Sfondo scrivania di febbraio / February’s wallpaper

La primulaPrimula polyantha – è la protagonista dello sfondo scrivania e calendario di febbraio 2012.
In questa stagione è un fiore sempre presente in serre e vivai, e viene comperato anche per dare colore al grigio inverno.
È un fiore che accompagna l’arrivo della primavera. Troppo presto per la primula?
No, affatto. Visto che qui al nord l’inverno non si è fatto sentire… che arrivi la primavera!

Ora vi racconto una leggenda.

C’era una volta un bosco dove vivevano tanti animali, e tutti aspettavano con impazienza l’arrivo della primavera e dei primi raggi del sole che scaldassero un poco. L’inverno era stato freddo e lungo, e sembrava anzi non volersene andare.
Gli animali del bosco erano così impazienti che tutti insieme dissero all’inverno: «Insomma, vattene adesso, lascia il posto alla primavera!»
Ma l’inverno, che era molto permaloso si arrabbiò e promise che non se ne sarebbe andato. Chiamò a sé i suoi due fidi alleati, il Gelo e la Tempesta e gli disse: «Nascondetevi dietro a quel cespuglio, e quando arriverà la Primavera la spingerete dentro quella grotta.»
Quando finalmente arrivò la Primavera, la Tempesta la spinse con i suoi venti dentro alla grotta e il Gelo la immobilizzò con una barriera di ghiaccio.
Alcuni animali avevano assistito alla scena, e impotenti e preoccupati decisero di chiedere consiglio al Sole.
«Io so come aiutarvi» disse l’astro. Mandò i suoi raggi caldi vicino ad un ruscello e lì spuntarono delle primule.
«Prendete le primule e portatele nella grotta dove è rinchiusa la Primavera – disse il Sole agli animali della foresta. Le primule sono fiori magici che hanno il potere di sciogliere il ghiaccio».

Gli animali fecero come gli aveva detto il Sole e la Primavera fu liberata. Tutti gli animali della foresta festeggiarono.
Al sentir quelle grida di felicità l’inverno si indispettì ancor di più e se ne andò al Polo Nord, seguito dai suoi fidi amici Tempesta e Gelo.

Lo sfondo scrivania di Febbraio è scaricabile nei seguenti formati:
1920 x 1024
1440 x 900
1280 x 1024

The primrose – Primula polyantha – is the protagonist of the wallpaper and calendar of February 2012.
This season is always present in a flower greenhouses, and is also bought to give color to the gray winter.
It is a flower that accompanies the arrival of spring. Too early for the primrose?
Not at all. As the winter here in the north of Italy has not been felt … Spring arrives!
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Aspettando il freddo polare

Ancora una giornata di sole. Più freddo dei giorni scorsi, ma ci mancherebbe! Siamo a fine gennaio! Sono i giorni della merla! Quelli che, secondo tradizione popolare, sarebbero i più freddi dell’anno.
Simpatiche, a questo proposito, le due diverse leggende – ma ce ne sono di più – ad origine del nome.

Per ripararsi dal freddo una merla e i suoi pulcini si nascosero in un camino. Quando uscirono i pulcini erano neri di fuliggine, ed è da quel giorno che i merli (maschi) sono tutti neri.

Oppure:

Il cattivo Gennaio aspettava che una merla uscisse dal suo nascondiglio per gettarle addosso neve, freddo e gelo! Così la merla pensò bene di fare provviste e rimanere nascosta per l’intero mese. L’ultimo giorno del mese – il 29 ché Gennaio secondo questa leggenda aveva solo 29 giorni – la merla uscì e sbeffeggiò Gennaio, sicura di avergliela fatta. Ma Gennaio, cattivo com’era, chiese in prestito due giorni a Febbraio e fino al 31 scatenò freddo, neve, vento e tempeste.

Ritorniamo a noi.
Attendo il freddo invernale.
Le perturbazioni sfiorano il Veneto. Arrivano nel centro Italia, al sud, al nord ovest con Torino sotto la neve, ma qui nel nord est, e in particolare a Vicenza, l’inverno non è ancora approdato. Solo per i prossimi giorni le previsioni sembrano annunciarlo.

Staremo a vedere…

Inverno Cercasi

Ancora non mi capacito di questo inverno senza freddo, ghiaccio e neve…
Immagino me stesso come un personaggio di un fumetto buffo, dove io-protagonista, ogni volta che è convinto del fatto suo, viene immancabilmente smentito dalle circostanze.

«Quest’anno non ha nevicato!» dice sconsolato il personaggio del fumetto buffo.
Ecco che nella pagina successiva vediamo il protagonista mentre spala la neve che ha fioccato per tutta la notte. Ce n’é così tanta che non riesce nemmeno ad aprire il cancello e ad uscire di casa.

«Non ha nemmeno ghiacciato» dice ancora.
E proprio la notte stessa un vento gelido polare soffia forte sopra la sua città e il giorno dopo i tubi dell’acqua della sua fontana sono stati rotti dal ghiaccio che si è formato. Così il nostro protagonista chiama l’idraulico ma, come ben sapete, gli idraulici quando servono non si trovano mai e bisogna prendere appuntamento, come dal dentista.

Potrei continuare a narrare le vicende di questo personaggio. Ma mi fermo qui. Non vorrei che la realtà superasse la fantasia. Quanto mi piace, ogni tanto, fantasticare…

Profumo d’inverno

Mi consolo, in quest’inverno caldo, senza neve, senza pioggia, e pieno di smog, con il profumo di un fiore.

Il giacinto, che è sbocciato in casa, forma delle strade di profumo tra una camera e l’altra. Ne ho due di questi fiori e, camminando di camera in camera, ogni tanto capita di scontrarsi con questa scia profumata: un bellissimo incidente, e un ottimo rimedio per rigenerarsi in casa, dopo una giornata trascorsa tra strade trafficate e aria inquinata, che si odora nel suo fetido miasma in queste giornate tiepide, prive di vento e senza pioggia – e scusate la ripetizione!

Ma perché non obbligano persone e case automobilistiche a vendere vetture elettriche? Lo so che non risolve il problema, ma un po’ lo contiene…
Osservo il giacinto, mi avvicino con il naso e mi inebrio del suo profumo.
Una piccola panacea…

Un inverno di 4 giorni?

Certo, l’inverno non è ancora finito… ma quest’anno, a Vicenza, l’inverno mi sembra sia durato solo 4 giorni. La scorsa settimana, con temperature fredde, l’acqua ghiacciato, i doppi vetri che al mattino non riuscivo ad aprirli per il ghiaccio che si era formato.
Poi, da sabato, di nuovo temperature sopra lo zero – 10 gradi al pomeriggio.
Che fine a fatto l’inverno che ricordavo? Quello con la neve, i vetri ghiacciati, la campagna bianca di brina? Forse quest’anno l’inverno non è voluto arrivare, e l’unica neve che è caduta qui in Val Padana è stata quella chimica. Che non è il termine corretto, è improprio e fuorviante, ma rende bene l’idea di quello che abbiamo nella nostra aria. Una miriade di agenti inquinanti che si ritrovano dentro la nebbia, la piaggia, il vapor acqueo. Ghiacciandosi precipitano al suolo e danno vita al fenomeno chiamato neve da nebbia.

Per chi volesse approfondire questo argomento, vi suggerisco questi link che ho trovato di sicuro interesse:
La neve non è chimica ma l’aria fa schifo
Neve chimica? No, è neve da nebbia

Gli orti felici di Roma

Si chiama Zappataromana, ed è un nuovo portale dedicato a tutte quelle persone che vogliono iniziare a coltivare un orto.

Una bellissima iniziativa che coinvolge i cittadini romani di ogni età e professione.
È con piacere che faccio uno spazio su questo blog per parlarne: significa che la cultura dell’orto sta crescendo, che molte persone vogliono riappropriarsi della propria terra, la vogliono vedere fertile e rigogliosa, vogliono mangiare prodotti a Km zero, e soprattutto vogliono dedicare una parte del loro tempo ad un’attività – che come ci ricorda TroppoBarba in un suo simpatico post – è non solo utile ma salutare.

Scusate l’entusiasmo, ma è da qualche anno che curo questo blog cercando di infondere la cultura della terra, dei prodotti a km zero, dei profumi e degli odori dimenticati e, perché no?, anche un po’ di autosufficienza… e quando vedo crescere iniziative come quella di Zappataromana il cuore mi si apre e provo un sereno senso di pace – adesso forse sto esagerando, ma qualche volta esagerare non guasta.

Ecco dunque, in sintesi, il significato dell’iniziativa:

Si tratta di una mappa on line che censisce oltre 90 realtà di orti e giardini condivisi a Roma, autogestiti con un prevalente carattere di socialità e di creazione di spazio pubblico.
Per ognuna delle realtà segnalate sulla mappa, una foto e una breve descrizione. Chi prende spunto dall’orto/giardino per lavorare con i disabili, chi per reinserire lavoratori in mobilità, chi per l’autoproduzione o l’educazione ambientale, chi per fare un presidio contro la speculazione edilizia, chi per creare una oasi di relax, chi per decoro o chi, semplicemente, per coltivare un piccolo pezzo di terra da solo o in compagnia.

Vi invito caldamente a visitare il sito www.zappataromana.net, dove è disponibile un manuale online che aiuta il cittadino ad avviare un orto o un giardino condiviso.

Zappataromana

Z.E. Concept

Immaginatevi a piedi, fermi ad aspettare che il semaforo diventi verde.
Le macchine sfrecciano veloci.
Pessimo odore di gas di scarico.
Immaginate se quelle macchine fossero elettriche.
Almeno in città.

La Renault ci sta già pensando, soprattutto con la Kangoo Z.E., veicolo commerciale 100% elettrico – ma anche altre marche vanno in questa direzione: la Toyota, con la sua Prius, la Ford con la Focus Electric, la Mitsubishi…

E la Fiat?
Punta sui nuovi motori TwinAir – che hanno già ricevuto quattro riconoscimenti ufficiali tra cui il “Best green engine”.
Motori a benzina con riduzioni di emissioni fino a 90 g/km.

ZE Concept

Albero usa e getta

Il povero pino (o anche abete) è l’albero usa e getta delle feste Natalizie.
Ma perché gettarlo? Non è mica ancora morto!

Se avete uno spazio ombroso nel vostro giardino, quello è il suo posto. Il mio alberello natalizio resiste da ormai cinque anni, nel suo vaso, annaffiato d’estate e ammirato d’inverno per il suo verde intenso.

Se proprio non potete tenerlo a casa, regalatelo ad un amico o conoscente che ha una casa in montagna. Potrà piantarlo a terra e vederlo crescere anche fino a 30 metri!

pino

Quel che resta di un bene, a cura di C. Montalbetti e E. Sori

Nella nostra società consumistica il bel titolo di questo libro edito da Il Mulino, può essere una domanda non solo pertinente, ma intelligente. È già un primo passo per passare da una qualifica di “consulatore” – come vogliono farci apparire media e pubblicità – al nostro vero ruolo di “acquirente”, e una persona che “acquista” è una persona che guarda all’oggetto del proprio desiderio o del proprio bisogno con senso critico.

«Mi serve proprio quello che voglio comperarmi? Vale quanto costa? Quando lo butterò via, che fine farà?”.

Il libro affronta la storia della raccolta differenziata in Italia dal punto di vista economico, sociale e culturale: dal riuso dei materiali di scarto in epoca preindustriale fino all’ultima tendenza “green”.
Giudizio: interessante.

MONTALBETTI, CARLO – SORI, ERCOLE, Quel che resta di un bene. Breve storia della raccolta differenziata e del riciclaggio di carta e cartone, Il Mulino, Bologna 2011, 190 pagine, 17 euro.

Carlo Montalbetti è direttore di Comieco, mentre Ercole Sori è direttore del Centro di Studi Storici Sammarinesi e insegna Storia Economica all’Università Politecnica delle Marche.

Quel che resta di un bene

Citazioni. 1

Ogni tanto mi consolo con una citazione o un aforisma di persona saggia e di buon senso.

La sola cosa necessaria perché il male trionfi
è che gli uomini buoni non facciano niente.
(Edmund Burke)

Fiori di gennaio: ciclamino

Appartenente alla famiglia delle Primulaceae, il ciclamino è una tuberosa che ben si presta a “colorare” l’inverno, soprattutto dentro in casa o sul davanzale – così la possono vedere anche i passanti, che si spera non ne siano così invidiosi da gettarvi un sasso contro la finestra, ma utilizzino il buon senso per abbellire la loro casa come avete fatto voi. È guardando le cose belle che la vita diventa più bella – ma badate bene che non ci si deve neppure coprire gli occhi davanti alla cose brutte, che vanno cambiate o abbellite.

Così – ritornando al nostro discorso – il ciclamino, con i suoi petali grandi e sottili, che non oso nemmeno toccare da quanto mi sembrano fragili, mi regala una squillante nota di gioia e di calore nel freddo inverno – non troppo freddo quest’anno. Oggi 13 gradi alle 15.00 pomeridiane.
I fiori sono per me una altissima forma di poesia naturale, dove puoi trovare colore, ritmo, forma, profumo.
Ecco perché mi piace guardare – e fotografare – fiori.

Nota storico-etimologica
Fu il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708) ad introdurre per primo il termine Cyclamen per indicare il nome del genere di questo fiore – dalla parola greca kyklos (cerchio), forse in riferimento alla rotondità delle radici tuberose.
E proprio nelle radici tuberose è presente un liquido velenoso che veniva utilizzato dai greci – che chiamavano il ciclamino Icthoyethoron – come ingrediente per ammazzare i pesci.

Ciclamino

Caccia al Tesoro “Botanica” in Val Rosandra

Un’altra interessante applicazione firmata Università di Trieste – assieme al Key to Nature, progetto Dryades.

Vi ho già parlato in passato di applicazioni per dispositivi mobili in grado di offrire all’utente delle chiavi digitale per riconoscere fiori e piante.
Questa volta è un gioco per bambini delle scuole elementari, da fare preferibilmente sul campo – Val Rosandra si trova nel territorio limitrofo a Trieste – ma da provare anche a casa – per chi non è proprio a due passi da Trieste.

Può comunque essere un’ottima idee per replicare il gioco in altre aree, con un po’ di fantasia adattarlo alla specificità del proprio territorio… portare i bambini a fare una bella e sana scampagnata!

L’applicazione si può scaricare da iTunes.
Ulteriori informazioni nel sito internet del progetto Dryades.

Caccia al tesoro