I lavori di settembre

Mi alzo presto, alle 6.20, senza l’ausilio di sveglie o suonerie varie. Con calma faccio colazione. Guardo fuori dalla finestra della cucina. Nuvoloso, ma so che poi il sole farà capolino tra le nuvole – e così è stato. Mi lavo i denti, mi vesto, vado in orto. Qui il caos regna sovrano, da quest’estate ho lasciato l’orto crescere naturalmente, senza troppi miei interventi, ma adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e darsi da fare: settembre è arrivato, e non voglio prendermi in ritardo. Approfitto della giornata di festa, qui a Vicenza è festa, per provare a risistemare l’orto, e dargli un aspetto più curato – i vialetti che lo dividono in quattro settori sono invasi da origano, erba luigia, salvia, zucche e zucchini che camminano in libertà, piante di pomodoro piegate per il peso dei frutti… e tanta malerba.
Mi piace lavorare nel silenzio del mattino, che quando è giorno di festa sembra ancora più silenzioso del solito.
Ho tutto il tempo – mentre poto, strappo, dirado accovacciato a terra, come nei disegni di Capek – per assaporare i profumi delle officinali: menta, salvia, origano, lavanda, erba luigia. Riempio sei secchi di rifiuto verde: faticoso ma allo stesso tempo rilassante.
Accidenti, per sbaglio taglio il tralcio della zucca commestibile! L’avrei lasciata ancora lì attaccata, ché il tralcio è ancora un poco verde. Così non è ancora matura. Una sola zucca quest’anno, ma mi accontento comunque.
Nella foto: le passatoie ripulite da erbacce e colture.

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