Nel silenzio del freddo
la goccia si ghiaccia
e rimane sospesa tra il cielo e la terra.Le strade vuote e gli alberi immobili.
Nel cielo le stelle
come tante stallattiti si aggrappano alla luna.
Non un suono oltre il mio respiro.Il fumo che esce dai comignoli delle case
e scompare nella notte.Di primo mattino il verso di un merlo
che scende dal Ligustrum
in cerca di briciole di pane.
Salta vispo sul vaso dei garofanini.Si nasconde tra il timo e la salvia
al rumore dei miei passi.
Caro Davide, gustando questa poesia ti ho immaginato col fiato sospeso, per non far rumore, quasi a voler fermare il magico momento in cui non si è più spettatori ma parte del tutto.
A presto
Silvana
Grazie Silvana per questa tua “immaginazione empatica”.
In effetti è proprio così: fiato sospeso per non rompere il fuggevole incanto.
A presto,
Davide