Nella nostra società consumistica il bel titolo di questo libro edito da Il Mulino, può essere una domanda non solo pertinente, ma intelligente. È già un primo passo per passare da una qualifica di “consulatore” – come vogliono farci apparire media e pubblicità – al nostro vero ruolo di “acquirente”, e una persona che “acquista” è una persona che guarda all’oggetto del proprio desiderio o del proprio bisogno con senso critico.
«Mi serve proprio quello che voglio comperarmi? Vale quanto costa? Quando lo butterò via, che fine farà?”.
Il libro affronta la storia della raccolta differenziata in Italia dal punto di vista economico, sociale e culturale: dal riuso dei materiali di scarto in epoca preindustriale fino all’ultima tendenza “green”.
Giudizio: interessante.
MONTALBETTI, CARLO – SORI, ERCOLE, Quel che resta di un bene. Breve storia della raccolta differenziata e del riciclaggio di carta e cartone, Il Mulino, Bologna 2011, 190 pagine, 17 euro.
Carlo Montalbetti è direttore di Comieco, mentre Ercole Sori è direttore del Centro di Studi Storici Sammarinesi e insegna Storia Economica all’Università Politecnica delle Marche.
Ho pensato molto al tema che ci hai proposto su questo post e mi sono chiesta se quello che vale per le cose si può estendere anche ai rapporti interpersonali.
Cosa resta di una relazione affettiva o di un’amicizia quando finisce? Si getta tutto dietro le spalle o si tiene stretto ciò che ci ha dato e che ci ha aiutato a crescere?
Forse anche in questo non dobbiamo essere solo dei disattenti “consumatori”.
A presto
Silvana
Cara Silvana, i tuoi commenti sono sempre molto intelligenti e critici (nel senso migliore del termine – “[…] approfondire e motivare la valutazione di un fatto o di una situazione”,”capacità e perspicacia nel valutare persone, fatti, situazioni”).
Sinceramente quando ho scritto questo post non pensavo affatto ai rapporti interpersonali, e dunque ben venga il tuo interessante commento: una persona è più importante di un oggetto.
😉
A presto,
Davide