Mi voglio prendere avanti, e il Ligustrum lucidum lo posso già potare.
Armato di cesoie e seghetto mi metto all’opera. Una taglio non troppo corto, ché tanto lui cresce e tra qualche mese lo poterò ancora.
Mi piace potare. È il lavoro successivo, quello di pulizia, che mi impegna di più. Prendo i rami più grossi, tolgo le foglie, taglio i rami a dimensione di cassetta della frutta e li conservo, che una volta seccati vanno benissimo per accendere il fuoco.
Beh!Io avrò due vigneti,una magnolia,un tasso enorme,i kiwi,un centinaio di metri di siepe di lauro da potare,sei assunto.Ciao.
Vengo subito! 😉
anche io ho cominciato con le cassette di frutta, poi ho costruito con dei pancali un grande recinto in cantina, adesso è stracolmo di rametti. Sono letteralmente sommersa dallo sfalcio, e pensare che parecchio lo porto alla discarica verde.
Insomma ne avevamo già parlato, e so come la pensi, però la tentazione del biotrituratore mi resta. E’ rumoroso, cafone, elevate emissioni di co2, però mi tenta.
Ma com’è che certi cespugli non si vede neanche che li hai potati, ma a terra resta tutto quello sfalcio? Va oltre le leggi della fisica.
Vorrei tanto un biotrituratore e anche, certe volte, una macchina da cucire.
Resisto stoicamente, con forbicioni, marassa, e faccio l’orlo a giorno alle tende, o cedo?
@ maddalena: la macchina da cucire comperala. È piccola, non ingombra… il biotrituratore se proprio vuoi compera anche quello, però come hai detto tu è rumoroso, cafone, e ha elevate emissioni di CO2. In questo caso – ma forse ho anche altre esigenze divere dalle tue – mi affido alle buone e silenziose cesoie e al seghetto.
A presto,
Davide
Va bene ci penso ancora. Anzi adesso non mi avvicino perchè temo che sotto il cumulo possano esserci le bisce.