Ancora neve a Vicenza

Sabato sera. Erano le dieci passate. Sono uscito e pioveva. Poco, ma pioveva. Gocce stranamente grosse e pesanti. Poi sono ritornato dentro casa e verso mezzanotte mi sono messo a letto. Questa mattina mi sveglio e, attraverso le tende e il vetro d’entrata, scorgo una inconsueta tonalità bianca. Apro la porta e vedo tutto bianco. Giardino, strada, automobili, tetti, antenne. Una bella nevicata notturna. Un’altra sorpresa di questo inverno.

La neve è bella quando non viene bucherellata dalle gocce della pioggia che, solitamente, alle mie latitudini, arriva dopo la neve. Ma in questo caso no. La neve si è conservata bella e soffice tutto il giorno. Addirittura, al pomeriggio, è uscito il sole. Gente indaffarata a spalare neve davanti ai cancelli. Trattori che gettano il sale per le strade. Operatori del Comune che puliscono i marciapidi. Neve ovunque. Anche sui fili di plastica che utilizzo in estate per stendere il bucato.

So che per molti è un problema. Ma visto che succede solo due, tre volte all’anno… evviva la neve.

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Non tutti dormono

Il piccolo giardino di piante grasse mi ha regalato una sorpresa. Tre nuove piantine nate dal fusto della pianta madre si stanno sviluppando. Altro che letargo invernale! Quello in letargo sono io, non le piante!

Nella foto una delle tre nuove piantine – le altre sono nascoste dietro. Non sono un esperto di piante grasse, ma questa dovrebbe essere una Lobivia.

Buoni propositi
A primavera potrei tagliarle e fare per talea tre nuove piantine autonome, in tre vasetti di piccole dimensioni.

The little garden of succulent plant has present me a surprise: three new succulent plant – in the photo you can see one of the three new plant.

Good intentions
In the spring I can cut these new plants and make three piping.

Una spruzzata di neve

Oggi pomeriggio qui a Vicenza ha cominciato a nevicare. Una leggera spruzzata di bianco sopra ai cavoli.

Questa mattina avevo parlato con un amico di adolescenza. Persona pragmatica. «Chissà che non nevichi – aveva detto – qui in città crea solo problemi. Che nevichi in montagna!»
Sì, magari solo sulle piste da sci (le strade libere così eviti di perdere tempo e fatica a mettere le catene alle ruote). Che problema la neve! Le polveri sottili a confronto non sono niente! … ma come sono polemico oggi! 🙂

Abituatevi come mi sono abituato anch’io. Ogni anno trovo persone che mi dicono che la neve è un problema! Anche se nevica solo per dieci minuti.

Comunque, a parte i problemi più o meno esistenziali e pratici di ognuno di noi, oggi ha nevicato. E il leggero mantello bianco, nuovo abito per edifici, automobili e piante, è di mio gusto – e diminuisce le polveri sottili presenti nell’aria, giusto per finire in polemica.

Il crisantemo potato

I fiori di quella che io amavo immaginare la maschera del crisantemo-sciamano adesso giacciono come addormentati su un contenitore di plastica, e finiranno tra poco nel composter, in orto.
Ma dal crisantemo reciso sboccerà un nuovo fiore…

Il crisantemo-sciamano / The chrysanthemum-shaman

Guardo questo fiore secco di crisantemo e penso, per analogia, ad una maschera apotopraica o a quella di uno sciamano. Prendo dalla libreria un libro di Joseph Campbell, volume secondo: The way of the seeded earth. Lo sfoglio alla ricerca di una maschera che assomigli al mio crisantemo. Il libro spiega e illustra la mitologia americana in mesoamerica, Ecuador, sud America, costa del Pacifico, Antille…

Passo la civiltà Olmeca, i riti agricoli della mesoamerica… ecco, trovo qualcosa: indiani Hopi, maschere piumate, che ricordano sì i volatili, ma anche i vegetali, soprattutto quella di Avachhoya, nel dipinto di Joseph Mora. Chissà dove ho messo La via delle maschere di Claude Lévy-Strauss. Quando cerco dei libri non li trovo mai. Ricordo che in questo saggio antropologico c’erano delle raffigurazioni di maschere degli indiani d’America… ma forse il mio crisantemo non assomiglia affatto ad uno sciamano. O ci assomiglia solo nella mia immaginazione. Poco importa. Tra poco il crisantemo-sciamano non ci sarà più. O meglio, sarà portato a nuova vita quando gli toglierò i fiori secchi. Un rito di passaggio…

I look at this dry chrysanthemum flower and I think, by analogy, to a mask apotopraica or that of a shaman. I take a book from the library of Joseph Campbell, Volume Two: The Way of the seeded earth. I leafed through it to find a mask that looks like my chrysanthemum. The book explains and illustrates the American mythology in Mesoamerica, Ecuador, South America, the Pacific Coast, Caribbean …

Spend the Olmec civilization, the agricultural rituals of Mesoamerica … behold, I find something: Hopi Indians, feathered masks, which resemble the birds yes, but also the plants, especially that of Avachhoya, in the painting by Joseph Mora. I wonder where I put a bookof Claude Lévy-Strauss. When looking for books not ever find them. I remember that in that book there were anthropological depictions of Native American masks … perhaps my chrysanthemum does not resemble a shaman. Either it like only in my imagination. Not matter. Soon the chrysanthemum-shaman there will be more. Or rather, will be brought to life when I take out the dried flowers. A rite of passage …

Foglie di fragola / Strawberry leaves

Non finiscono mai di incantarmi i colori delle foglie di fragola. A costo di essere ripetitivo ve le ripropongo. Ma questa volta non sono solo i colori, è anche la forma a piacermi…

Never cease to enchant the colors of the leaves of strawberry. At the risk of being repetitive I will repropose it.

Boccioli di geranio / Geranium buds

Il geranio, ad essere sincero, non è una pianta che mi piace particolarmente. La associo alla vecchiaia, forse perché sono sempre state le nonne e le zie a curarli. Molti dei gerani del mio giardino sembrano morti, e questo è l’unico che resiste bene alle basse temperature. Le sue foglie sono verdi e ha fatto anche dei boccioli. Sboccerà un bel fiore, a primavera.

The geranium, to be honest, isn’t a plant that I particularly like. I associated it with old age, perhaps because they have always been the grandmothers and aunts to cure them. Many of the geraniums in my garden look dead, and this is the only one who resists well at low temperatures. Its leaves are green and made some buds. Bloom a beautiful flower in spring.

Foglie secche / Dry leaves

L’orto invernale è desolante. Foglie secche, fiori abbruttiti dal freddo, terra umida, ghiacciata. Solo le malerbe sembrano a loro agio. Eppure in questa ecatombe di colori, il fascino delle piante va oltre la loro apparenza. Anche se secche e appassite, esse descrivono un aspetto della bellezza naturale. Che non è quella del sembrare, ma dell’essere. È uno stato passeggero, che migliorerà con i primi raggi tiepidi di sole e comincerà a rinascere con l’arrivo della primavera. La brutta apparenza nasconde una bellissima essenza.

The garden in winter is depressing. Dried leaves, flowers suffering from cold, damp earth, ice. Only the weeds seem at ease. Yet in this carnage of color, the charm of the plants beyond their appearance. Although dried and withered, they describe an aspect of natural beauty. Which is not that of appearance, but of being. Their bad appearance, which will improve with the first warm rays of the sun and begin to be reborn with the arrival of spring, hiding their beautiful soul.

La promessa del ciclamino / The cyclamen’s promise

Lui sì che sta bene, tra i doppi vetri, vede le persone che passano per la strada. Poche per la verità, perché è una strada piccola, e frequentata quasi eslusivamente da chi vi abita. Vede la pioggia cadere, vede il vento muovere gli alberi, vede la nebbia invadere le case e cancellarle. Osserva le abitudini della gente in fatto di abbigliamento e pensa: «Non ho certo bisogno di ricami o di berretti, sono una pianta e sono bella così!».

Per rimanere lì, a guardare fuori dalla finestra e gustarsi lo spettacolo degli umani, il ciclamino mi aveva promesso un regalo particolare: tanti nuovi boccioli e un fiore bianco. Ed è stato di parola.

He is well, between the double glazing, sees people passing on the street. Few, because the road is frequented only by those who live there. Through the glass cyclamen see the rain fall, sees the wind moving the trees, see the fog invade the homes and delete them. Observe the habits of people in terms of clothing and thinks, ‘I certainly did not need embroidery or caps, I have a plant and are so beautiful. ”

To stay there, looking out the window and enjoy the spectacle of humans, cyclamen promised me a special gift: a lot of new buds and a white flower.

Il letargo delle pinguicole

Da una talea per foglia della pinguicola sono nate tutte queste piccole pinguicole, che adesso sono in riposo vegetativo. Nate dal meristema della foglia, in seguito io le ho separate – per sbaglio, se devo essere sincero: ho spostato la tenda, questa ha sfiorato la talea e tutte le piccole piantine sono cadute per terra. Accidenti! Che guaio! Subito a raccoglierle e a risistemarle nel vasetto di torba di sfagno.

Ho osservato che le pinguicole – non solo queste piccoline, ma anche quelle più grandi – hanno una radice quasi inesistente. Se gli dò l’acqua con l’annaffiatoio invece che con lo spruzzo, corro il rischio di far galleggiare le piantine, che navigano nel vasetto in balia del flusso d’acqua. È vero, questa pianta prende le sostanze nutritive dagli insetti che cattura e non dal terreno, ma a vedere una radice sottile come un filo da sarta mi sono stupito.

Saluti alle rose / Greetings roses

È inverno, è freddo, è umido… e le rose si sono ammuffite.
In La pazienza del giardiniere, Pejrone racconta di rose bellissime a Marrakesh e nelle oasi del Maghreb, dove non piove mai e le rose “[…] fioriscono tutto l’anno«fresco» per andare in letargo durante l’estate. Il contrario di quello che capita da noi…”

Con l’inverno le mie rose sono state attaccate da funghi e muffe, e potete vedere dalla foto come stanno. È venuto il momento di potarle.
Però, anche se così ammuffite, mi piacciono lo stesso. È l’estetica del brutto del post-contemporaneo? Può darsi… provo la sensazione che per loro – così ammuffite – il tempo si sia fermato – ma non è così, e quando fioriranno nuovamente le farò seccare.

It’s winter, and cold, and wet … and roses were moldy.
In The patience of the gardener, Pejrone tells of beautiful roses in Marrakesh and in the oases of the Maghreb, where it never rains “[…] and roses bloom all year ‘cool’ to go into hibernation during the summer. The opposite of what happens to us … ”

With winter my roses have been attacked by fungi and mold, and you can see from the photos as they are. It is time to prune roses.
But even if so moldy, I like a little. I get the feeling that for them – so moldy – the time has stopped – but it is not, and when it will flower again I’ll dry.