokyo-Ga, di Wim Wenders, dove viene mostrato come all’esterno di molte tavole calde vengono presentati in vetrina i piatti che si possono mangiare all’interno (i famosi “sample”) … realizzati in cera. Un lavoro artistico, di copia dal vero. Perché a guardarli da lontano sembrano vere pietanze.
Questi dolci in pannolenci li riconosci che sono finti. Ma i loro colori, la loro forma, forse anche il materiale con il quale sono realizzati, ti fanno venire lo stesso l’acquolina in bocca. Sembrano i dolci di una qualche favola incantata, ritrovati nel nostro mondo per caso, e dunque messi in mostra, per farci ancora sognare… anche se siamo grandi.
Sono veramente molto belli.
Un lontanissimo ricordo di quando ragazzina in collegio dalle suore Marcelline nell’ora di “economia domestica” con il panno lenci si confezionava di tutto.
Grazie
Liliana
Ciao Liliana Grazie a te del commento… e del ricordo 😉