Ecco, mi vedo scendere le scale e andare nell’orto a fumare una sigaretta. Non faccio grandi boccate, ma brevi e veloci. Spengo la sigaretta nel camino, getto il mozzicone spento nella pattumiera.
Un’abitudine. Come accendere il computer. Questa sera non ho fumato la sigaretta, e non ho acceso il computer. Chissà se qualcuno mi avrà scritto un’email…
Ripenso all’email di Gian Marco, e contemporaneamente ai semi che ho piantato e stanno crescendo. Zucca di Chioggia e melone liscio. L’insalata invece non è nata. Nemmeno i semi che mi ha regalato Erika. Aspetto. Cresceranno.
Invece è nata una strana pianta, sembra venuta dallo spazio. Dovrei guardare nell’Enciclopedia del giardinaggio, ma preferisco attendere che il fiore sbocci, e gustarmi la sorpresa. Di che colore saranno i suoi petali?
Ripenso ancora alle abitudini. Forse è più facile smettere di fumare che smettere di accendere il computer alla sera e controllare la posta. È stata indubbiamente l’email di Gian Marco a spingermi, per una sera, a dimenticare le mie abitudini. Lui ha “staccato la spina” a Pasqua. Io questa sera. Adesso sto addirittura scrivendo su un foglio di carta, con una penna a sfera. Mi piace sentirla scivolare sul foglio, formare parole e frasi accompagnata dalla mia mano, sbandare a tratti – perché sono sdraiato sul letto, con il blocco degli appunti appoggiato sulle gambe. Sono diventati un post queste frasi scritte di getto. Chissà se i miei quattro lettori apprezzeranno questi pensieri liberi… avrei tante cose ancora da scrivere, qui sdraiato. Pensieri che nuotano nel mio corpo e zampillano dai pori della pelle, fiumi e ciotoli di parole, frasi, sensazioni, emozioni, immagini che affiorano e galleggiano sulla carta, che smussano, levigano e danno forma alle pietre del mio inconscio.
Abitudini…
Grazie per averci fatto entrare, oltre che nel tuo orto, anche nel tuo giardino interiore e per averci mostrato i suoi fiori.
Io sono in ufficio e confesso che anzichè con queste due colleghe preferirei essere in compagnia del mio principe azzurro. In realtà non sono le persone singolarmente prese il problema bensì il “noi” che si crea, da gestire.Come diceva Pirandello. Poi non è facile andare d’accordo con tutti. Ogniuno ha la sua testa, le sue idiosincrasie.
Personalmente poi la situazione internazionale non mi fa saltare di gioia: mala in mundo che si aggiunge al malum mundi.
Solo la fede a volte mi da conforto. Tu cosa dici Davide?
Cambiare abitudini, anche per un giorno solo, è piuttosto impegnativo: le cose che ci stanno attorno vanno riesaminate in un modo diverso e per far questo occorre meditare, ragionare, rielaborare, fare nuove esperienze…
Nel caso specifico dopo che ho spento il PC, come conseguenza, a centinaia di chilometri tu hai scritto questo post …
Ma guarda un po’, un’azione così piccola che ripercussioni che ha avuto! 🙂
cambiare le abitudini si può. Per un giorno, o anche di più.
Io quest’anno ho preso ad andare in bici.
Andiamo a scuola con i ragazzi tre giorni a settimana, andata e ritorno.
Andiamo in bici anche a far la spesa.
Vado in bici al lavoro.
E’ bello!
Il mio vicino di casa, fumatore di terrazzo, che fuma tutto il giorno e mi guarda trafficare nell’orto, stendere i panni, annaffiare…l’altro giorno era in cortile! Sbircio senza farmi troppo vedere, ha delle canne in mano. Ha piantato tre filette di pomodori, in un piccolissimo spazio di terra tra il marciapiede e il muretto del confine. A chi si sarà ispirato?
Io mi sono sentita, come dire, inorgoglita, come se avessi il mio primo discepolo!
@ Silvana: grazie a te, il tuo commento è molto apprezzato. 😉
@ Tiziana: conoscere se stessi è la cosa più difficile al mondo. Se la fede aiuta a conoscersi… ben venga.
@ Gian Marco: casualmente penso allo sbattere d’ali di una farfalla 🙂 le teorie del caos sono molto affascinanti.
@ Maddalena: brava, sei contagiosa. Contagia contagia, ma in questo caso contagi positività 😉
A presto,
Davide
Ho pensato a lungo se scrivere o meno questo commento, l’argomento però è così interessante che mi perdonerai se sarò noiosa.
Il nostro corpo, questa macchina meravigliosa, tende per sua natura ad adattarsi al ripetersi delle esperienze e a lavorare per abitudine.
Le abitudine non sono in assoluto qualcosa di negativo e ” cambiare abitudini” a volte è non è solo passare da un’abitudine ad un’altra?
Anche la natura, a cui noi spesso facciamo riferimento, per il lavorto nell’orto, lavora per abitudini.
L’importante, secondo me, è analizzare, di volta in volta, se ogni singola abitudine nuoccia a noi o agli altri. Se così non è…allora che male c’è ad accettarla?
Sono le abitudini mentali che non amo e trovo che la vera libertà sia solo nella propria ricerca interiore, nella ricerca del sè… nella possibilità di cambiare ogni volta punto di vista per analizzare ciò che avviene e quello che ci circonda….e allora che viaggi meravigliosi, che esperienze di leggerezza.
Bello, Davide, il riferimento al pensiero di Buddha sullo sbatter d’ali della farfalla….si, nulla è a caso e anche questa discussione forse ha un senso perchè può essere un seme che germoglierà dentro di noi.
Beh…iniziamo bene la giornata!
Ciao Silvana, il tuo commento è sempre gradito. Sono d’accordo con te, ci sono buone e cattive abitudini. Il Devoto-Oli ci dice che l’abitudine è la “Tendenza alla continuazione o ripetizione di un determinato comportamento, collegabile a fattori naturali o acquisiti e riconducibile al concetto di consuetudine o di assuefazione”. Un comportamento abitudinario lo mettiamo in pratica senza pensarci, uscire dalle abitudini significa pensare a quello che si sta facendo. Ogni tanto fa bene. Iniziamo bene la giornata… 😉
A presto,
Davide