Ieri ho tagliato la palma. Un lavoraccio. Difficile da tagliare. Anche con la motosega. Il tessuto che ricopre la palma è una trama fitta di fibre vegetali – un fibra robusta, che viene utilizzata in Cina per la realizzazione di corde molto resistenti – che si è incastra nell’ingranaggio della motosega e ha fatto uscire la catena quattro volte. Utilizzare una sega a mano? Impossibile, quella trama fitta si incastra sui denti. Così per tagliare la palma ho impiegato più tempo del previsto. Ripensando a quanto mi ha scritto Silvana sulla sua riluttanza a potare gli alberi, ho affrontato questo lavoro con un atteggiamento rispettoso, quasi sacro. La struttura della palma è qualcosa di meraviglioso e assolutamente unico. La trama fitta del tessuto vegetale avvolge il fusto una, due, tre, quattro volte, come se fosse un vestito, dal quale spuntano i rami con le caratteristiche foglie flabellate che formano un ventaglio.
Dalla foto qui sotto potete vedere come il tronco sia avvolto da vari giri di questa fibra resistente.
In questa foto il particolare di questo “tessuto” vegetale.
Devo ammetter che un po’ mi dispiaceva affondare la motosega su quel tronco, ma la palma stava crescendo troppo e se le avessi lasciato fare il suo corso avrei di sicuro dovuto ricorrere ad una ditta specializzata per il futuro taglio.
Tagliato questo esemplare di palma – dovrebbe trattarsi di una Trachycarpus fortunei, nativa dell’Asia -, cresciuto spontaneamente nel mio giardino, guardo tra l’erba, vicino al tronco tagliato. Una, due, tre… quattro piccole palme stanno crescendo. Penso che le metterò in vaso.
Curiosità: qui potete vedere dei lavori d’intreccio ottenuti con le foglie della palma nana.
Cercando in Internet mi imbatto addirittura nell’Associazione Italiana per le palme…
Lasciatemi chiudere con una citazione del Tasso, perché la palma, in periodo classico, era simbolo di vittoria, e veniva data al vincitore di una gara:
“Memoria di sue palme or più non serba”.