Lo strobilo del cipresso

Isola Vicentina è un piccolo paese in provincia di Vicenza. Salendo sulla strada che porta al convento e andando poi dritti per il bosco si arriva ad un vecchio eremo, sopra la collina.
E qui la prima sorpresa, perché si arriva in una piccola ma elegante distesa di ulivi. Una stradina le corre accanto e sul lato opposto si ergono, sempre verdi e tranquilli, i cipressi. Siccome la foto delle pigne della magnolia ha suscitato un poco di sorpresa ecco che ho deciso di fare la foto anche alle pigne dei cipressi – “pigna” è il termine volgare e basso, “strobilo” è il termine altolocato 😉

E siccome lì in alto il paesaggio era piacevole agli occhi vi regalo – anche se è sempre meglio viverlo di persona, a contatto – una foto delle colline che scendono e si rialzano, con gli ulivi e i colori dell’autunno.

Vi assicuro che trovare lì sopra gli ulivi mi ha destato un po’ di sorpresa. Ma dove sono, in Toscana? In Sicilia forse? L’ulivo non è proprio albero del nord, chi lo coltiva lo fa per l’olio, ovvio. E così mi viene subito alla mente Fukuoka, che nel suo viaggio in Italia – è stato, se non sbaglio, qui in Veneto a Preganziol (TV) – e anche lui aveva visto tanti ulivi lì piantati, un poco fuori dal loro contesto naturale – e sono sicuro che anche il Pizzetti avrebbe qualcosa da ridire.

Ma lasciamo stare. Lo strobilo del cipresso. E le radici? Perché questi begli alberi – della famiglia delle Cupressaceae – li relegano al cimitero? Per le radici, appunto. Poiché le radici di tutti gli alberi seguono pressapoco l’andamento della loro chioma, così le radici dei cipressi, come i loro rami, si sviluppano in verticale sotto il terreno, senza creare problemi con le bare.

Dunque anche una foto per riportare alla giusta bellezza questo strobilo e questo bell’albero, che a vederlo con i suoi fratelli zigzagare lungo una tortuosa strada collinare – magari in Toscana – ti regala un bel quadro che ti verrebbe voglia di prenderti tavolozza, tela e pennello e passare una giornata a dipingere…

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3 pensieri riguardo “Lo strobilo del cipresso

  1. per me lo strobilo del cipresso vince su quello della magnolia, nonostante qui pistilli rosso lacca, anzi forse proprio per quelli, che lo facevano sembrare una sigora vanitosa con gli orecchini di corallo. Invece lo strobolo del cipresso è semplice e simpatico, un po’ bitorzoluto, forse lo prendono in giro le altre pigne, perchè ha un’aria cimiteriale, ma lui ne se ne cura! Dietro casa di mio nonno c’era un cipresso di una qualità diversa, con stroboli più marroncini se mi ricordo bene, e un bel profumo. Mio nonno diceva sempre “è malato, lo dobbiamo tagliare”. Ancora adesso è lì, che son passati più di trent’anni, qualche ramo rinsecchito…una vecchia signora di campagna!

  2. @ Tiziana
    È vero Tiziana, in questo caso è più importante quello che non si vede (le radici) su tutto il resto.
    @ Maddalena
    Bella la tua definizione di “vecchia signora vanitosa con gli orecchini di corallo” 😉
    Le pigne del cipresso che ho fotografato diventeranno anch’esse marroncine, a quel punto di apriranno per rendere disponibili i semi.
    A presto,
    Davide

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