Quella che Pia Pera intraprende nel suo podere è una piccola battaglia: contro le erbe infestanti innanzitutto, ma anche contro le idee preconcette degli agricoltori, contro chi vuole a tutti i costi utilizzare prodotti chimici per la “salute” delle piante, contro il senso di fatica di chi non è abituato a vangare… ma è una battaglia senza bombe e senza cadaveri, e quello che si vince è una “[…] nuova felicità imparata qui, che insegna a sottrarsi alla morsa dei desideri indotti.” (pag. 81).
Il libro che vi sto consigliando è il seguente:
PERA, PIA, L’orto di un perdigiono. Confessioni di un apprendista ortolano, Ed. Ponte alle Grazie, Milano 2003, pagg. 205.
Il libro è diviso dai mesi che compongono un anno.
Si parte dalla stagione autunnale e a questa, nella conclusione, si ritorna.
Lo stile discorsivo rende la lettura fluida e piacevole, ma non mancano brevi ma dense e profonde considerazioni sull’uomo, la natura, gli OGM, il progresso e lo svilupo, il futuro della terra.
Utili e puntuali indicazioni di possibili letture, di autori particolarmente dotti e, a volte, un tantino bizzarri – mi riferisco a Fukuoka – sono ‘seminate’ tra i vari capitoli, quasi un invito a raccoglierle per un successivo approfondimento.
Mi viene naturale concludere con un motto:
“Quel che si semina, si raccoglie”, e sono davvero tante le cose che noi tutti possiamo coltivare (o dimenticare), cose che costituiranno il nostro mondo, di ieri, di oggi e di domani.
Sfogliando per caso Gardenia di febbraio mi sono imbattuta, nell’ultima pagina, in un suo articolo molto ben illustrato da Matteo Pericoli. Sotto la foto, che la ritrae con il suo cane, si legge che vive in un podere della campagna lucchese e che è animatrice del sito http://www.ortidipace.org. Ma questo, forse, già lo sapevi…
Grazie comunque del commento.
Il libro di Pia Pera che ho consigliato tratta appunto della sistemazione degli orti e dei giardini del suo podere nella campagna lucchese.