Quest’anno nel mio orto sono arrivati i cavoli: quelli di bruxelles, belli belli, il cavolfiore romanesco, la verza precoce. Perché lasciare l’orto d’autunno e d’inverno privo di colture quando si possono piantare i cavoli?
Anche con il freddo i cavoli crescono, maturano, chiamano perché li porti in tavola. Come potevo resistere a questa voce? Quasi un coro di sirene che m’incanta e mi ipnotizza.
Farò una dieta del cavolo? Certo che sì. E mi chiedo: perché questo ortaggio ha connotazioni così negative? Come “zucca vuota”? Ed è buona la zucca, e quando la apri la trovi piena e ci fai il risotto, gli gnocchi, ecc. e ha anche tanti semi, e li puoi essiccare e ripiantare che crescono, non preoccuparti, crescono sempre.
Perché anche il cavolo è un cibo povero. Che lo mangiavano i contadini che non c’era altro da mangiare, mentre i nobili mangiavano carne, cacciagione, pollame.
Cosa mi dice l’Artusi a proposito del cavolo?
Tante ricette: cavolfiore all’uso di Romagna, cavolfiore con la balsamella, cavolo bianco e cavolo nero, sformato di cavolfiore, cavolo ripieno e cavolo verzotto. E che cavolo! Il cavolo non è un ortaggio del cavolo! È il cavolo!
E allora cavoli a colazione, pranzo e cena… e forse anche a merenda!
This year I decided to plant crops that are adapted to the cold of winter. Cabbage. Three different types. Twenty-four seedlings. So I’ll have cabbage for breakfast, lunch and dinner. Maybe for a snack!